Elaborato da Umberto Fanuzzi- Cantiere Regione Salento- 4 febbraio 2012
1- PREMESSA
Il Comitato delle Regioni dell’Unione Europea nel mese di ottobre 2011 ha emesso un “Progetto di Parere d’Iniziativa”relativo alla “Cooperazione territoriale nel bacino del Mediterraneo attraverso la MACROREGIONE ADRIATICO_JONICA” con il quale, dopo aver preso atto dell’approvazione da parte del Consiglio Europeo nell’ottobre 2009 dell’avvio delle procedure attuative della strategia europea finalizzata alla creazione della macroregione del Mar Baltico, oltre a ribadire l’importanza del ruolo svolto dai promotori di iniziative indirizzate al riconoscimento ed attuazione di strategie europee macroregionali rientranti nell’obiettivo della coesione territoriale previsto nel Trattato di Lisbona, riconosce la fattibilità del progetto della Macroregione adriatico-jonica.
Tale riconoscimento è stato formulato a valle della riunione del Consiglio Adriatico-jonico del 5 maggio 2010 cui parteciparono i ministri degli esteri dei paesi aderenti che all’unanimità approvarono l’obiettivo di pervenire alla istituzione ed al riconoscimento da parte dell’U.E. della Macroregione prima della detrminazione della nuova programmazione dei fondi strutturali per il periodo 2014-2020. I paesi promotori/sottoscrittori del progetto sono: Italia, Grecia e Slovenia ,paesi aderenti all’UE; Croazia, prossima all’adesione; Albania, Bosnia Erzegovina, Montenegro e Serbia, potenziali candidati all’adesione.
Il progetto, avviato dall’Iniziativa Adriatico-jonica (IAI) nel 2000 nel corso di una Conferenza sullo sviluppo e la sicurezza nel mare Adriatico e nel mar Jonio, è stato approvato con apposita mozione dal Senato della Repubblica Italiana nei primi giorni di gennaio 2012 con la quale viene impegnato il Governo a concertare in sede europea l’istituzione di una macroregione adriatico-jonica al fine di creare uno spazio comune in cui realizzare uno stadio più avanzato di integrazione politica ed economica dei paesi che sono localizzati principalmente sull’Adriatico.
Preliminarmente alla descrizione delle finalità, obiettivi ed azioni che compongono il progetto della macroregione adriatico-jonica, si ritiene opportuno descrivere lo “stato dell’arte” nel cui ambito si posiziona l’iniziativa promossa sostanzialmente dalla Regione Marche più di dieci anni fa.
La definizione di Macroregione Europea viene di fatto strutturata sulla base delle primeiniziative già avviate e riconosciute nella U.E. a metà dell’anno 2007 nel corso della preparazione della Strategia UE per la Regione del Mar Baltico e, poi quella per la Regione del Danubio, entrambe allo stato in corso di definitiva attuazione e di avvio delle attività operative. In queste occasioni, la macroregione è stata definita come “un’area che include territori di diversi paesi o regioni associati in una o più sfide comuni …. geografiche, culturali, economiche o altro” ovvero come organizzazione che “non assume connotati rigidi in quanto supporta una visione funzionale di un’area, per la quale non rilevano i confini fisici ed amministrativi essendo l’area di riferimento definita in funzione di opportunità comuni trasnazionali che richiedono un’azione collettiva”.
In sostanza la macroregione costituisce, a livello comunitario, una modalità innovativa di cooperazione territoriale a livello interregionale e trasnazionale capace di rafforzare il coordinamento delle azioni politiche in diversi settori, razionalizzando l’utilizzo delle isorse finanziarie, valorizzando il ruolo degli enti regionali e locali, coinvolgendo le organizzazioni della società civile, incentivando l’adesione e la partecipazione di paesi candidati o potenzialmente candidabili all’U.E:, attivando un modello di governance.
