Come la macchia mediterranea che ogni volta dopo un incendio rinasce più rigogliosa, così il sogno della Regione Salento, da ormai più di mezzo secolo, risorge periodicamente in attesa di diventare realtà.

Ormai tutti sanno la storia; la proposta di Codacci Pisanelli alla Costituente, l’inserimento della Regione Salento nella Carta Costituzionale, la repentina scomparsa della stessa per un ormai accertato accordo Moro-Togliatti: io do una cosa a te e tu dai una cosa a me. Così la DC approvava la soppressione della regione Lunigiana, fastidiosa per il PC, e questo ricambiava il favore approvando la soppressione della Regione Salento, fastidiosa presenza per l’ultrabarese Aldo Moro. Così va il mondo. E noi gli dedichiamo piazze e viali!

Ma i sogni restano, e quello della Regione Salento è di quelli ad occhi aperti che non svaniscono alla prima luce. Nessuno ha pensato che fosse facile, che l’onda dell’entusiasmo come uno tsunami avrebbe abbattuto tutte le barriere in una inarrestabile e gloriosa marcia verso l’obiettivo, tutti sapevamo che avremmo trovato grandi ostacoli, ma i sogni sono così, si inseguono per il piacere di sognare. E poi ci vuole l’impegno, il coraggio di prendere pubbliche posizioni spesso non condivise dai potenti, di difenderle, con garbo, innanzi ad altre convinzioni in un confronto civile, ma non privo di entusiasmo e partecipazione.

E’ di nuovo l’ora. Ravvivata ancora una volta, la fiamma dell’identità ricomincia ad ardere, ma questa volta è diverso, questa volta abbiamo due pilastri che negli altri tentativi mancavano: TeleRama ed INTERNET. E’ da Paolo Pagliaro che è infatti arrivata l’ultima spallata al sonnacchioso Salento; le sue reti schierate a sostenere l’iniziativa, sempre e più volte riqualificata come assolutamente trasversale, apartitica, civile, sono quello che fino ad oggi era mancato per sperare che fosse veramente la volta buona.

Si è costituito un comitato promotore del referendum previsto dalla Costituzione, comitato radicalmente anche esso apartitico, è iniziato il tour delle province con Paolo, Presidente per acclamazione, sempre in prima fila, seguito ed affiancato da tante persone che, con serietà e tranquillità, dimostrano la propria adesione.

E di fronte a noi “PRO-SALENTO” con la vista un po’ annebbiata dall’entusiasmo di un sogno è schierata la falange dei “CONTRO”, già con le idee molto chiare e con le sciabole sguainate. Siamo stati oggetto di saccenti “lezioni” impartite da pulpiti improbabili con accuse di essere miopi, di non capire la Storia, di sottrarsi agli insegnamenti di chi, ritenendosi docente per diritto divino, ci guiderebbe sulla strada di un luminoso futuro. Ma noi non ci siamo convinti e sempre di più vogliamo il referendum. Non ci batteremo con alcun mezzo “violento” per imporre il nostro progetto di Regione Salento, ma chiediamo che non ci venga impedito il diritto al voto; al referendum ognuno, con pari dignità, sarà chiamato ad esprimere il proprio parere, favorevole o contrario che sia. E vinca la maggioranza. Invece tanti esponenti di partiti, con assoluta ed imprevedibile trasversalità, sembrano impegnati più che a contestare le nostre ragioni ad impedire che si avvii il percorso costituzionale con il voto dei consigli comunali. Se la democrazia è un valore, che il diritto di esercitarla sia riconosciuto sempre. In questa nazione allo sfascio che è sotto gli occhi di tutti non sia ritenuta follia il cercare di difendere quel poco che rimane di quello che dei Costituenti era il sogno: una nazione democratica.

Ed ora rimbocchiamoci le maniche, per noi e per i nostri figli.

Progetto Salento 27/10/2010
di Piero Quarta Colosso

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