La presente nota contiene la sintesi delle note conclusive contenute negli elaborati già predisposti e resi noti aventi ad oggetto l’analisi del bilancio 2013 e confronto con quello del 2012 delle società “in house” Innova Puglia spa (testo con carattere di stampa normale) e Puglia Sviluppo spa (testo con carattere di stampa corsivo) il cui Capitale Sociale è detenuto interamente dalla Regione Puglia. La tipologia delle attività svolte da ciascuna società rientra, in sostanza, in aree di attività di competenza istituzionale della Regione che avrebbe dovuto svolgerle attraverso propri servizi ed uffici facenti parte della struttura amministrativa regionale. Il sostanziale decentramento delle attività avviene tramite la stipula di contratti di affidamento dei servizi ad un soggetto giuridico esterno ed è normalizzato da leggi (dall’articolo 13 della L. n. 248/2006 -legge Bersani- e norme successive) da cui emerge, fra l’altro, l’obbligo per l’Ente pubblico che detiene le quote di capitale della società di osservare ed esercitare il principio del “controllo analogo” sull’organizzazione e sulle attività della società al pari di quello che esercita sui propri servizi ed uffici. Oltre alle sintesi riferite alle dette società, questa nota riporta la sintesi delle valutazioni conclusive inserite nell’elaborato riferito al bilancio 2013 della società Aereoporti di Puglia spa il 99,414% del capitale sociale è di proprietà della Regione Puglia. Lo scopo che ci si è posti nel predisporre il presente documento è quello di consentire la conoscenza dei risultati delle analisi svolte senza costringere coloro che sono interessati all’argomento alla lettura dei più corposi elaborati cui le sintesi si riferiscono. Nello specifico,si riporta quanto segue:

Per Innova Puglia spa

° la notevole consistenza dei Fondi di m/l termine attribuibile alla presenza di un elevato saldo del Fondo Indennità Licenziamento (ml 4,680) consente di disporre di risorse sufficienti a riequilibrare il margine di struttura ma sopratutto, atteso l’inadeguato livello del cash-flow, a sostenere la formazione del capitale circolante netto. Sotto l’aspetto dei principi della corretta gestione dei flussi finanziari di breve termine, tale politica è la meno coerente con i criteri di sana gestione dell’area operativa finanziaria. Così come appare disequilibrato il rapporto fra ordini in corso di esecuzione ed acconti che genera la necessità di ricorrere ad onerose anticipazioni bancarie;

° nell’ambito della gestione economica delle attività focalizzata sull’analisi del livello di efficienza operativa, il margine operativo lordo subisce un decremento anche se di modeste dimensioni attribuibile all’incremento del totale dei costi operativi diretti nonostante la contestuale consistente riduzione del costo delle lavorazioni esterne (-7.25%). In contrapposizione a tale trend si pone l’incremento del margine operativo netto verificatosi sopratutto per la fuoriuscita dall’organico della società di 12 unità oltre che una riduzione dell’ammontare degli ammortamenti attuata per le modifiche introdotte nel criterio di valutazione del valore dei beni concessi alla società in usufrutto. Va rilevato che, nonostante la riduzione dell’organico aziendale, la maggior parte del valore aggiunto prodotto è destinato in misura crescente alle retribuzioni dei dipendenti;

° la consuetudine di cedere “temporaneamente” propri dipendenti (mediamente più di 20 unità all’anno) a svolgere prestazioni di lavoro a favore della Regione, produce una significativa contrazione sull’incidenza del costo del lavoro sul totale della produzione e la formazione di un risultato ante-tax significativamente positivo invece che significativamente negativo ( nel 2013 +1.174 invece di -14). La “ratio” dell’operazione potrebbe essere quella di attestare la sana gestione economica e reddituale della società confermata dagli specifici indici che nella Relazione sulla gestione sono ampiamente enfatizzati; solo che tale “ratio” produce un consistente imponibile fiscale con relativo elevato importo delle imposte sul reddito da versare all’Erario. Si ritiene che, anche alla luce della natura pubblica della società e del contenuto dell’oggetto sociale (società in house), più saggiamente si dovrebbe operare in modo da raggiungere l’equilibrio fra valore della produzione e totale dei costi diretti ed indiretti con risultato economico pari a zero;