Come dianzi detto, l’U.E. ha già riconosciuto ed approvato i progetti della Macroregione del Baltico e quella del Danubio. Relativamente alla prima, cui partecipano la Danimarca, Svezia, Finlandia, Polonia, Estonia, Lituania, Lettonia, Germania, con una popolazione complessiva di 147.161.717 abitanti con un P.I.L. totale di E/ml 3.695,992 e con un P.I.L. pro-capite di E. 25.038, la Strategia definita si pone l’obiettivo di far fronte alle emergenze di carattere ambientale e di contribuire allo sviluppo economico integrato ed alla coesione sociale dell’area. Essa è basata su 4 pilastri: ambiente e sostenibilità ambientale; innovazione, energia, sviluppo economico e prosperità; accessibilità; sicurezza e dimensione umana e su un piano di azione articolato su 15 aree prioritarie di intervento e su 80 “progetti faro”. La Macroregione del Danubio, considerando che il delta del Danubio è stato dichiarato patrimonio mondiale dell’umanità dall’UNESCO, vede l’adesione di Austria, Ungheria, Romania, Slovacchia, Repubblica Ceca, Ucraina (4 regioni), Moldavia, Slovenia, Bulgaria, Serbia, Montenegro, Croazia, Bosnia Erzegovina, due land tedeschi(Baviera, Baden Wurttemberg), con una popolazione totale di 155.054.676 abitanti con un P.I.L. totale di E/ml. 1.861,887 e con un P.I.L. pro-capite di E. 12.008. La Strategia della macroregione, caratterizzata da zone di protezione e conservazione speciali e da un ecosistema unico e fragile, è finalizzata alla risoluzione del problema legato alle disparità socio-economiche, all’ottimale utilizzo del collegamento fluviale del Danubio, alla valorizzazione del patrimonio naturale e culturale, alla riduzione del crescente inquinamento, obiettivi da raggiungere con un piano di azione basato su 4 pilastri: connettere la regione danubiana; proteggere l’ambiente; costruire la prosperità dell’area; rafforzare la regione danubiana da realizzare mediante l’attivazione di 11 tipologie di interventi prioritari distribuiti all’interno di ogni pilastro.
Va evidenziato che sussiste anche una iniziativa promossa dall’Arge Alp per la istituzione della Macroregione Alpina per la quale è previsto la presentazione della proposta all’U.E. nel giugno 2012; ad essa hanno aderito le Regioni austriache Tirolo, Salisburgo, Volberg; la regione della Baviera; le Regioni Lombardia, le province autonome di Trento e Bolzano; le regioni svizzere dei Cantoni Ticino, Grigioni e San Gallo.
Assume particolare rilevanza, ai fini della valutazione della concreta fattibilità della macroregione adriatico-jonica, la decisione assunta dalla Commissione Intermediterranea della U.E denominata “Strategia Mediterranea Integrata” che ha definito i principi e le modalità da adottare perchè essa divenga uno dei pilastri della nuova programmazione dei fondi comunitari per il periodo 2014-2020. La Commissione ritiene necessario che la strategia adotti i principi della Politica di Coesione ed un approccio territoriale integrato e multilivello coerente con i Programmi Operativi nazionali, interregionali e regionali nell’ambito dei quali devono assumere priorità i programmi strategici e di capitalizzazione realizzati dai programmi attuali di cooperazione territoriale europei (quali ad esempio: IPA CBC Adriatico, Interreg IV/ A; Interreg IV/B, SEE, MED, IPA strumento di preadesione). La Commissione individua anche tre priorità: promozione della sostenibilità ambientale nel bacino del Mediterraneo (gestione dello spazio marittimo, agricoltura e ambiente rurale, pesca, acqua, energie rinnovabili); promozione delle condizioni di accessibilità e competitività del bacino mediterraneo; promozione dello sviluppo socio-economico e del rilancio dei territori:innovazione e ricerca.
