Il Presidente del Movimento che promuove l’istituzione della Regione Salento, Paolo Pagliaro, replica con fermezza alle critiche mosse ieri al suo progetto sulle pagine del Corriere del Mezzogiorno dagli ex presidenti della Provincia di Lecce , Giovanni Pellegrino e Lorenzo Ria. “L’ ostracismo nella democrazia ateniese era un istituto volto a punire con un esilio temporaneo di 10 anni coloro che avrebbero potuto rappresentare un pericolo per la città. Sono un po’ spaventato. Ma ci fu anche chi, come Aristide il Giusto, fu ostracizzato perché la sua buona reputazione lo rendeva, indipendentemente dalle sue intenzioni, un tiranno potenziale. Si doveva dunque fargli perdere la sua “capacità politica”. In questo senso mi sopravvalutano”.

A parte le dotte citazioni, non la preoccupano le opinioni di Pellegrino e Ria che sono due esperti avvocati amministrativisti?

“Sa da quanto tempo non li vedevo andare così d’accordo? Questo mi fa piacere, ho stima per entrambi”.
Pellegrino dice che il Parlamento non approverà mai una nuova Regione.

“Mi scusi, ma su questo la mia obiezione è nettissima: un parlamento di nominati si deve quantomeno adeguare alle richieste che provengono dal basso, e che fra l’altro si fondano sull’iter previsto dall’articolo 132 della Costituzione. E’ ancora valido l’articolo che recita che il popolo è sovrano?

Il Senatore sostiene il contrario. I Consigli Comunali hanno deliberato solo sul Referendum, non nel merito dell’Istituzione di una nuova Regione.
“Mi stupisce. Giovanni Pellegrino non ha seguito con attenzione la vicenda dal punto di vista tecnico. E’ fuori strada, e non è da lui. Lo è talmente tanto che la rigorosa selezione della Cancelleria della Corte Costituzionale ha ammesso tutte e 61 le delibere, confermando la legittimità dell’iter”.

Pellegrino dice anche che “il Salento si avvita su se stesso, dando una pessima immagine di se’…”

“Macché, piuttosto abbiamo dato un giro di vite al dibattito, ottenendo centralità per la questione salentina, che esiste. Nelle scorse ore i Presidente delle Province sono stati costretti a presentare a Vendola per l’ennesima volta le stesse infrastrutture che Pellegrino, Florido ed Errico presentarono cinque anni fa. Di cosa stiamo parlando? Il Senatore sa che non è così. E lo sa sulla sua pelle. Sul trasferimento di competenze ci fu un gelo prolungato fra lui ed il Governatore”.

Ria invece dice che la sua Telerama non è riuscita a condizionare gli eventi, perché quei pezzi di politica che hanno detto “no” non hanno paura di perdere visibilità. 

“Vi prego, ditemi di tutto, ma non che non sia un buon editore. Queste cose non si fanno, e consentitemelo, non si dovrebbero neanche dire. Sono offensive, strumentali. E’ un argomento meschino”.

Non è un po’ duro sull’argomento?

“Mi difendo dalla malvagità. Telerama è la televisione che fa inchiesta giornalistica, è un’infrastruttura immateriale al servizio del territorio. Giù le mani. Non consento a nessuno di attaccare Telerama, il suo direttore e i suoi giornalisti”.

Ria parla di “decine di Comuni che hanno detto no perché il sentimento separatista non esiste…”

“Undici Comuni hanno detto “no”. In italiano undici è poco meno di una dozzina. Dire “decine” significa 30, 40, 50…sbaglio? I Comuni che hanno detto si sono 63. Anzi le do una notizia in tempo reale. 64, Martignano, in Provincia di Lecce, nel cuore della Grecìa, per un totale di assemblee rappresentative di 777.391 cittadini”.

Ria dice che non bastano, che “servono le richieste di Comuni per 1.400.000 mila cittadini, un terzo dell’intera Puglia”.

“Su questo ho sentito il Prof. Luigi Melica, che ne sa sicuramente più di me. Mi ha spiegato sin da subito che, ai sensi dell’art. 132, il concetto di popolazioni interessate si riferisce inequivocabilmente all’area che vuole istituirsi come nuova Regione. Lo dicono gli atti della Costituente, una dottrina unanime e una giurisprudenza che si è espressa su vari casi (passaggi di Comuni da una Regione ad un’altra) i cui principi sono perfettamente applicabili a questa nostra fattispecie. E comunque, attendiamo serenamente il giudizio della Corte di Cassazione, che dovrebbe ribaltare dottrina e giurisprudenza consolidate. In quel caso ne prenderemmo atto”.

Il parlamentare UDC parla anche di “propaganda illusoria” da parte vostra.

“Non credo parli a nome dell’UDC, anzi, lo escluderei. La propaganda? Quella la fa la politica. Fate un sondaggio, e ve ne accorgerete. La verità è che ci vedono come un’invasione di campo. Perché vogliamo riempire la loro agenda di giuste rivendicazioni. Sa che bell’impiccio che siamo noi della cosiddetta società civile?”

A proposito di sondaggi, sul nostro sito ce ne è uno, che riporta un sostanziale pareggio fra favorevoli e contrari, lo vuole commentare?

“Non credo ai sondaggi via web, ma un pareggio è una vittoria per noi. Il Corriere del Mezzogiorno lo leggono tutti i Pugliesi e non solo. Guardate un po’ la provenienza dei voti. L’80% dei leccesi e più del 60% dei salentini è sicuramente con noi. Ma presto i baresi e i pugliesi della BAT e di Foggia arriveranno a capire che la Regione Salento conviene anche a loro. Ci vedono come una zavorra. E invece, se ci autodeterminiamo, siamo competitivi con le regioni più ricche, ed all’avanguardia d’Europa. Di certo saremo la meno sprecona”.

Corriere del Mezzogiorno 23/12/2010
di Antonio della Rocca

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