° a fronte dell’imponente ammontare delle commesse di lavorazione/servizi trasferiti dalla Regione alla società, fatta eccezione dell’elenco dei lavori in corso e degli acconti percepiti esposti nella Nota Informativa alle corrispondenti voci dello stato patrimoniale, non sussiste alcuna tabella riepilogativa dei dati che dovrebbero essere di dominio pubblico attesa la natura pubblica delle risorse finanziarie assegnate oltre che necessaria per valutare il livello della produttività della struttura operativa e il grado di efficienza con cui la stessa svolge la propria attività: sarebbe utile, pertanto, inserire nella Relazione sulla gestione tale tabella riportante, per esempio, l’elenco delle commesse anche quelle ormai chiuse e, per ciascuna di esse, l’importo dei lavori assegnati, lo stato di avanzamento delle spese e l’ammontare dei contributi liquidati, la data prevista per l’intera esecuzione, quella originaria e quella eventualmente modificata.

Si ritiene opportuno fare alcune osservazioni di carattere generale che tengono conto: della forma giuridica della società, della natura del “socio unico”, della natura e tipologia delle attività aziendali e delle modalità con cui la società acquisisce gli ordini. In particolare, si rileva che la società “pubblica” è di proprietà di un unico socio “pubblico” (la Regione) da cui riceve affidamenti diretti assegnati utilizzando risorse finanziarie “pubbliche”- Fondo FESR- per lo svolgimento di prestazioni di servizi; essa opera sotto il controllo e la direzione del socio “pubblico” in ragione della sua natura di “società in house”; ciò le consente di evitare la ricerca e l’acquisizione di ordini e commesse sul mercato che sarebbe di suo riferimento.

Lo Statuto (ultimo testo del 20/9/2013) nel trattare all’articolo 24 le modalità di destinazione dell’utile di esercizio, non prevede distribuzione di utili ma, fatta salva la parte da destinare a riserva legale, stabilisce di destinarli “a finalità individuate” dal socio unico. Finora il socio unico ha deliberato di destinare tutti gli utili prodotti a riserva legale che allo stato attuale ammonta ad E. 836.320 cui si aggiungerà l’utile di esercizio del 2013 (108.491) per un totale di E. 944.811. Alla luce del contenuto dell’art. 24, tali riserve potranno essere destinate solo alla copertura di eventuali perdite di esercizio. Tenuto conto di ciò, si rileva che la società “pubblica” riceve dal socio unico “pubblico”, che “totalmente la alimenta”, commesse ed affidamenti diretti che sono generalmente finanziati con risorse “pubbliche” che le consentono di “fare utili” che il socio unico “pubblico” delibera di destinare interamente a riserva legale patrimonializzando così sempre più la società “pubblica”. Appare qui la “singolarità” della situazione confermata anche dal fatto che la società “pubblica”, al momento della cessazione della vita alla data stabilita nello Statuto oppure in caso di scioglimento per cui ai sensi dell’articolo 27 “Devoluzione dell’attivo residuo”, dovrà interamente liquidare a favore del socio unico “pubblico” le disponibilità liquide formatesi alla fine del procedimento. La situazione descritta può concludersi con la seguente osservazione: la regione Puglia, quale socio unico della società, trae utili da una attività fatta svolgere alla stessa con l’assegnazione di fondi pubblici- nel caso si tratta di Fondi FESR- che, fino a prova contraria, non dovrebbero originare benefici economici (utili) per chi li ha ricevuti in dotazione dalla U.E. e dallo Stato.

