“Inaugurato ufficialmente appena due anni fa, esattamente il 12 novembre del 2011, dal Sindaco della città di Lecce, Dott. Paolo Perrone, e dall’ allora Presidente dell’Ambito Territoriale Sociale Lecce 1, Prof. Roberto Martella, appare imminente la cessazione dell’ attività del Centro Polivalente per Disabili Lievi, situato a Lecce in Via Vecchia Carmiano.

Il Centro si rivolge ad utenti diversamente abili con bassa compromissione delle autonomie funzionali ed ha come bacino di utenza l’intero ambito territoriale comprendente i comuni di Lecce (comune capofila) Arnesano, Cavallino, Lequile, Lizzanello, Monteroni di Lecce, San Cesario di Lecce, San Donato di Lecce, San Pietro in Lama e Surbo”. Così l’avv. Ada Alibrando, Coordinatrice del Coordinamento Femminile Regione Salento.

“Balza agli occhi una evidente quanto triste realtà: se viviamo in una città dove la sopravvivenza di un centro così importante è oggi oggetto di discussione, con uno sgradevole ed imbarazzante rimpallo di responsabilità, significa che esiste un tangibile problema culturale e politico -continua- Lo conferma una nota dello stesso Martella che oggi così si esprime: “Quella chiusura poteva essere evitata. Si è preferito puntare su altro”. Quindi, si tratta di scelte di opportunità? Ed è plausibile che queste vadano sempre e soltanto in un’unica direzione?

Il nostro auspicio e il nostro invito è che tutte le parti interessate alla problematica in essere, si impegnino fattivamente a trovare una soluzione che consenta la ripresa delle attività del Centro diurno per disabili, dando, in tempi celeri, una risposta concreta alle esigenze dei familiari e di alcuni nostri concittadini disabili che assistono e subiscono, loro malgrado, ancora una volta, le azioni di chi è diversamente sensibile nei loro confronti.

Rammarico, disperazione e rabbia: questi i sentimenti espressi da chi viene dimenticato da chi di dovere; appare, pertanto, oltremodo urgente, l’intervento dei sindaci del distretto e dei consiglieri regionali che rappresentano la Provincia di Lecce ad attivarsi in forma straordinaria per la soluzione definitiva del problema e per lo sblocco dei fondi destinati al funzionamento e quindi alla riapertura/mantenimento del centro. Ribadiamo il concetto – più volte espresso – che il ruolo del volontariato non deve essere sostitutivo di quello della politica e delle istituzioni.A destare perplessità, un ulteriore punctum dolens che coinvolge, stavolta, l’Amministrazione comunale di Lecce: “Se la Regione aveva promesso di tenere il centro aperto fino al 2016, significa che un tavolo istituzionale era, appunto, aperto sulla questione! Alla luce di ciò, non si sarebbe potuto ovviare al problema, intervenendo tempestivamente? Forse qualcuno, ogni tanto, potrebbe assumersi qualche responsabilità e cercare soluzioni alternative!La nostra battaglia quotidiana è volta ad immedesimarsi nella condizione delle persone con disabilità e cercare di provare a capire quale sia il loro vissuto quotidiano per comprendere in maniera induttiva, grazie al loro aiuto e ai loro suggerimenti, quali piccoli interventi e quali possibili atti normativi possano essere opportuni e concreti per cominciare a sgretolare la condizione di isolamento sociale in cui possono, loro malgrado, essere relegati . E’ necessario un cambiamento radicale di cui tutti dobbiamo e possiamo essere protagonisti, rompendo l’idea che la persona con disabilità rappresenti un costo, invece che una eccezionale risorsa per la crescita della comunità perchè, in un contesto ambientale sfavorevole, chiunque può essere persona con disabilità.

Risulta, dunque, imminente ed improrogabile l’inserimento tra gli ordini di priorità nell’ambito del Programma regionale di sviluppo, di una presa in carico integrata della persona, finalizzata alla ricomposizione della spesa sociale, sociosanitaria e sanitaria per la realizzazione del progetto di vita delle persone.

In un mondo in cui ci sono persone che affrontano – più degli altri e con maggiori difficoltà – sfide quotidiane per potersi conquistare un’esistenza libera e dignitosa, c’è un limite che non si può valicare, che prende il nome di rispetto per la sofferenza altrui.

Negare le risorse ai centri destinati ai disabili e alle loro infelici famiglie è un atto scellerato- conclude- I finanziamenti rimbalzati tra comune, provincia e regione sono una goccia nel mare dei bilanci degli enti locali.Cosa riserverà il futuro ai 50 ragazzi speciali del Centro polivalente? In attesa dell’esito dell’incontro istituzionale con i funzionari regionali, previsto per Lunedì 30 p.v., esprimiamo profondo rammarico davanti all’ipotesi concreta della soppressione della struttura senza esimerci dall’evidenziare che l’attuale sistema sembra aver intrapreso la strada della follia e si presenta come un treno privo di conducente (o dalla guida sprovveduta!) che viaggia a gran velocità su un binario morto! “

29/06/2014
di Ufficio Stampa
Movimento Regione Salento

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