2- LA MACROREGIONE ADRIATICO-JONICA
2.1- Soggetti promotori
Regione Marche, Iniziativa adriatico-jonica (I.A.I.), l’associazione Euroregione Adriatica cui partecipano molti paesi che si affacciano sull’Adriatico, Forum delle CCIAA dell’Adriatico e dello Jonio( 38 enti camerali), Forum delle città dell’Adriatico e dello Jonio (52 comuni fra cui: Alessano, Casarano, Tricase-LE; Brindisi, San Pietro Vernotico, Torchiarolo-BR), la Rete virtuale ADRION delle Università presenti nel bacino adriatico-jonico.
2.2- Paesi e regioni aderenti
Italia (Regioni: Marche, Abruzzo, Molise, Puglia, Calabria, Sicilia, Basilicata, Veneto, Emilia Romagna, Friuli V.G.), Albania, Grecia, Slovenia, Serbia, Croazia, Montenegro, Bosnia Erzegovina, con una popolazione totale di 58.487.073 abitanti, con un P.I.L. totale di E/ml. 967,294 ed un P.I.L. pro-capite di E. 16.539.
2.3- Obiettivo istituzionale del progetto di Macroregione
Per ottenere il riconoscimento definitivo dall’U.E. Prima del 2014 in modo da utilizzare le risorse che faranno parte dei nuovi Fondi Strutturali che saranno programmati per il periodo 2014-2020, verrà costruito un organismo caratterizzato da una forma innovativa di cooperazione interregionale e trasnazionale tra Autorità locali, Regionali, Stati membri dell’U.E.ed in fase di adesione e la stessa U.E. per dare, applicando diffusamente il principio comunitario della sussidiarietà, concretezza all’obiettivo comunitario della coesione territoriale; organismo che sia capace di valorizzare tutte le esperienze di cooperazione esistenti e di consolidare il processo di integrazione fra i paesi ed al loro interno, promuovendo la realizzazione dello sviluppo economico sostenibile e sociale equilibrato, consentendo contestualmente il rafforzamento della sicurezza dell’intero bacino mediterraneo.
La realizzazione della macroregione, in quanto area funzionale, non genererà nuove regolamentazioni né nuovi organi né nuove tipologie di fondi perchè essa sarà regolamentata dalle norme già esistenti, creerà una rete/piattaforma/raggruppamento territoriale che opererà sotto la responsabilità delle istituzioni europee e che, mediante l’adozione di un sistema di partenariato sovranazionale che valorizzi la pluralità delle iniziative presenti e future che potrebbe assumere la forma giuridica di un gruppo europeo di cooperazione territoriale (GECT), utilizzerà forme efficaci per ottenere l’integrazione fra le varie programmazioni di risorse finanziarie disponibili per lo sviluppo. In questa ottica, sarà data piena attuazione agli obiettivi che caratterizzano la Strategia della Macroregione così come già avvenuto per le altre due macroregioni riconosciute dall’U.E..
Il percorso da seguire per addivenire alla attivazione dell’organismo così come descritto deve affrontare e risolvere una serie di problematiche quali, ad esempio, la necessità di coordinare tre livelli di governance(comunitarie, nazionali, regionali) nella fase di attuazione della strategia; il rischio che le risorse acquisite possano esere assorbiti prevalentemente dai costi amministrativi; la necessità di armonizzare tutti gli strumenti comunitari e nazionali istituzionali e finanziari esistenti; l’opportunità di riorientare in corso d’opera i fondi già vincolati implementandoli con i programmi in itinere (P.O.N., Fondi strutturali).
