Non avevamo giocato un soldo bucato sul provvedimento pastrocchio di riordino delle Province, e ci ha abbiamo visto giusto, perché altrimenti avremmo perso.
Le solite cose all’italiana, come nei film di Totò, dove è tutto una presa in giro… Governo e Parlamento hanno posto fine nella maniera più ridicola alla messinscena della riduzione dei costi, dell’accorpamento delle Province e di tutta la filosofia sulla spending review riferita ai territori.
Un pastrocchio all’italiana, lo avevamo già detto e tale si è rivelata l’operazione riordino delle Province che rimarranno tutte sì, ma ancor più deboli e inutili essendo relegate ad Enti di secondo livello.
Territori che restano come erano prima. Si è trattato solo di uno scherzo sulla pelle dei cittadini, e su quella di qualche sindaco e amministratore locale preoccupato non dello sviluppo della sua città o della sua provincia, ma della crescita della propria carriera politica.
Adesso siamo punto e a capo e questo è un bene, perché pacificamente si può (se si vuole) riprendere un sereno confronto sul futuro della nostra terra e dell’Italia tutta.Prendiamo atto delle guerre fra campanili, prendiamo atto che la salentinità allargata ha fatto in parte cilecca e prendiamo atto soprattutto dell’incapacità della nostra classe politica. Se qualcuno aveva il sospetto che fossero tutti dei manichini, oggi ne abbiamo la certezza.
Da chi dobbiamo aspettarci una risposta concreta alla crisi economica e politica che investe l’Italia e il nostro Salento? Non certo dal Governo Monti (si è visto che performance), non certo dalla Regione (dov’era, cosa ha fatto?), non certo dalle Province… Lecce chiusa nella sua cornice barocca e fintamente aristocratica (lo diciamo da leccesi purosangue), Taranto soffocata dai suoi travagli, rivendicando ruoli di attore protagonista e Brindisi ridotta a Cenerentola che cercava un principe azzurro a buon mercato, orfana e sconsolata.
E infine non certo i nostri parlamentari. Questi sconosciuti…
E adesso? Beh adesso non ci dimentichiamo del passato, ma pensiamo al futuro. Spazio a chi realmente ama il Salento e vuole costruire un destino migliore per quella terra
I manichini lasciamoli nel ripostiglio, e i pupi mettiamoli nel presepe.
11/12/2012
di Paolo Pagliaro
Presidente Movimento Regione Salento
1 Comment
by Roberto D'ELIA
Adesso, visto che le acque ormai le hanno mosse, dovremmo riuscire a realizzare questa Regione Salento, negata già dalla fondazione delle regioni nel 1948, dobbiamo distaccarci dalla regione Puglia, non per odio, o per “razzismo” ma per opportunità economica, quei pochi soldi che possiamo raccogliere dal nostro turismo dalle nostre imposte e quei, ancor meno, soldi che arrivano da Roma devono essere divisi dalle nostre TRE PROVINCE (BRINDISI-LECCE-TARANTO) DOBBIAMO, creare una regione nuova, più piccola, quindi a mio avviso più amministrabile, spesso quando mi muovo dalla provincia di Brindisi fino al Gargano, mi rendo conto che la Nostra Puglia, è uno Stato, immensamente grande, cosa può saperne un amministratore garganico, dei problemi di Leuca, o un Amministratore di Leuca dei problemi del Gargano? è necessario, per un motivo di gestione, che le regioni governino aree composte da tre province, aree gestibili, per clima, per cultura, per economia. La scelta più difficile è la scelta del capoluogo, ognuna delle tre città vuole essere la prima donna, (impossibile dargli torto), ognuna di esse ha un qualcosa che l’altra non ha: Taranto ha la popolazione che di fatto la rende l’unica vera CITTA’ ; Lecce, ha la provincia più estesa rendendola pari a Firenze non solo per il Barocco, la mia Brindisi, ha la ferrovia (come Lecce e Taranto), ha il porto (come Taranto) ma anche l’Aeroporto questo le permette di essere più facilmente raggiunta, più facilmente collegata al resto di Italia e d’Europa; quale delle Tre scegliere, forse creare una nuova Città “Reggio Salento” (sulla falsa riga di Reggio Calabria o di Reggio Emilia) sarebbe l’ideale per calmare le tre, ma a parte gli scherzi, dovrebbe toccare al popolo delle tre province scegliere il capoluogo, visto che è l’unico che può avere, non ostante i campanilismi, un occhio obbiettivo sulla scelta del capoluogo, anche perché se si dovesse come io spero arrivare alla Regione, la scelta del capoluogo potrebbe condizionarci per Sempre.