L’ intervento del Presidente Paolo Pagliaro sul Quotidiano di Puglia del 31 marzo 2022:
Passano gli anni, cambiano i protagonisti, ma il film del sistema sanità in Puglia è una pellicola sempre più logora, che mostra drammaticamente i buchi e le toppe di un’organizzazione che andrebbe completamente rivista e ristrutturata per far fronte ai bisogni di salute di oggi.
A cominciare dai pronto soccorso, avamposto delle nostre strutture ospedaliere, le criticità emergono in maniera drammatica. Per comprendere la reale fotografia della situazione basterebbe passare qualche ora in ospedale: dalla rabbia allo scoramento il passo è breve. Io l’ho fatto: il 12 febbraio scorso ho compiuto un sopralluogo nel pronto soccorso del “Vito Fazzi” di Lecce, è quello che ho visto va oltre l’immaginabile. Una situazione allarmante di caos e carenze, rispetto alla quale non si giustificano i silenzi del direttore generale dell’Asl Lecce, Rodolfo Rollo, a cui abbiamo fatto appello per interventi improcrastinabili.
E purtroppo, nel frattempo, la situazione è precipitata. La sera del 29 marzo il pronto soccorso Covid del Vito Fazzi è rimasto sguarnito per oltre tre ore: non c’è stato passaggio di consegne al cambio turno delle 20, e il medico sostituto è arrivato solo dopo le 23. Una situazione di gravità assoluta. Che l’avamposto del più grande ospedale della provincia di Lecce resti senza la guida di n medico per ore è davvero intollerabile. Solo per fortuna non è accaduto nulla di irreparabile, ma i disagi e le sofferenze causati ai pazienti sono andati oltre ogni limite. Un 95enne, in fibrillazione cardiaca e positivo al Covid, è rimasto in ambulanza per oltre quattro ore prima di essere accettato; un bambino è stato visitato nello spazio d’ingresso del pronto soccorso, senza alcuna privacy, separato solo da una porta automatica trasparente dagli occhi delle persone in attesa fuori; una partoriente con le doglie, risultata positiva al Covid, è stata lasciata in attesa per mancanza del medico, prima di essere portata in ginecologia.
Senza dire dello stress a cui è sottoposto il personale a bordo delle ambulanze del 118, costretto a sopperire alle carenze del pronto soccorso facendosi carico per ore dell’assistenza ai pazienti trasportati, bloccati in attesa. La mancanza di privacy e di risposte ai parenti che restano ad aspettare notizie sulla salute dei loro cari, la penuria sempre più grave di risorse umane e strumentali, sono facce di un disastro a cui va posto rimedio subito, per restituire funzionalità al pronto soccorso del Vito Fazzi, e dignità e sicurezza agli utenti e agli operatori impegnati al massimo dello sforzo.
Il compito che spetta al neo assessore alla sanità, Rocco Palese, è ciclopico: si tratta di prendere in mano un’enorme matassa ingarbugliata e di cominciare a districarla, studiando soluzioni ai problemi più urgenti che costringono i pazienti a sopportare disagi gravi, trattati come pacchi da appoggiare da qualche parte. Bisogna davvero augurarsi di non aver mai bisogno di ricorrere alle cure del pronto soccorso del Vito Fazzi, non dissimile, purtroppo, per (dis)organizzazione, da quelli di altri ospedali regionali. Tempi di attesa infiniti a cui sono costrette le ambulanze, ferme per ore nell’attesa che i pazienti ricevano l’assistenza di cui hanno bisogno; lo stesso vale per i pazienti all’interno del pronto soccorso, con una confusione tra i codici di urgenza che provoca disorientamento e disguidi. E l’attesa, più che essere quantificata in tempo, diventa uno spazio colmo di incertezza. Applicare una separazione dei percorsi per codici meni gravi (bianchi e verdi) rispetto a quelli più gravi (gialli e rossi), sarebbe già un primo passo per consentire una maggiore celerità nella presa in carico dei bisogni più gravi.
Ma è la carenza di medici, infermieri e operatori sociosanitari la vera emergenza da sanare, perché non bastano la competenza, la buona volontà e perfino l’abnegazione per sopperire ad una penuria di personale sempre più grave, a fronte di un bisogno di salute impellente a cui dare risposta. Ed è inaccettabile che a pagarne il prezzo siano soprattutto i pazienti più fragili, anziani e malati cronici, costretti a rimanere nelle barelle del pronto soccorso in attesa che si liberi un posto letto che poi non si libererà mai e invece di essere trasferiti nei reparti di competenza restano ricoverati stabilmente nel pronto soccorso.
È un sistema in crisi che rischia di andare al collasso, ed è per questo che serve un’assunzione di responsabilità ed un impegno organizzativo che garantisca un percorso di rinnovamento reale della macchina sanitaria pubblica regionale.
Quello che abbiamo sempre proposto è un incremento della sanità di prossimità e la possibile svolta potrebbe arrivare con l’istituzione degli ospedali di comunità e con una riforma della medicina generale, così previsto nel Pnrr, ma tale attuazione dev’essere celere, non bisogna perdere tempo perché la situazione ormai è insostenibile e costringe i pazienti, per ogni minimo problema, a riversarsi al pronto soccorso sperando di poter accorciare i tempi.
Questi sono argomenti che tratteremo la prossima settimana, in Commissione Sanità, nell’audizione che ho richiesto, insieme al collega Lopalco, dell’assessore alla sanità Rocco Palese, del direttore generale dell’Asl Lecce Rodolfo Rollo, del direttore generale della istituenda azienda ospedaliero universitaria Vito Fazzi, Stefano Rossi, del direttore responsabile del pronto soccorso Silvano Fracella, oltre ai rappresentanti delle organizzazioni sindacali di medici, infermieri e oss, in modo da fare un punto sulla situazione reale, evidenziando tutti i problemi.
Quel che è certo è che bisogna cambiare passo. Ora è il momento di rimboccarsi le maniche, per evitare il tracollo del sistema sanitario regionale.
Lecce, 31 marzo 2022