Ciò detto, si ritiene, invece, che la società dovrebbe attenersi oggettivamente solo all’osservanza del principio della parità fra costi e ricavi da adottare proprio per la sua natura di società in house che non prevede l’attivazione di attività commerciali oltre che per la natura pubblica delle risorse finanziarie assegnatele ai fini dello svolgimento dei propri compiti.

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Per Puglia Sviluppo spa

° la società appare patrimonialmente ben equilibrata con un margine di struttura positivo che, unitamente alla consistenza dei fondi di m/l termine, consente la formazione di un livello di capitale circolante netto correttamente proporzionato fra risorse finanziarie a breve ed a medio-lungo termine rappresentando così una situazione finanziaria solida. Alla formazione del margine di struttura positivo contribuisce il buon livello del cash-flow annuo anche se nel 2013 il suo ammontare è stato più contenuto rispetto all’anno precedente. Va rilevato che fra le attività e le passività a breve sono contrapposte due voci di pari valore che non partecipano alla formazione dei flussi finanziari caratteristici delle attività svolte dalla società; esse, infatti, si riferiscono a risorse finanziarie poste nella disponibilità dei 5 fondi di ingegneria finanziaria ciascuno dei quali operante sulla base di una contabilità analitica creata ad hoc, la cui gestione è stata delegata alla società;

° sotto l’aspetto della gestione economica delle attività e del livello di efficienza che ne caratterizza lo svolgimento, si evidenzia il considerevole miglioramento del margine operativo netto attribuibile ad una serie di concause: l’incremento dei contributi assegnati di competenza dell’anno 2013 (+E/000 1.067) in presenza di minori ricavi (-E/000 845), che hanno dato luogo ad un maggior valore del margine operativo lordo per +252, e la riduzione del totale dei costi operativi diretti per E/000 -106. Si evidenzia che il costo del personale incide, crescendo annualmente, per più dell’80% sul valore aggiunto prodotto conferendo alla struttura dello stesso un elevato livello di rigidità;

° è opportuno rilevare che, a partire dal 2014, il valore della produzione dell’anno in corso non potrà più contare sulla formazione di ricavi derivanti dalla attività svolte a favore di INVITALIA ex-D.LGS n. 185/00 ormai cessate che, nel 2013, sono stati pari ad E/000 973. Ove la perdita ormai definitiva di tali ricavi non dovesse essere coperta con altre tipologie di ricavo e si assumessero la stessa struttura dei costi e delle spese e del valore della produzione consuntivati nel 2013 al netto dei ricavi INVITALIA, la simulazione del conto economico senza i ricavi INVITALIA darebbe luogo, in termini di risultato ante-tax, alla seguente situazione (valori espressi in E/000):
valore della produzione 5.889; margine operativo lordo 4.439; margine operativo netto -385; risultato ante-tax -379 invece che +594;

° la società svolge diversificate attività finalizzate a dare sostegno finanziario con risorse pubbliche comunitarie, nazionali e regionali alla realizzazione di investimenti delle imprese operanti nei settori produttivi regionali che dovrebbero condurre al consolidamento ed allo sviluppo dell’economia regionale basandoli sul miglioramento del livello di competitività delle produzioni e dei servizi offerti dalle imprese ai loro mercati di riferimento anche internazionali inglobanti dosi massicce di tecnologia ed innovazione. A fronte di tutto ciò, la società inserisce all’interno della documentazione di bilancio alcune tabelle riepilogative: quella riferita alla consistenza finanziaria dei cinque Fondi di ingegneria finanziaria (dotazione iniziale e saldo contabile) e quella relativa ai dati numerici riferiti limitatamente alle istruttorie condotte, alle domande ammesse ai finanziamenti tramite i diversi strumenti finanziari di sostegno, l’ammontare degli investimenti e quello delle risorse finanziarie pubbliche assegnate. Questa tabella non riporta, come, invece, dovrebbe, sia lo stato di avanzamento del totale degli investimenti finanziati ed il valore di quelli già conclusi che il numero totale dei nuovi addetti da assumere previsto ed eventualmente il numero totale di quelli già assunti.

