La riflessione trae spunto dal processo di cambiamento che da alcuni anni investe le istituzioni pubbliche nel nostro Paese.

Tutti i processi in essere – dalla concreta istituzione delle Regioni, al decentramento amministrativo, alla elezione diretta del Sindaco, al federalismo fiscale, allo sviluppo di formazioni politiche con forte caratterizzazione territoriale, ecc. – sono maturati dalla maggiore attenzione verso l’autonomia che, se pur tempestivamente pensata dai Padri Costituenti, ha trovato applicazione solo quando si è affermata la nuova sensibilità che punta, non solo in Italia, a meglio ridistribuire potere decisionale, responsabilità, risorse finanziarie e gestione delle funzioni pubbliche avvicinandole ai cittadini ed ai territori amministrati, in applicazione del basilare principio democratico secondo cui ogni popolo ha il diritto di scegliere il proprio destino.

E il caso della Puglia, delle Puglie, è certamente emblematico. Geograficamente lunga, culturalmente diversa, talvolta contraddittoria nell’economia e nelle prospettive, trova attualmente sintesi politica ed amministrativa in un apparato decisionale e burocratico centralizzato che, per quanti sforzi abbia fatto e faccia, scarsamente riesce a percepire, elaborare, amalgamare, tenere insieme ed assecondare aspettative, programmi, progetti di comunità e di territori molto diversi e distanti tra loro. Un solo esempio per tutti: è ampiamente riconosciuta la cronica incapacità della Regione Puglia di utilizzare i fondi comunitari specificatamente assegnati per eliminare le differenze economiche e sociali tra questa parte d’Italia ed il resto d’Europa. Questa oggettiva situazione ha determinato il mancato raggiungimento dell’obiettivo fissato dalla Comunità Europea, e molto spesso la restituzione di gran parte delle risorse messe a disposizione, col ristagno dell’economia e con le conseguenze e le ripercussioni che ciò comporta in termini di sviluppo e di occupazione, contingenze che l’intera comunità pugliese paga, dalla Daunia al Salento. E’ solo responsabilità del governo politico e di cattiva amministrazione o sono da ricercare altre cause? A ben vedere una delle concause, forse la più preminente, di questa farraginosa, dannosa, cronica situazione è da ricercare proprio nel concentramento del potere politico, decisionale, programmatorio e funzionale in un’unica autorità centrale, una strettoia che ha difficoltà a rilevare capillarmente, concertare e sintetizzare esigenze differenti e variegate ed a rappresentarle efficacemente alle strutture europee: in esatta contraddizione con i processi di cambiamento in corso!

Non parlo della esperienza di Sindaco e delle difficoltà a rapportarsi proficuamente, come la società moderna impone, con gli organi politici e le strutture amministrative della Regione Puglia dalla quale oggi si deve comunque passare per le piccole come per le grandi cose: dalla semplice emissione di un mandato di pagamento, alla analisi e programmazione per l’utilizzo del territorio!

Proprio dalla esperienza acquisita di Amministratore Pubblico traggo il mio convincimento che il reale decentramento decisionale ed amministrativo – previsto con lungimiranza nella fase costituente – porterebbe anche in questa parte d’Italia, senza alcun aggravio di costi, un sensibile giovamento non solo a questa, ma anche alle altre, diverse Puglie. Non c’è alcun bisogno di aggiungere nuovi rappresentanti territoriali, essendo più che sufficiente ridistribuire le attuali rappresentanze ed utilizzando al meglio le strutture operative esistenti che risponderebbero ad un’autorità più prossima, migliorando così l’efficacia dell’azione politica e l’efficienza amministrativa.

Per brevità tralascio in questa sede ogni altra considerazione di carattere identitario o culturale, pur riconoscendo a tali aspetti valenze per nulla trascurabili in un contesto in cui l’unità della Nazione, bene imprescindibile, si compone di tante specifiche peculiarità.

La scelta della REGIONE SALENTO appare del tutto in linea con i processi di cambiamento in atto ed asseconda la nuova sensibilità politica che si affina costantemente con l’obiettivo di dare risposte alla pressante richiesta di amministrazione efficiente che viene dalla società civile pugliese e salentina.

L’Ora del Salento 10/10/2010
di Mario Mangione Sindaco di VERNOLE

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