Da qualche tempo ormai le cronache politiche locali si interessano del movimento Regione Salento, con interventi dei più noti esponenti della politica regionale e della vita sociale locale e regionale.

Il movimento Regione Salento ha il merito, indiscutibile, di sollecitare l’attenzione della comunità del “Grande Salento” (provincie di Lecce, Brindisi e Taranto) sulle politiche di investimento delle risorse regionali, gravemente penalizzanti per il territorio salentino, rispetto a quello del capoluogo regionale e ai territori del Nord della Regione Puglia.

Con il contributo tecnico dei valorosi Prof. Portaluri e Melica e di altri docenti del settore economico, sono stati resi noti i dati finanziari che hanno spinto i promotori del movimento ad intraprendere una campagna di sensibilizzazione sociale e politica su un problema (quello dell’impiego equilibrato delle risorse finanziarie locali) tra i più delicati che si verifica in conseguenza del c.d. “federalismo fiscale”, tanto caro a tutte le forze politiche.

Nell’ampio dibattito che è scaturito dalle lodevoli iniziative del Movimento Regione Salento, mi pare doveroso sollecitare l’attenzione dei responsabili del Movimento e delle forze politiche e sociali, su uno degli aspetti più rilevanti dello squilibrio finanziario causato da un improprio uso delle risorse economiche regionali: quello della Salute Pubblica. Da molti mesi, infatti, l’informazione locale si occupa del problema della mancanza di strumentazioni diagnostiche adeguate per fronteggiare patologie gravissime (il caso della PET-TAC è il più clamoroso). Ciò è dovuto – in parte – anche ad una inadeguata distribuzione delle risorse del Fondo Sanitario Regionale da parte della Regione Puglia.

Dalle dichiarazioni degli stessi rappresentanti regionali, infatti, risulta che il mancato avvio di una PET-TC pubblica e il mancato finanziamento dell’unica PET-TC privata derivi dalla “mancanza di fondi”; vi è da chiedersi, tuttavia, perché su 5 PET-TC attualmente presenti in Puglia, 4 sono ubicate nel Nord della Regione (e cioè nel territorio di Bari, BAT e Foggia) e solo 1 in quello del Regione Salento (si tratta della PET-TC di Brindisi, che, nonostante gli ammirevoli sforzi, non riesce affatto a smaltire le richieste prima di 60 giorni). Vi è da chiedersi perché la Regione Puglia finanzi con diversi milioni di euro ogni anno una PET-TC presente a Bari, collocata su un camion mobile in un parcheggio, con risorse del FSR – e quindi anche con soldi dei cittadini salentini -, mentre per l’ASL LE e per l’ASL TA non vi sono le risorse necessarie per l’avvio di una PET-TC pubblica ovvero per il finanziamento della PET-TC privata e accreditata già esistente nel territorio provinciale di Lecce. Anche sotto questo aspetto la Regione Salento rappresenta, allora, un’opportunità da non perdere, perché è davvero inaccettabile che una comunità locale partecipi, con le proprie risorse, al funzionamento della Sanità Regionale, subendo il pregiudizio di una ingiusta e iniqua politica regionale.

14/03/2011
di Fabio Patarnello
Movimento Regione Salento

 

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