Analogamente a quanto fatto per l’altra società di cui in questo elaborato ci si è interessati, si ritiene opportuno fare alcune osservazioni di carattere generale (gran parte delle quali sono identiche a quelle già fatte per la stessa e, pertanto, sono formulate utilizzando naturalmente il medesimo testo) che tengono conto: della forma giuridica della società, della natura del “socio unico”, della natura e tipologia delle attività aziendali e delle modalità con cui la società acquisisce gli ordini. In particolare, si rileva che la società “pubblica” è di proprietà di un unico socio “pubblico” (la Regione) da cui riceve, mediante l’erogazione di contributi “pubblici” rivenienti dal Fondo FESR, affidamenti diretti per lo svolgimento di prestazioni di servizi; essa opera sotto il controllo e la direzione del socio unico “pubblico” in ragione della sua natura di “società in house”; ciò le consente di evitare la ricerca e l’acquisizione di ordini e commesse sul mercato di riferimento.

A causa certamente dell’imperizia di chi scrive, nel sito internet della società non si ètrovata traccia dello Statuto sociale. Si deve pertanto presumere che, attesa la natura di società in house a totale partecipazione della Regione, le modalità di destinazione dell’utile di esercizio non dovrebbero prevedere distribuzione di utili ma, fatta salva la parte da destinare a riserva legale, dovrebbero stabilirne la destinazione “a finalità individuate” dal socio unico. Nelle voci che compongono il Patrimonio Netto, oltre al capitale sociale, sono riportate le riserve per contributi relativi alla realizzazione degli investimenti fissi per E. 5.535.206 (che si incrementeranno nei prossimi esercizi per ulteriori E. 1.180.669 rivenienti dalla voce risconti passivi), gli utili posti a riserva legale che allo stato attuale ammonta ad E. 219.477, gli utili non distribuiti per E. 969.672 e l’utile di esercizio del 2013 per E. 324.323 per un totale di E. 7.048.678. Tali riserve ed utili potrebbero essere destinate solo alla copertura di eventuali perdite di esercizio.

Tenuto conto di ciò ed escludendo dall’osservazione che segue i contributi percepiti a fronte degli investimenti , si rileva che la società “pubblica” riceve dal socio unico “pubblico”, che totalmente la alimenta con appositi affidamenti di attività di servizio tramite l’erogazione di contributi rivenienti da risorse “pubbliche” -Fondo FESR e fondi nazionali- per la copertura dei propri costi e spese di funzionamento. Procedimento che consente alla società “pubblica” di “fare utili” che il socio unico “pubblico” destina interamente a riserva legale ed a riserve di utili patrimonializzando così sempre più la società “pubblica”. Si tratta di un importo pari ad E. 1.513.472 riportato nel bilancio 2013. Appare qui la “singolarità” della situazione confermata anche dal fatto che, al momento della cessazione della vita della società oppure in caso di scioglimento da cui deriverebbe la necessità di procedere alla distribuzione dell’attivo residuo, le disponibilità finanziarie attive che sarebbero disponibili al termine della procedura in esecuzione dovrebbero essere interamente liquidate a favore del socio unico “pubblico”.
“La situazione descritta può concludersi con la seguente osservazione: la Regione Puglia, quale socio unico “pubblico” della società “pubblica”, trae utili da una attività fatta svolgere alla stessa con l’assegnazione di fondi pubblici che, fino a prova contraria, non dovrebbero originare benefici economici (utili) per chi li ha ricevuti in dotazione dalla U.E. e dallo Stato.

Ciò detto, si ritiene, invece, che la società “pubblica”, almeno a fronte dei contributi pubblici che riceve per il suo funzionamento e la copertura dei relativi costi, dovrebbe attenersi oggettivamente solo all’osservanza del principio della parità fra costi e ricavi da adottare proprio per la sua natura di società in house che non prevede lo svolgimento di attività commerciali oltre che per la natura pubblica delle risorse finanziarie assegnatele ai fini dello svolgimento dei propri compiti.