2.4- Obiettivi strategici
Essi possono essere così sintetizzati:
a)- creare una aggregazione di regioni finalizzata ad includere territori parti di diversi paesi o regioni associati da una o più caratteristiche comuni quale strumento di attuazione di politiche comunitarie interregionali e trasnazionali già esistenti e di coordinamento nell’utilizzo efficiente di istituzioni, legislazioni e di fondi già disponibili per la realizzazione di pochi ma concreti progetti allo scopo di ottenere un maggior valore aggiunto rispetto a quello ottenibile dai singoli paesi o regioni;
b)- miglioramento e rafforzamento della situazione socio-economica, del livello delle infrastrutture materiali ( sistema di smaltimento dei rifiuti, sistema idrico-fognario) ed immateriali e del livello di integrazione sociale e della sicurezza;
c)- miglioramento dell’efficienza e completamento di reti di trasporto, di collegamenti e della mobilità (corridoi baltico-adriatico verso sud- Corridoio VIII; nuove reti TEN T; piattaforme multimodali Udine, Venezia, Ravenna; piattaforme portuali Ancona, Bari, Brindisi; corridoi ferroviari Napoli- Reggio Calabria, Messina-Palermo, Napoli-Bari) e delle reti di energia in una logica di sostenibilità ambientale;
d)- protezione e tutela dell’ecosistema, delle coste e dei mari e delle risorse naturali contro un uso eccessivo dell’habitat non solo costiero ed i rischi connessi all’inquinamento (emissioni di agenti inquinanti nell’atmosfera) ed ai disastri naturali;
e)- miglioramento e valorizzazione del livello della cultura e sviluppo integrato dell’economia turistica sostenibile che consenta di ottenere nuova occupazione sopratutto giovanile e femminile;
f)- miglioramento e valorizzazione dell’ambiente agricolo e dello sviluppo rurale, dello sviluppo controllato della pesca;
g)- miglioramento dei rapporti e della collaborazione fra le Università e diffusione dell’innovazione tecnologica nei settori produttivi finalizzata al miglioramento del loro livello competitivo e dell’incremento dell’occupazione, nell’ambiente e nel sistema della salute, sostenendo anche la mobilità dei ricercatori, dei docenti e degli studenti;
h)- creazione di una rete diffusa di servizi a favore del sistema delle PMI e attivazione di una stretta cooperazione tra i distretti industriali e tecnologici;
i)- sviluppo e valorizzazione delle iniziative imprenditoriali attivate da giovani e donne;
Allo scopo di raggiungere gli anzidetti obiettivi, sono stati già sottoscritti specifici Protocolli di Intesa finalizzati allo sviluppo e realizzazione di progetti di interesse comune quali, ad esempio, quelli sulla collaborazione tra PMI, sulla cooperazione nei settori del turismo e delle piccole e medie imprese, al supporto dello sviluppo rurale e quello di collaborazione in materia culturale.
3- LA CONSISTENZA ECONOMICA DELLA MACROREGIONE ADRIATICO-JONICA
La caratteristica costante degli obiettivi strategici prima descritti è naturalmente quella di ottenere, oltre che l’integrazione e la coesione dei sistemi-paesi componenti la macroregione, lo sviluppo economico-sociale dei territori in un’ottica di riduzione delle disuguaglianze oggi presenti. A questo proposito, è utile riportare i dati economici di partenza riferendosi ai parametri usualmente in uso per determinare lo status attuale delle economie da utilizzare in termini di confronto con i risultati che saranno ottenuti nel corso dell’attuazione degli interventi programmati ed al termine del periodo di operatività dell’intero programma. Naturalmente, la fase in cui si trova ora la determinazione dei contenuti programmatici e la focalizzazione degli obiettivi non consentono di disporre dei risultati economici finali dello stesso e, pertanto, allo stato ci si limita a tracciare il quadro economico di riferimento iniziale (dati FMI per paesi; ISTAT per regioni italiane) oltre che la consistenza della popolazione residente nei luoghi interessati alla macroregione (medesime precedenti fonti).
