TARANTO – «Il dibattito che si è aperto da qualche giorno sull’ opportunità o meno di dar vita alla Regione Salento, con apporti positivi e stimolanti sia da parte dei sostenitori che da parte dei detrattori dell’iniziativa, senza costringerci a prendere posizione a favore o contro, ci obbliga come cittadini, amministratori e imprenditori di questa parte del territorio pugliese a rappresentare le cause che, oggettivamente hanno determinato la volontà di alcune personalità a lanciare un segnale di distacco, ma direi pure di giustificato dissenso, da una Regione Puglia troppo spesso concentrata sugli interessi economici e finanziari dell’area barese».

A parlare è Costanzo Carrieri Assessore ai Lavori Pubblici della Provincia di Taranto che interviene sulla proposta referendaria per la creazione della Regione Salento. «L’attività di concertazione che si è realizzata sinora e che si intende proseguire a livello di Presidenza delle tre Province del Grande Salento (Brindisi, Lecce e Taranto) – afferma Carrieri – ha evidenziato carenze storiche di quest’area dal punto di vista delle infrastrutture di trasporto, della organizzazione della logistica, dell’approvvigionamento idrico e di
altro. A fronte di queste carenze, assistiamo alla stesura di documenti programmatici, oppure alla adozione di provvedimenti del Governo Regionale che, prioritariamente e quasi sempre esaustivamente, impegnano le poche risorse pubbliche disponibili per progetti che riguardano l’area barese». L’assessore provinciale prende in esame i finanziamenti previsti per il Porto di Taranto. «A mo’ di esempio, appare abbastanza singolare che nel Piano Attuativo dei Trasporti della Regione, su 929 milioni di euro previsti per il trasporto marittimo, settore ove sono prevalenti i porti di Taranto e di Brindisi, solamente 472 milioni di euro siano previsti per le tre province “salentine”, con una dotazione per il Porto di Taranto di 305 milioni, nella massima parte già oggetto di finanziamenti assentiti in precedenti programmi statali e perciò non connessi alle nuove risorse rivenienti dal Piano dei Trasporti.
Appare molto difficile pensare – rimarca Carrieri – che questi numeri stiano a dimostrare notevole interesse della classe politica regionale per il porto di Taranto; questo dubbio diventa certezza quando ci si accorge che la previsione di sviluppo del Distripark nelle aree retroportuali di Taranto, ormai libere da ogni vincolo di bonifica ambientale grazie alla pervicacia della Provincia di Taranto, è rimandata al 2020 con un contributo pubblico di 50 milioni di euro; e dire che i tre Presidenti delle Province “salentine”, Ferrarese, Gabellone e Florido hanno confermato il fermo intento di valorizzare al massimo il sistema “porto-aeroporto” di Taranto incentrato su un sistema a rete di interporti (Francavilla, Surbo) connessi con il Distripark ed il porto di Taranto! Altro esempio di sottovalutazione delle potenzialità del “Grande Salento” – dice l’assessore – è rappresentato dalla logistica e dalle nuove possibilità di implementare le produzioni delle Grandi Imprese e delle Pmi, con una rete di trasporti in grado di assicurare connessioni con l’intero comparto produttivo mondiale soprattutto attraverso il Porto di Taranto e l’aeroporto di Grottaglie, la cui pista lunga ben 3300 metri è di fatto sottoutilizzata; la politica regionale dei distretti produttivi, nei settori della logistica, nei settori di specializzazione produttiva, senza una attenzione mirata degli Organi decisionali regionali finirà con il privilegiare (come ha fatto sinora e continua a fare) l’Interporto della Puglia (non a caso anche la terminologia rivela l’intento egemonico sull’intero territorio regionale) e le connessioni trasportistiche e logistiche che sulla rotta adriatica hanno come terminale l’area di Bari e non già Taranto e Lecce». Carrieri comunque, è ottimista per il futuro delle tre province salentine.
«Nonostante le scarne previsioni programmatiche regionali, siamo convinti che le tre Province e le tre Amministrazioni dei capoluoghi salentini sapranno far valere le proprie ragioni.
Noi, come Amministratori Jonici siamo pronti a fare la nostra parte, ma chiediamo una corale partecipazione a questo
sforzo».

Taranto Sera 06/09/2010

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