Nei primi giorni del gennaio 2011, la Regione Puglia ha presentato enfaticamente il Piano Straordinario del Lavoro che prevedeva nell’arco di un anno l’impiego di risorse per ml 340,7 (pari allo 0.60% del PIL regionale) di cui 269,8 per creare 38.300 nuovi posti di lavoro e 70,9 per salvaguardare 13.700 posti di lavoro esistenti. L’iniziativa doveva concretizzarsi con l’emissione di almeno 40 specifici Avvisi/Bandi e doveva contare sul supporto di una task-force appositamente costituita ( 15 componenti per un costo annuo di almeno 500.000 euro) e sull’attivazione di una rete/nodi di animazione distribuita territorialmente. Venne precisato che il Piano era di sviluppo e non di assistenza, che esso avrebbe assicurato sbocchi di lavoro certo a tempo indeterminato e non aspettative di lavoro ed, a tal fine, si sarebbero realizzati specifici programmi di formazione, che avrebbe privilegiato settori prioritari per livello di tecnologia, quelli distrettuali e quelli in cui più grave era il fenomeno della CIG . Obiettivo: migliorare il livello di competitività del sistema delle imprese. Il quadro di riferimento del mercato del lavoro riferito alla fascia di età 15-64 anni della Regione Puglia, a fronte del quale si veniva a contrapporre il Piano, si caratterizzava a quel momento (anno 2010) per un tasso di occupazione del 44.4% contro il 46.7% del 2008 ed un numero di occupati pari a 1.229.000 unità contro 1.287.000 del 2008 e per un numero di lavoratori nel sommerso pari a 237.891unità (19.27% degli occupati regolari).
Il tasso di disoccupazione era del 13.5% contro l’11.6% del 2008 e quello della disoccupazione giovanile(15-24 anni) pari 34.6% contro il 31.6% del 2008. Le ore autorizzate di cassa integrazione erano pari a ml 71,2 contro ml 15,6 del 2008 con un incremento per il periodo 2011-2008 del 456%. Alla fine del corrente mese di marzo, lo stato di attuazione del Piano si sostanzia in 27 Avvisi (12 dei quali ancora attivi) nella messa a disposizione di circa 260 ml di risorse; secondo notizie della Regione, dovrebbero a breve essere emessi altri tre avvisi per un totale di 43 ml. I risultati conseguiti in questi quindici mesi di operatività del Piano (per i quali non sussiste alcun report emesso alla Regione salvo qualche spot mediatico), in base agli atti dirigenziali pubblicati relativi alle misure previste per i percorsi formativi -borse di studio, tirocini formativi, piani formativi, ritorno al futuro, antichi mestieri, dottorati di ricerca ed alta formazione-, si può stimare il coinvolgimento a regime di circa 11.000 allievi mentre, le misure avviate per il sostegno alla creazione di nuova occupazione-dote occupazionale, investimenti delle imprese innovative nuove e già operative, partenariati ed alleanze per l’innovazione, TIC 2011, apprendistato professionalizzate, principi attivi, emersione del lavoro irregolare, pulizia spiagge, progetti per l’inclusione sociale- dovrebbero generare, a regime e ad impegni mantenuti dalle imprese finanziate , nuova occupazione per circa 4.500 unità.
A queste vanno aggiunti i 2.085 posti di lavoro stabilizzati nella scuola per l’anno scolastico in corso. A fronte di ciò, l’attuale quadro di riferimento del mercato del lavoro, secondo i dati Istat, Unioncamere ed altre fonti (anno 2011), è caratterizzato da un tasso di occupazione del 44.8% ed un numero di occupati pari a 1.234.000 unità (+ 5.000 unità rispetto al 2010) valori lievemente migliorati rispetto al 2010 mentre più significativo appare il miglioramento del tasso di disoccupazione sia complessivo che giovanile rispettivamente 12.1% e 29.1%); miglioramenti presumibilmente non attribuibili agli effetti delle misure del Piano atteso che la nuova occupazione prevista deve ancora materializzarsi. E’ utile, a tale proposto, evidenziare che il numero degli occupati nel 2008 risultava pari a 1.287.000 unità con una punta nel II^ trimestre dello stesso anno di 1.324.000 unità e, pertanto, la perdita di posti di lavoro rispetto a quest’ultimo dato è pari a 90.000 unità ben oltre sia l’obiettivo che si è posto il Piano di 38.300 nuovi occupati che dei risultati finora conseguiti. I dati di fine anno 2011 relativi alla CIG attestano che le ore autorizzate sono state pari a 52,1 ml ridottesi rispetto all’anno precedente di circa 20 ml; però, già nei primi due mesi dell’ano in corso mostrano un trend crescente ( a febbraio 3,9 ml contro ml 2,1 di gennaio).
Inoltre, occorre ricordare che, solo per le crisi aziendali di importanti imprese pugliesi, sussistono circa 4.500 posti di lavoro precari. Ove, ai fini della quantificazione di nuova occupazione si volesse tenere conto di quella prevista a regime nel periodo 2012-2014 nei programmi di investimento finanziati dalla Regione nel 2011 e nel primo trimestre 2012 mediante, fra gli altri, i contratti di Programma ed i P.I.A. per circa 900 unità, il programma Welfare to Work per circa 1.030.unità e con il progetto Start-up per circa 280 unità e progetti di ricerca e sviluppo per 270 unità, si otterrebbe un totale stimato di nuovi occupati di circa 2.480 unità ancora, però, insufficienti a recuperare la perdita dei 90.000 posti di lavoro rispetto al 2008. A conferma dello stato di criticità del mercato del lavoro pugliese, si evidenziano: i dati dell’ultimo semestre rilevati dal Sistema Excelsior circa le previste nuove assunzioni programmate dalle imprese che risultano pari a 12.010 unità che, però, si contrappongono alla fuoriuscita prevista di 14.760 unità; i dati della ricerca svolta sul grado di attrattività dello stesso mercato per gli under 30 anni misurato in base a 5 parametri caratteristici del mercato del lavoro, dell’imprenditoria e istruzione, dei dati demografici e degli effetti della crisi economica: fatta 100 la media azionale, la regione Puglia registra un indice di 90.2 e risulta la 17esima in graduatoria.
03/04/2012
di Umberto Fanuzzi
Responsabile del settore economia
Cantiere Movimento Regione Salento