Paese/Regione Popolazione P.I.L. totale (2010) P.I.L. Pro-capite (2010)
2010 md/E euro
Slovenia 2.052.821 36,290 17.678
Croazia 4.437.460 46,240 10.420
Bosnia Erzeg. 3.970.000 23,050 5.806
Serbia 7.292.754 29,730 4.077
Montenegro 631.490 3,040 4.814
Albania 3.204.284 8,960 2.796
Grecia 11.319.048 231,660 20.416
Marche 1.565.614 41,439 26.468
Abruzzo 1.342.725 28,968 21.564
Molise 319.699 6,332 19.806
Calabria 2.011.129 33,501 16.658
Sicilia 5.050.539 88,329 17.489
Basilicata 587.385 1,058 18.021
Puglia 4.091.502 69,281 16.933
Friuli V. G. 1.235.584 35,703 28.896
Veneto 4.940.002 147,118 29.781
Emilia Romagna 4.435.037 136,595 30.799
TOTALI 58.487.073 967,294 16.539
La lettura della tabella consente di fare alcune valutazioni ed, in particolare, che, fatta eccezione della Grecia e della Slovenia, il P.I.L. pro-capite dei paesi dell’ex-Jugoslavia e dell’Albania sono consistentemente inferiori a tutte le regioni italiane aderenti alla macroregione, anche se alcune di queste presentano valori notevolmente inferiori rispetto alle altre (Puglia, Calabria, Sicilia). La partecipazione dei citati paesi al programma rappresenta una occasione opportuna per il superamento della debolezza strutturale della loro economia con effetti benefici sull’occupazione e sul sistema sociale della popolazione locale. Ciò vale anche per alcune regioni italiane e specificatamente per la Puglia.
Solo ai fini di un confronto della consistenza dei parametri riferiti allla macroregione adriatico-jonica rispetto a quelli già prima evidenziati delle altre due macroregioni già riconosciute dall’U.E., si riporta la tabella che segue:
Macroregione Popolazione P.I.L. totale P.I.L. Pro-capite 2010 md/E euro
Baltico 147.161.717 3.695,992 25.038
Danubio 155.054.676 1.861,887 12.008
Adriatico-jonica 58.487.073 967,294 16.539
Dal confronto emerge che la dimensione territoriale della macroregione adriatico-jonica risulta pari a circa un terzo delle altre ed il suo P.I.L. pro-capite è posizionato su un livello intermedio rispetto a quello caratteristico delle stesse.
4- LA REGIONE SALENTO NEL CONTESTO DELLA MACROREGIONE
ADRIATICO-JONICA
Con riferimento ai parametri riportati nelle tabelle precedenti, si ritiene utile rapportare la consistenza di quelli determinabili per la Regione Salento allo scopo di ottenere conferme circa la sussistenza delle condizioni sia demografiche che, sopratutto, economiche necessarie a che la stessa
possa ritenersi a tutti i titoli parte strutturale della Strategia che è alla base dell’iniziativa in itinere.
A tale scopo, si evidenziano nella tabella che segue i valori relativi all’anno 2010 corrispondenti a quelli indicati nel precedente paragrafo:
Province Popolazione P.I.L. totale (md/E) P.I.L. pro-capite(euro)
Taranto 582.992 9,882 16.951
Brindisi 403.096 6,342 15.734
Lecce 815.556 13,479 16.527
Totali Regione
Salento 1.801.644 29,703 16.487
residuano:
Bari/BAT/Foggia 2.297.325 39,578 17.228
La tabella consente di affermare che, pur mantenendosi il P.I.L. pro-capite fra i più bassi rispetto a quello delle altre regioni italiane, è consistentemente superiore a quello di altri paesi aderenti alla nuova iniziativa fatta eccezione per la Slovenia e la Grecia. Occorre anche tenere conto del trend di sviluppo registrato dal parametro in esame nell’ultimo decennio che è stato pari per le province di Taranto, brindisi, Lecce rispettivamente al + 80.77%, + 63.89%, + 68.40% contro una media complessiva regionale pugliese del + 56.57%.
06/02/2012
di Umberto Fanuzzi
Area Economica
Cantiere Movimento Regione Salento