Nel mese di gennaio scorso, la Regione ha enfatizzato l’avvio dell’ambizioso piano finalizzato alla salvaguardia dell’occupazione ed alla creazione di nuova occupazione che prevede, nell’anno 2011, l’utilizzazione di risorse pari a 340,7 ml. di euro da destinare per 70,9 ml alla prima tipologia di obiettivo che interessa 13.700 lavoratori e per 269,8 ml. alla seconda riferita a 38.335 unità da occupare. Il Piano prevede l’attuazione di sei linee di intervento con un costo pro-capite di E. 5.182,48 per la salvaguardia dell’occupazione e di E. 7.069,25 per la nuova occupazione e di 43 azioni ciascuna per un costo medio di E. 7.925,58. Il Piano si riferisce ad una molteplicità di generiche azioni destinate ad una grande varietà di soggetti beneficiari che va dai giovani, alle donne, ai cassintegrati, alle imprese, ai settori economici e sociali, alla ricerca ed innovazione, alla formazione, al sostegno per la creazione di piccole imprese. La “governance” del Piano prevede l’istituzione di una cabina di regia cui parteciperanno almeno 30 soggetti fra assessorati regionali, associazioni di categoria e sindacati, EE.LL., osservatori settoriali e commissioni varie il cui compito sarà quello di definire priorità per gli interventi da realizzare e le modalità per la loro attuazione. Ciò richiederà laboriose mediazioni fra tutti gli attori coinvolti poiché ciascuno difenderà la validità delle proprie istanze. Da notare che, per gran parte delle azioni, saranno utilizzate risorse provenienti dai fondi comunitari FERS ed FSE, dalle leggi regionali di incentivazione con bandi già aperti, dal Fondi nazionali per l’occupazione e per il “welfare to work”. Prima di analizzare nello specifico la tipologia degli impegni finanziari destinati alle varie azioni ed il loro costo per rapportarli alla tipologia dei destinatari, è opportuno fornire l’attuale quadro di riferimento della situazione economica e sociale che caratterizza la Regione che, oggettivamente, non appare confortante in termini di prospettive di crescita e sviluppo. In particolare, si evidenzia che: il P:I:L regionale nell’anno 2009 si è ridotto del 5.71% rispetto all’anno 2008 mentre la variazione percentuale prevista per il 2010 è pari al + 0.4% rispetto al 2009 e quella del 2011 è pari allo 0.80% rispetto al 2010; il PIL pro-capite regionale nel 2009 è stato pari a E. 16.520 ( – 5.59% rispetto al 2008); il numero degli occupati nel 2009 è stato pari a 1.237.600 unità ( – 49.200 unità rispetto al 2008) di cui si prevede un’ulteriore riduzione dell’1% per il 2010; il numero di ore di cassa integrazione è pari a circa 68 milioni (+ 10 milioni rispetto al 2009) ed interessano 69.300 persone, mentre il tasso di occupazione è pari al 44.9% ( nel 2008 era del 46.7%) e quello di disoccupazione è pari al 12.6% ( nel 2008 era dell’11.6 %), quella di lunga durata è del 5.8%, quella giovanile 15-29 anni del 28.6%, mentre le persone in cerca di occupazione sono pari a 179.000 unità ( nel 2008 erano 168.546), i precari part-time sono 150.000 e le persone con contratto a tempo determinato sono 173.000, il lavoro irregolare è (sotto)stimato nel 18.6% del regolare; il numero delle imprese nel 2009 (338.588) erano tornate alla consistenza del 2004 incrementandosi nei primi undici mesi del 2010 di circa 5.200 unità (stesso numero del 2008); l’indice di povertà è pari al 20.2% ( Italia 11.1%), le famiglie con meno di 12.000 euro di reddito annuo disponibile sono pari al 10.9%; infine, che l’incremento degli investimenti lordi previsti per le imprese è stimato pari all’ 1.9% per il 2010 ed al 2.2% nel 2011 e che gli investimenti in ricerca risultano pari allo 0.80% del PIL regionale. Tutto ciò detto, si ritiene utile analizzare nel merito la tipologia delle azioni previste dal Piano regionale premettendo che la Regione ha tenuto a precisare che esso è un piano di sviluppo e non di assistenza indirizzato particolarmente ai giovani ed alle donne ed al sostegno dell’occupazione, che saranno trovate soluzioni per costruire un efficace rapporto domanda/offerta di lavoro, che la formazione sarà finalizzata alla creazione di posti di lavoro e non ad aspettative, che saranno aperti cantieri per dare lavoro. Relativamente alla tipologia ed al costo delle azioni, assumono maggiore rilevanza quelle che sono destinate alla formazione per ml/E. 66,5 ( pari al 19.50% del totale del Piano), alla ricerca ed innovazione (ca. il 14%), all’occupazione ( ca. il 9%), alle imprese e reti (ca. 7.35%), ai cassaintegrati ( ca. 6.75%), ed alle donne ( ca. 10 %). Sono previste anche azioni per il turismo ( 10 ml.), settore già interessato da stanziamenti di massicce risorse regionali, e per il microcredito( 30 ml.) per il quale vale la stessa precedente considerazione. Per alcune di dette azioni, sulla base dei dati economici prima esposti e dando per scontato che il numero dei destinatari e gli importi indicati per le linee di intervento del Piano siano stati determinati dopo una ponderata e realistica indagine, è possibile fare alcune riflessioni:

a) salvaguardia dell’occupazione- rispetto al totale degli occupati, peraltro, in continua riduzione, si stabiliscono risorse per assicurare stabilità solo all’11% della intera indifferenziata platea; a fronte delle azioni previste a favore dei cassaintegrati per 23 ml/E si prevede di impiegare, compresa la formazione, ove non siano definite le tipologie delle categorie da assistere, circa 476 euro pro-capite. Incuriosisce conoscere la ratio alla base della linea dedicata al lavoro dei giovani per ciascuno dei quali ( 300 in tutto) si stanziano E. 30.000 similmente al dato dell’azione per l’inclusione sociale dove il parametro unitario è di E. 16.250;

b) creazione di nuova occupazione- le unità previste pari a 38.335 farebbero incrementare il numero attuale degli occupati totali del 3.1% ( per le donne, all’interno del totale delle unità, l’incremento sarebbe pari solo all’1.1%), ciò non consente di recuperare la perdita di posti di lavoro registratasi nel 2009 rispetto all’anno prima che è stata pari a 49.200 unità; se tutte le azioni fossero indirizzate a soddisfare solo coloro che cercano lavoro( 179.000), si darebbe occupazione al 21.45% di essi. Anche nelle linee di azione di quest’area vi sono dati di cui è difficile scorgere i criteri adottati. Infatti, si prevedono 1.385 nuovi occupati nel settore della ricerca e sviluppo innovativo che,allo stato attuale, sono pari a circa 7.350 unità pari ad un incremento del 19% ed, inoltre, con un costo medio pro-capite comprendente anche i dottorati, pari a E. 47.650, nettamente più elevato di quello relativo all’occupazione delle altre 36.950 unità che è pari a E. 5.548 e di quello previsto per i giovani ( E 7.550) .

Alla luce di quanto finora commentato, possono trarsi alcune parziali conclusioni e cioè: – la realizzazione dell’ambizioso e variegato Piano deve avvenire entro il 2011; la multiformità e complessità delle esistenti procedure, la mancata definizione delle priorità settoriali, la situazione critica di tutti gli indicatori economici e la prevedibile problematica operatività della cabina di regia, fa ritenere i risultati attesi obiettivi ottimistici e, per certi aspetti, propagandistici; – l’incremento previsto per l’occupazione non sembra sufficiente a recuperare i posti di lavoro persi né a ridurre significativamente la disoccupazione giovanile (anche se vengono destinati ai giovani risorse per 114 m/E). Fra l’altro, è previsto un modesto incremento annuale degli investimenti. A tale proposito, si evidenzia che sussistono programmi di investimento finanziati dalla Regione, fra Contratti di Programma, PIA, Titolo II ed altri, per un totale di E/ml 978,7, che prevedono sulla carta 3.456 nuovi posti di lavoro che, ove effettivamente realizzati nell’arco di un triennio ed a regime, potrebbero far incrementare il livello dell’occupazione riducendo ad esempio, auspicablmente, il numero dei lavoratori in cassa integrazione guadagni ( 69.300 unità).

03/02/2011
di Umberto Fanuzzi
Area Economica
Cantiere Movimento Regione Salento

 

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