All’invito del Movimento Regione Salento, attivatosi prontamente a seguito di un incendio che aveva danneggiato la struttura e compromesso la fruizione della stessa, hanno risposto tutte le istituzioni del territorio, il Comune di Otranto e la Provincia di Lecce.
Obiettivo quello di preservare il faro, simbolo per eccellenza del Salento ponte del Mediterraneo, e sottrarlo, quindi, dal degrado e dall’abbandono attraverso un opera di riqualificazione della zona e di miglior gestione del bene demaniale.

Lungo l’antico sentiero che conduce al vecchio faro di Capo d’Otranto il sindaco della città idruntina Luciano Cariddi ha risposto alle sollecitazioni mosse dai rappresentanti del Movimento Regione Salento, assicurando per il futuro l’apertura di un tavolo di confronto per migliorare i profili di gestione della struttura costiera.

Il Movimento ha posto l’accento sulle difficoltà logistiche del posto che condizionano enormemente la possibilità di fruire turisticamente del sito in oggetto, non nascondendo la volontà, condivisa dai rappresentanti delle pubbliche Amministrazioni, di immaginare un sistema di discesa e risalita agevole per collegare la scogliera al piano stradale, in modo da rendere praticabile la passeggiata da e verso il faro.

La vice presidente della Provincia Simona Manca ha espresso gratitudine per l’impegno del Movimento e ha inteso testimoniare la volontà dell’Amministrazione provinciale di continuare insieme la battaglia per la tutela del luogo ma soprattutto per la sua promozione, per la quale occorre però individuare capitoli di finanziamento adeguati. Quelli attuali sarebbero del tutto insufficienti.
Il Movimento ha proposto di coinvolgere nella gestione futura del faro anche l’Ente Parco, perché Palascia è una delle propaggini più significative del Parco regionale Otranto – Leuca – Bosco di Tricase. Il tutto di concerto con l’Università che attualmente ha la responsabilità del Museo del mare e dell’Osservatorio annesso, ospitati all’interno della struttura, ma poco frequentati per via degli orari di apertura ridotti e spesso privi di coerenza turistica e anche a causa delle condizione impervie che caratterizzano la discesa verso il punto più a est d’Italia.

22/06/2011
di Ufficio Stampa
Movimento Regione Salento

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