il manifesto della regione salento autonomia e federalismo
il manifesto della regione salento autonomia e federalismo

La madre

DI TUTTE LE BATTAGLIE.

LA MADRE
DI TUTTE LE BATTAGLIE.

Quella che combattiamo sempre, perchè siamo nati per questo progetto, riguarda l’Autonomia del Salento. È necessario che il Salento diventi autonomo poiché senza una propria cabina di regia non ci sono margini di sviluppo. La nostra Regione, formata da Lecce, Brindisi, Taranto, rappresenterebbe l’undicesima su 21, con 1 milione e 800mila abitanti; più di Sardegna, Liguria, Marche, Abruzzo, Friuli, Trentino, Umbria, Basilicata, Molise, Valle d’Aosta.

Nel 1946 il più illuminato dei politici salentini, nostro padre ispiratore, Giuseppe Codacci Pisanelli, durante i lavori della Costituente, aveva posto le basi per ridare dignità a questo nostro territorio ma poi in aula per un solo voto sfumò. Un accordo tra Aldo Moro e Palmiro Togliatti e dunque DC e PC condannò la nostra terra.

Ci sono due modi per realizzare questo nostro progetto.

Uno è il riordino territoriale, ed esiste già un disegno di legge su uno studio commissionato da noi alla Società Geografica Italiana, che prevede una cancellazione reale di tutte le 110 provincie (che ormai sono contenitori vuoti), delle attuali regioni, delle città metropolitane e di tutti gli enti inutili, e la successiva istituzione di 31 dipartimenti o regioni nuove di dimensioni ottimali.
Quindi basterebbe un semplice emendamento, proprio come successe nel 1963 con il Molise: basterebbe che tutti i politici salentini fossero d’accordo, serve la volontà, è semplicissimo, basterebbe amore e passione per questa nostra terra. Potremmo in questo modo programmare il futuro dei nostri figli e di questa terra: diventeremmo i fabbri del nostro destino.

Il Federalismo liberale di Carlo Cattaneo alla base del nostro progetto perché pone in equilibrio pesi e contrappesi tra poteri dello stato e amministrazioni locali. Crediamo inoltre che un passaggio basilare per lo sviluppo futuro è rappresentato dal Federalismo fiscale territoriale e cioè fare in modo che le aziende paghino le tasse nei posti dove producono il reddito e non dove hanno la sede legale, poiché il sud è stato sempre depredato di risorse, capitali, e tasse.

La nostra idea pone al centro i cittadini: ecco perché abbiamo bisogno del nostro ente primario di prossimità. Vogliamo rimettere in equilibrio ogni cosa con la partecipazione attiva dei cittadini alla vita politica, poiché la conoscenza e la vicina al territorio è un valore assoluto.

Quella che combattiamo sempre, perchè siamo nati per questo progetto, riguarda l’Autonomia del Salento. È necessario che il Salento diventi autonomo poiché senza una propria cabina di regia non ci sono margini di sviluppo. La nostra Regione, formata da Lecce, Brindisi, Taranto, rappresenterebbe l’undicesima su 21, con 1 milione e 800mila abitanti; più di Sardegna, Liguria, Marche, Abruzzo, Friuli, Trentino, Umbria, Basilicata, Molise, Valle d’Aosta.

Nel 1946 il più illuminato dei politici salentini, nostro padre ispiratore, Giuseppe Codacci Pisanelli, durante i lavori della Costituente, aveva posto le basi per ridare dignità a questo nostro territorio ma poi in aula per un solo voto sfumò. Un accordo tra Aldo Moro e Palmiro Togliatti e dunque DC e PC condannò la nostra terra.

Ci sono due modi per realizzare questo nostro progetto.

Uno è il riordino territoriale, ed esiste già un disegno di legge su uno studio commissionato da noi alla Società Geografica Italiana, che prevede una cancellazione reale di tutte le 110 provincie (che ormai sono contenitori vuoti), delle attuali regioni, delle città metropolitane e di tutti gli enti inutili, e la successiva istituzione di 31 dipartimenti o regioni nuove di dimensioni ottimali.
Quindi basterebbe un semplice emendamento, proprio come successe nel 1963 con il Molise: basterebbe che tutti i politici salentini fossero d’accordo, serve la volontà, è semplicissimo, basterebbe amore e passione per questa nostra terra. Potremmo in questo modo programmare il futuro dei nostri figli e di questa terra: diventeremmo i fabbri del nostro destino.

Il Federalismo liberale di Carlo Cattaneo alla base del nostro progetto perché pone in equilibrio pesi e contrappesi tra poteri dello stato e amministrazioni locali. Crediamo inoltre che un passaggio basilare per lo sviluppo futuro è rappresentato dal Federalismo fiscale territoriale e cioè fare in modo che le aziende paghino le tasse nei posti dove producono il reddito e non dove hanno la sede legale, poiché il sud è stato sempre depredato di risorse, capitali, e tasse.

La nostra idea pone al centro i cittadini: ecco perché abbiamo bisogno del nostro ente primario di prossimità. Vogliamo rimettere in equilibrio ogni cosa con la partecipazione attiva dei cittadini alla vita politica, poiché la conoscenza e la vicina al territorio è un valore assoluto.

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