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NOTA valida per entrambe le società “pubbliche”
si ritiene che la situazione sopra descritta (realizzazione di utili di esercizio e creazione di riserve da utili di esercizio rivenienti da attività aziendali svolte da una società “pubblica” mediante l’erogazione e l’utilizzazione di contributi pubblici comunitari, nazionali e regionali liquidati da un Ente “pubblico”) sollevi più di qualche dubbio circa la sua regolarità. Per tale motivo, si ritiene opportuno richiedere uno specifico parere all’OLAF, alla Corte dei Conti europea ed alla Corte dei Conti regionale.
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Per Aereoporti di Puglia spa

Preliminarmente occorre precisare che, con riferimento all’ammontare del Capitale Sociale delle società che gestiscono aereoporti, in base al contenuto dell’art. 3 del D.M. 521/97, quando il numero dei passeggeri di un aereoporto supera i 5 milioni/anno il Capitale sociale della società deve essere pari ad E. 25.822.845. A fronte a ciò, la Regione, dopo aver definito la società quale “Rete aereoportuale Puglia”, ed essendo in presenza di un potenziale prossimo raggiungimento del limite anzidetto, ha già programmato da almeno due anni di aprire ai privati per l’eventuale aumento del capitale (allo stato attuale pari ad E/000 12.950) ed ha previsto di dare incarico (ad oggi, non è stato ancora pubblicato il previsto bando pubblico) ad un “auditor” esterno per l’individuazione del nuovo partner finanziario da coinvolgere nell’eventuale procedimento da attuare per l’aumento del capitale sociale.
Il verificarsi di tale evento potrà avvenire se il potenziale investitore potrà individuare e valutare la consistenza del livello del rischio di impresa attraverso la determinazione dei “plus” economico-reddituali derivanti dalla gestione caratteristica della società e la sua struttura patrimoniale e finanziaria. Tutte informazioni che egli può trovare svolgendo l’analisi dei risultati storicamente realizzati dalla società attingendo, perciò, ai suoi bilanci ed alle allegate note informative e relazioni sulla gestione annuali. Naturalmente, qualsiasi investitore procederà anche all’analisi dei modelli organizzativi, contabili ed amministrativi adottati dalla società e non trascurerà, fra l’altro, di accertare la sussistenza della continuità del sostegno finanziario pubblico e di verificare i Piani di sviluppo dell’operatività (compresa l’eventuale continuità del contratto di marketing territoriale in essere con la società “costola” di Ryanair o la possibilità di poter contare sull’operatività di altri vettori così come la conoscenza dei programmi relativi all’operatività dell’aereoporto di Grottaglie, infrastruttura prevalentemente al servizio delle aziende del gruppo Finmeccanica o destinata a sostenere contestualmente il trasporto passeggeri e merci) e quello degli investimenti nel medio-lungo termine.
In sostanza, oltre a quanto sopra ed in attesa anche dei dati di una eventuale bilancio intermedio per l’anno in corso, al fine di determinare la consistenza del livello del rischio di impresa, egli procederà ad effettuare un’analisi più o meno simile a quella qui condotta da cui potrebbe trarre, sinteticamente, le seguenti più significative valutazioni:

sotto l’aspetto economico-reddituale:
la differenza fra il valore dei ricavi da prestazione ed i costi operativi diretti, una sorta di margine di contribuzione, ha assunto negli ultimi tre anni valori negativi; in particolare, nel 2013 l’importo di E/000 -4.916 risulta pari al 9.55% dei ricavi (nel 2012, -3.641 pari al 6.62%);
la sommatoria dei costi diretti operativi e delle spese generali al netto delle spese delle promozioni commerciali coperte da contribuzione pubblica rapportata al totale dei ricavi da prestazione evidenzia che l’incidenza percentuale della prima sui ricavi è stata pari nel 2013 al 119.41% mentre, nel 2012, è risultata pari al 116.55%;
il cash flow prodotto nel 2013 pari ad E/000 17.202 si è contratto a valore rispetto agli anni precedenti (2012: 1.802; 2011: 23.818 (da notare che sussiste un incarico dato ad un consulente esterno per la sua “gestione”?;
l’utile di esercizio nel 2013 a valore (E/000 1.026) risulta modestamente più elevato rispetto al 2012 e trova la sua formazione solo per effetto dell’imputazione a conto economico dei contributi pubblici che, nel 2013, hanno rappresentato il 50.07% dei ricavi da prestazione (nel 2012, 45.94%).

