Intervista all’Avv. Giacomo Massimo Ciullo, assessore del Comune di Brindisi alla Cooperazione Internazionale e alla Cittadinanza Attiva.

Assessore Ciullo, è noto che Lei sia favorevole alla istituzione della Regione Salento, essendosi più volte pronunciato pubblicamente in tal senso.
Ma ritiene che si tratti di una iniziativa effettivamente percorribile? 

Credo che la costituzione della Regione Salento possa rappresentare una grande occasione storica per i territori di Brindisi, Lecce e Taranto. È pur vero che si tratta di un’antica aspirazione che, purtroppo, è stata frustrata in più occasioni. Oggi, però, c’è un elemento di grande novità che, a mio parere, rende più stimolante ed interessante la richiesta di istituire una regione salentina autonoma: finalmente la sollecitazione viene direttamente dalla società civile che si è organizzata appositamente per il perseguimento di questo obiettivo. Il nucleo promotore dell’iniziativa è rappresentato da salentini che non hanno un ruolo politico-istituzionale ma che rappresentano il corpo sociale nelle sue espressioni più vive e produttive. In passato, nonostante vi fosse comunque una coscienza della propria identità storica e culturale, l’opzione di una Regione Salento nasceva e si consumava nel ristretto ambiente partitico ed istituzionale con protagoniste personalità squisitamente politiche come Codacci-Pisanelli e poi Memmi ed altri. Finalmente, ora, la spinta viene dall’intera società e vede un contributo completo, come quello, ad esempio, molto significativo del mondo della cultura in generale e accademico in particolare. Tale contributo è molto importante perchè non può costruirsi l’autonomia di un territorio e la relativa autodeterminazione senza radici, senza la rappresentazione organica di una identità della comunità.

E a Brindisi come è sentita questa iniziativa?

Bisogna distinguere il capoluogo dai comuni della Provincia. Attualmente vi è una maggiore attenzione nei diversi comuni, mentre in città vi è un interesse che va adeguatamente stimolato con iniziative che facciano comprendere quale ruolo strategico avrebbe Brindisi, con il suo porto ed aeroporto, nella Regione Salento, nonché con i suoi insediamenti industriali. Infatti, Brindisi, nonostante rappresenti un centro nevralgico per il sistema trasportistico, è stata sempre boicottata da politiche Bari-centriche. Invece, nella Regione Salento, Brindisi diventerebbe veramente strategica, indispensabile e, soprattutto, cesserebbe di essere subalterna a qualsiasi altra città.

Come vede lo strumento del referendum?

Innanzitutto è un percorso necessario se si vuole proseguire lungo la strada dell’autodeterminazione. Non solo. Ma è anche uno strumento che misurerà effettivamente le popolazioni salentine sulla reale volontà di istituire o meno la Regione Salento. Tuttavia è altrettanto importante che la discussione circa la richiesta di indizione del referendum giunga nei consigli comunali attraverso un’adeguata sensibilizzazione dei consiglieri e dei gruppi presenti in ogni assise cittadina. A tal proposito va pure detto che la battaglia si gioca e si vince soprattutto a Brindisi e Taranto.

Il Salentino 17/09/2010
di Pantaleo Candido

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