Istituire un’apposita anagrafe per i bimbi nati morti, cioè di tutti quei bambini morti prima della 28° settimana di gestazione. E’ questa la battaglia dell’associazione “Pensiero Celeste” sostenuta dal MIR e dal MRS, che su questo delicato tema ha organizzato, ieri a Lecce, presso il Museo Sigismondo di Castromediano, un incontro-dibattito sul tema “Natimortalità: Profili giuridici e psicologici del rispetto alla vita”. Ad aprire il Convegno
un breve momento nel quale il Presidente Paolo Pagliaro legge una lettera scritta in forma anonima da una mamma ad un bambino mai nato:

“E’ mio quel figlio mai nato, lui vive nel mio cuore anche se non ha mai visto il mondo.
E’ mio quel figlio mai nato, ho sentito la forza del suo amore appena quel test di gravidanza ha segnato positivo,è stato parte di me, ha preso vita nel mio grembo e nel mio grembo è diventato angelo.
E’ mio, solo mio, quel figlio mai nato, è mio perché lui ha fatto parte di me ed io sono stata un pezzo di lui.
Non conosco il colore dei suoi occhi e nemmeno ho mai sentito la sua voce, non saprò mai se avrebbe avuto il mio sorriso e non saprò mai cosa avrebbe dato alla mia vita. Ma è mio quel bambino mai nato, e non è di nessun altro al mondo, perché il mondo si è scordato di lui appena il suo cuore ha smesso di battere.
E’ un figlio che non ha nome ne volto, un figlio che non spegnerà mai una candelina e mai assaggerà una mia torta, è un figlio che non vedrò mai correre ma che spero stia volando tra gli angeli.
Ma è mio anche se non sarà mai mio, è mio anche se non mi chiamerà mai madre, anche se non mi farà mai arrabbiare, anche se non mi darà mai un bacio e mai mi stringerà forte al cuore. E’ mio perché io ho pianto per lui, perché ancora lo rivedo negli occhi dei mie figli, è mio perché se non lo fosse sarebbe come se non fosse mai esistito. Lui è esistito, lui c’è stato, lui era, è e sarà sempre mio figlio anche se lo chiamerò per sempre figlio mai nato.
La vita va avanti anche se con te io mi son fermata un secondo, poi ho ripreso fiato, ho asciugato le lacrime, guardato oltre la rabbia, oltre i silenzi, oltre l’amarezza di non aver potuto darti di più, ti ho messo nel cuore, ed è li che tu vivrai per sempre”.

“Un tema etico complesso -dichiara Pagliaro- un fenomeno per molti versi ignorato ma che tocca da vicino 180.000 famiglie all’anno, che sperimentano la morte di un feto e che si scontrano, in molte casi, con profonde ed ingiuste carenze legislative e normative, lasciando in loro un’impronta di dolore indelebile. La nostra azione, sarà quella di regolamentare le normative dei feti mai nati con il massimo rispetto della vita, è il primo tema etico con cui il MRS si confronta”.

“Per la legge italiana, i bambini sono considerati “nati morti” solo quando abbiano superato le 28 settimane di gestazione al momento del parto. -così Andera Napoli Presidente ‘Pensiero Celeste’- Pertanto, se un bambino nasce morto dopo la 28° settimana dovrà essere registrato presso l’anagrafe e, solo successivamente, si potrà procedere alla sua sepoltura. Se, nasce vivo e muore dopo la nascita, in tal caso dovrà essere formato prima il suo atto di nascita e poi quello di morte. Solo in questi casi, perciò, vi è l’obbligo di registrazione presso l’anagrafe.
Se invece il bambino nasce morto prima della 28° settimana lo si considera come un prodotto abortivo e i genitori non devono fare alcuna denuncia. Tuttavia, essi hanno la possibilità di chiedere, entro 24 ore dalla espulsione o estrazione del feto, la sepoltura anche dei figli di età inferiore alle 20 settimane. -continua Andrea Napoli-. Si tratta, però, di tempi molto stretti che il più delle volte i familiari non conoscono e su cui non vengono informati. Quando realizzano ciò che è accaduto, è ormai troppo tardi. Per questa ragione l’ associazione “Pensiero Celeste”, si batte per cambiare questa realtà”.

Una tecnica autobiografica dove ogni genitore può raccontare la propria storia che potrà essere importante per il futuro di altri genitori per tornare a vivere -così Ilaria Quaglieri Responsabile del superamento del lutto- interviene raccontando la sua storia personale.

Una battaglia civile abbracciata dal MIR, -interviene il Coordinatore Nazionale Gerardo Meridio- che sostiene la raccolta di firme per riformare la materia. In particolare si vorrebbe stabilire il peso di 500 grammi alla nascita del feto quale limite per poter chiedere, se i genitori volontariamente deliberano, l’iscrizione all’anagrafe di un figlio nato morto ed essere riconosciuto a tutti gli effetti dalla legge.

Questo vuole anche essere un invito a tutti i sindaci -afferma la Coordinatrice Femminile MRS Ada Alibrando- affinché promuovano l’istituzione, all’interno dei nostri Comune, di uno specifico registro dei bimbi nati morti.
Da qui partirà un coinvolgimento a tutti i comuni salentini, perchè sostengano all’interno dei consigli comunali la battaglia per istituire un’apposita anagrafe dei bimbi mai nati- conclude Alibrando-.

Semplicemente perchè un bambino è un mondo nel mondo e come tale merita dignità e rispetto.

12/04/2014
di Ufficio Stampa
Movimento Regione Salento

Leave a comment