NOTA del consigliere regionale Paolo Pagliaro, capogruppo La Puglia Domani e Presidente MRS:
«Una verifica ispettiva da parte del Dipartimento di Prevenzione dell’Asl di Lecce, per capire se nel centro PMA di Nardò vi siano effettivamente problemi “organizzativi e strutturali” o se invece non possa continuare ad espletare il servizio, nelle more dell’attivazione del centro di procreazione medicalmente assistita previsto nell’ospedale Vito Fazzi di Lecce. È quello che chiedo in un’interrogazione urgente, che ho presentato all’assessore alla sanità Rocco Palese.
E pongo un altro interrogativo, vitale per le coppie che si erano affidate al centro di Nardò: il trasferimento totale a Lecce, che potrebbe durare più di un anno se non addirittura due, può danneggiare il materiale biologico crioconservato a Nardo?
Lo ribadisco: insistere sul trasferimento a Lecce è un’ennesima presa in giro e un’ulteriore perdita di tempo, perché i tempi sono molto lunghi e lasciano prive le coppie del territorio di una struttura PMA pubblica, costringendole a viaggi della speranza o a cure costosissime nelle strutture private. Questa è una doccia gelata per le speranze delle coppie con problemi d’infertilità, chi confidavano nella riattivazione della struttura di Nardò operativa fino al 2019, quando fu chiusa prima per covid e poi per adeguamenti, senza più essere riattivata. Si è sacrificato così un fiore all’occhiello della sanità pubblica leccese e pugliese, punto di riferimento prezioso per chi non può permettersi costosissimi cicli di terapia in strutture private né viaggi della speranza fino a Conversano, unico centro pubblico di PMA in Puglia, con liste d’attesa infinite. Si sono mortificate professionalità e competenze, gettando alle ortiche un patrimonio di esperienza impagabile anche nell’approccio con le coppie, in un percorso terapeutico così delicato.
Il trasferimento annunciato entro giugno dell’anno scorso non solo non è avvenuto, ma si è arenato. Ed ora viene ribadita questa volontà, ma restano tutte le nostre perplessità di fronte a quello che temiamo possa rivelarsi l’ennesimo annuncio. Non ci convince questa insistenza in un percorso tortuoso, anziché imboccare la strada diretta della riattivazione immediata del centro di Nardò”.

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