Il Presidente del Movimento Regione Salento chiede attenzione e vigilanza sull’inizio dei lavori del gasdotto progettato da Trans Adriatic Pipeline, che prevedono tunnel nella falesia di San Foca, emissioni di gas in atmosfera ed espianto di ulivi e vigneti.

Il Salento è la regione più ad oriente d’Italia. Per questo non stupisce che il nostro territorio sia interessato da mega progetti energetici, come quello del gasdotto progettato dalla Trans Adriatic Pipeline, i cui tecnici sono al lavoro proprio in questi giorni nel territorio di Melendugno (come abbiamo appreso ieri dalla trasmissione di TeleRama “L’Indiano”) per effettuare le rilevazioni marine e geologiche, preliminari alla valutazione d’impatto ambientale da richiedere al Ministero dell’Ambiente. Stupisce invece che nessuna delle amministrazioni interessate abbia coinvolto la cittadinanza a salvaguardia del nostro delicatissimo ecosistema.

Che garanzie hanno chiesto i parlamentari salentini ai ministeri dell’Industria e dell’Ambiente affinché l’opera – sicuramente strategica per la nostra nazione – non danneggi i territori che attraversa?
Che osservazioni ha formulato il Comune di Melendugno sul tunnel di due metri e mezzo di diametro e 700 metri di lunghezza, che scaverà nella falesia di San Foca l’equivalente di 40mila metri cubi di fondale marino, scogli, rocce e terra e che rischia di produrre un danno irrimediabile alla scogliera già soggetta ad erosione e crolli e quindi a tutto il sistema turistico della zona?
Che cosa sa la Provincia di Lecce, che dovrà rilasciare le autorizzazioni ambientali sull’impianto di riduzione di pressione che (citiamo testualmente dal progetto depositato da Tap negli uffici regionali, provinciali e comunali) “genererà emissioni in atmosfera e rumore e potrà avere un potenziale impatto sul paesaggio, comparabile a quelli di piccole centrali alimentate a gas”?

Che tutele prevede la Regione Puglia per gli ulivi e i vigneti che saranno espiantati lungo il tracciato delle condutture che (citiamo ancora dal progetto ufficiale) “sono confinate all’interno di un corridoio di massimo 60 metri, in cui sarà proibita la costruzione di abitazioni, e di un corridoio di massimo 200 metri, in cui dovrà essere evitato l’insediamento di gruppi di case e/o di infrastrutture industriali. Inoltre nella fascia di rispetto di 40 metri intorno alla conduttura, non sarà più possibile la produzione colture permanenti”?

Non ci rassicura la dichiarazione rilasciata dall’ingegner Paolo Pasteris, country manager di Tap, che ha spiegato ieri all’“Indiano” che “il tracciato in Italia sarà limitato ad un tratto offshore e a 4 chilometri di tratto on-shore fino alla stazione di misurazione dalla quale Snam Rete Gas prenderà in custodia il gas”. Questo significa semplicemente che le opere del gasdotto tra Melendugno e San Donato (che attraversa 29 strade, tra cui la Lecce-Maglie e la ferrovia Lecce-Otranto) saranno effettuati da Snam e non da Tap: cambia l’azienda, ma non l’impatto ambientale.

Ci rassicurerebbe, invece, vedere parlamentari, Regione, Provincia e Comuni vigili e attenti al nostro territorio, tanto bello quanto delicato. Ogni giorno assistiamo ad assurdi espianti di ulivi per piantare pannelli fotovoltaici, la stampa nazionale parla di “follia”, l’agricoltura va in rovina e in questo sfregio continuo, la politica distratta parla d’altro. Si sveglino e svolgano il lavoro di risoluzione dei problemi e attenzione al territorio per il quale sono stati eletti e per il quale sono (lautamente) stipendiati.

04/11/2011
di Paolo Pagliaro
Presidente
Movimento Regione Salento

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