Da quanto ora evidenziato risulta che tutti i parametri economici riferibili all’attività caratteristica della società sono posizionati su valori assolutamente insoddisfacenti peraltro, nel 2013, peggiorati rispetto al 2012. Ciò, nonostante che il 2013 debba considerarsi anno di svolta per quanto riguarda la gestione amministrativa della società poichè essa è stata tolta al vecchio amministratore ed assegnata dal marzo 2013 al nuovo amministratore cui è stato fissato quale obiettivo da raggiungere prioritariamente nell’immediato economie nei costi e nelle spese. Però, dopo nove mesi di nuova politica gestionale che, si afferma, essere stata ispirata all’”efficientamento sia del livello dei costi e spese che a livello di produttività” (per quest’ultimo, non appare così visto l’andamento dei ricavi da prestazione per addetto in euro: 2013: 151.160; 2012: 167.780; variazione percentuale -9.91%), non sembrano essersi prodotti, almeno per ora, i risultati che ci si aspettava a causa, qui si sostiene, del livello di rigidità strutturale dei costi/spese sostenuti che si contraggono solo parzialmente pur in presenza di una flessione dei ricavi. A tale proposito, si osserva che, per tutti coloro che ne sono interessati, sarebbe oltremodo utile disporre di informazioni e dati relativi agli interventi di “efficientamento” (terminologia in uso già nella Relazione sulla gestione relativa al bilancio 2009) promossi ed ai risultati ottenuti in questi primi sei mesi di gestione dell’anno 2014;
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NOTA: assume carattere singolare il contenuto della delibera di giunta regionale n. 378 del 4/3/2014 con cui viene approvato il verbale dell’Assemblea ordinaria di soci del 30/10/2013!! che ha deliberato, fra l’altro l’approvazione dei criteri per determinare il premio annuo di risultato per l’amministratore unico per gli anni ??? 2013,2014,2015. Fra di essi, l’indicatore di performance trascura di considerare (almeno) l’obiettivo dell’incremento del traffico passeggeri. Non viene, altresì, tenuto conto dell’obiettivo, altrettanto cruciale perla continuità dell’attività caratteristica, di realizzazione di accordi/contratti con i vettori non solo attuali finalizzati allo sviluppo sia del movimento passeggeri che del movimento degli aereomobili.

sotto l’aspetto patrimoniale-finanziario:
§ nonostante che l’importo della voce “mezzi propri” comprenda quella dei “risconti passivi” riferiti ai contributi pubblici assegnati alla società a fronte degli investimenti realizzati nelle infrastrutturazioni fisiche caratteristiche (sopratutto, beni gratuitamente devolvibili) e per la promozione e lo sviluppo oltre che l’importo dei “debiti per acconti”, permane confrontandolo con l’attivo fisso un margine di struttura pesantemente negativo pari a -42.374 nel bilancio 2013;

§ la struttura finanziaria di medio-lungo termine misurata confrontando il margine di struttura con il totale dei debiti a medio-lungo termine permane su un livello criticamente negativo pari a -12.068 nel 2013;

§ conseguentemente, la struttura finanziaria di breve periodo, il capitale circolante, risulta squilibrata con un eccesso di debiti a breve termine che sono destinati in buona parte (circa il 17%) al finanziamento degli investimenti in immobilizzazioni.

Elaborazione di Umberto Fanuzzi

analista economico-finanziario

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