“Ho sempre lottato per la mia terra, ho sempre gettato il cuore oltre l’ostacolo. Sin da ragazzino e da quando ho deciso di scendere in politica l’ho fatto con un solo obiettivo: combattere contro le ingiustizie e costruire con equità il futuro della mia terra, con un occhio di riguardo per le fasce più deboli. Tutto ciò perché ero stanco di subire la questione meridionale. Anche per questo ho scelto di fare il mio splendido mestiere”. Così Paolo Pagliaro dell’Ufficio di Presidenza Nazionale di Forza Italia.
“Il Movimento 5 stelle ha ottenuto -continua- un risultato importante per colpa dei partiti che non hanno capito che il vento era cambiato da tempo e non hanno schierato in campo, al posto giusto, le persone giuste, i veri combattenti, i volti nuovi, i veri guerrieri con una storia personale pronti a combattere qualsiasi battaglia per rappresentare il proprio territorio. Il sud è quel posto d’Italia dove il lavoro latita, le infrastrutture sono da terzo mondo, dove c’è un calo demografico, dove i ragazzi scappano via per cercare fortuna altrove, dove la sanità è un rebus, dove sono stati edificati i fortini delle famiglie e delle baronie della politica che hanno espresso sempre le stesse persone, spesso tramandando il ruolo da padre a figlio, dove il clientelismo sembra cosa normale, dove vanno sempre avanti gli amici degli amici, dove si respira l’ingiustizia sociale e prolificano atteggiamenti paramafiosi. Gli elettori meridionali, il 4 marzo, hanno alzato la voce, e lo hanno fatto perché la misura ormai è colma.
Il sud ha deciso di gridare perché qui non si muore solo per fame ma si muore anche di cancro e, nonostante ciò, c’è chi pensa di utilizzarlo come sgabuzzino dove metterci ciò che altri non vogliono, di deturpare le zone migliori con tubi di gas preferendo gli accordi con le multinazionali al parere dei cittadini. E tutto questo lo abbiamo detto per anni. Gli elettori però, in assenza di rappresentanti validi e credibili, con una storia alle spalle, hanno scelto di farsi rappresentare da sconosciuti, dai conoscenti della porta accanto, senza curarsi del loro impegno, delle loro capacità e competenze, delle lauree, della grammatica, perché il pensiero comune è uno solo: “Peggio degli altri non potranno fare”. E ancora una volta noi che non inseguiamo il populismo d’accatto, noi che siamo liberali e moderati, noi che siamo coerenti e forti delle nostre idee, dobbiamo rimboccarci le maniche. Guardiamo in faccia la realtà, rispettiamo gli elettori, e diamo importanza e valore al segnale forte che le urne ci hanno consegnato. Ed è veramente riduttivo pensare che sia stata la chimera di un reddito di cittadinanza a convincere gli elettori a virare in maniera così forte. Ovviamente ha contribuito anche quello ma i motivi più forti sono profondi e vanno ricercati nella realtà delle cose, nella dura realtà della questione meridionale.
La soluzione non è l’antipolitica, non è il M5S, ma è la buona politica, ne siamo certi, proprio per questo motivo dobbiamo rimboccarci le maniche e lavorare per ridare lustro alla vera politica e riconquistare la fiducia degli elettori. Tocca a noi risvegliare l’amore e l’interesse per la cosa pubblica, tocca a noi trasferire concetti e nozioni chiare. La soluzione non è il menefreghismo, non è l’odio e nemmeno il rancore, non è il reddito di cittadinanza, che non stimola i ragazzi a darsi da fare, ma può esserlo la Flat Tax che rimette in moto l’economia con vantaggi per tutti. Ricordo spesso un vecchio proverbio orientale che dice: “Se un uomo ha fame non regalargli un pesce, ma insegnagli a pescare. Solo così non lo avrai sfamato per un giorno, ma per sempre”, e questa deve essere la filosofia della buona politica. Eliminare gli sprechi e i privilegi con il riordino istituzionale territoriale, la maggiore vicinanza e autonomia ai territori, la creazione di posti di lavoro ed una politica che avvantaggi famiglie e aziende.
Il Centrodestra ha un programma chiaro e attuabile, ha le idee chiare. È arrivato il momento per il centrodestra di rigenerare la classe politica, ce lo chiedono gli elettori. Abbiamo bisogno -conclude Pagliaro- di persone capaci di far politica con spirito di servizio, orgoglio tipico di noi meridionali e con passione. I territori devono essere rappresentati da chi li ama e vuole farli crescere”.
Lecce, 7 marzo 2018