Intervento sul Quotidiano del 24.10.2014
Non intendo aprire un contenzioso con il territorio, tantomeno immaginare una resa di conti dopo l’occasione perduta, ma non posso nascondere il disappunto per la sconfitta nell’importantissima battaglia per Lecce capitale della cultura europea 2019. Forse l’ultima opportunità per questa terra.
Ne avevamo bisogno e sarebbe stato anche un risultato alla portata, ma sono mancate almeno tre cose fondamentali: il coinvolgimento dell’intera comunità salentina, della politica e l’assenza della Regione Puglia.
Diciamocelo in faccia, senza timore, abbiamo ballato da soli, ce la siamo cantata fra noi perché sapevamo che nessuno ci avrebbe offerto un’orchestra. E’ con la concertazione di un sistema intero, invece, che la città di Matera ha vinto il concorso.
Matera aveva tutto dalla sua parte i comuni della sua provincia, quelli dell’altra provincia di Potenza, il capoluogo di regione, e poi la Regione Basilicata che adesso è orgogliosa di aver portato a casa un risultato storico.
Per capirci, Matera è stata l’unica delle città candidate finaliste, ad aver costituito una fondazione con il nome Basilicata-Matera 2019, con una dotazione di 25 milioni di euro di investimenti su 50 stimati, deliberati dalla Regione con un Accordo di programma quadro con il comune di Matera che aggiunge altri 5 milioni, 10 sono attesi dallo Stato, 8 da sponsor e 2 da diritti commerciali.
L’influenza del livello istituzionale è stata massima nelle dinamiche che hanno portato alla scelta di Matera. La Basilicata, infatti, è una Regione vera, certamente autentica, è la Regione ideale, di dimensioni ottimali, vicina al territorio e devota alla sua storia. Una regione omogenea dal punto di vista turistico, culturale e antropologico, un territorio coeso, formato da una storia comune, unito da medesime problematiche e stesse aspirazioni.
E la Puglia? La Puglia, ha dimostrato ancora una volta di non esistere, ha fatto ridere da subito, presentandosi con molteplici candidature. Ogni capoluogo di provincia si è proposto con la presunzione di poter arrivare fino in fondo. Già in questo si chiarisce lo spirito di divisione estrema che anima questa enorme, disomogenea e farraginosa regione lunga 450 km.
Lecce, Taranto, Bari, che pretendevano di potersi “mettere in proprio” spendendo inutili energie e sprecando denari su fronti separati. La Basilicata invece ha fatto fronte unico, ha scelto di puntare tutto sulla sua perla.
Ma davvero pensiamo che possa esserci rivalità o invidia in una regione? A Potenza hanno festeggiato la vittoria della terra di Lucania, non la vittoria di Matera. Secondo voi in Puglia sarebbe stata la stessa cosa? Mai e poi mai, lo sappiamo. I baresi hanno fatto festa, fregandosi le mani prevedendo già lauti affari.
A Potenza sanno tutti che la città più bella e suggestiva della regione Basilicata è Matera. A Potenza si tengono il capoluogo di regione ma sanno tutti che la capitale della cultura e del turismo è l’altra città. Senza scandalo, senza sopraffazioni e invidie. E senza indifferenza o addirittura conflitti.
La regione, quindi, o meglio la Regione con la maiuscola, è ciò che fa la differenza. Con la Regione Salento avremmo avuto una spinta energica, un motore turbo lanciato a tutto regime verso Lecce, la città più bella del Sud, anche più bella di Matera e certamente più importante. Avremmo fatto massa critica, avremmo fatto sentire la nostra influenza, avremmo avuto un peso specifico ben diverso.
Non si vince con la storia e con i monumenti, lo abbiamo imparato. Col barocco non si vincono certe competizioni, ma con lo spirito e la garanzia data dagli interessi diffusi che si ritrovano sotto l’unico scudo dell’intero Salento di un progetto condiviso.
I commissari europei hanno apprezzato la nostra straordinaria città, ma ci hanno giudicati vecchi, chiusi in una visione aristocratica e barocca della vita, poco moderna, poco reattiva, poco propositiva, troppo artefatta ed esageratamente erudita nella ricerca accademica delle eutopie. Bastava parlare come si mangia, come in fondo hanno fatto a Matera, dove la disarmante semplicità del posto e dei suoi abitanti ha convinto tutti, e dove il coinvolgimento è stato totalizzante e generale.
A Lecce, invece, la cosa è stata vista come una crociata del sindaco Perrone o un fatto interno ai burocrati del Comune, un evento di nicchia, un avventura per pochi, la solita elite da salotto buono. Ed ecco che è venuta meno la spinta dal basso.
Un incrocio maldestro che ha prodotto il risultato che abbiamo sotto gli occhi, con Lecce che si deve augurare adesso di poter collaborare con la piccola Matera.
Certo se avesse vinto, nessuno avrebbe scritto nulla sull’argomento, ma per noi del Movimento Regione Salento è diverso. In fondo diciamo queste stesse, identiche cose da troppi anni e nessuno ci ascolta, perché Bari è sorda, diceva l’ex presidente della Provincia di Brindisi Errico, i nostri parlamentari hanno la testa rivolta solo a Roma, i consiglieri regionali a Bari, i partiti non ci sono e i leader si sono estinti… L’Europa è lontana e in Basilicata hanno Pittella.
E allora come si fa a diventare capitale? E infatti…
Di Paolo Pagliaro
Presidente
Del Movimento Regione Salento