Finalmente è arrivata l’Estate e il Salento si agghinda a festa e fa innamorare i turisti con le sue tradizioni, i suoi monumenti, la sua gastronomia, le sagre, la pizzica, le bellissime masserie, i borghi, la campagna, le spiagge, il mare, ed è impossibile non rimanere incantati da questa bellissima terra.
Però le criticità sono tante, dobbiamo analizzarle e cercare la soluzione; non cresceremo mai continuando a mettere la polvere dei problemi sotto al tappeto.
Vogliamo evidenziarle con lucidità, senza paura di essere smentiti, perché siamo stanchi di far recitare alla nostra terra la parte della bellissima Cenerentola d’Italia.
Lo facciamo da anni, lo faremo ancora.
Se scattiamo una foto alle nostre bellezze diventa una cartolina da spedire a chiunque, immaginando lo stupore del destinatario.
È solo una cartolina però, perché nulla è quello che sembra, ma possiamo affermare con certezza che il Salento potrebbe essere ancora più bello rispetto a quella cartolina ma nasconde dei problemi che si svelano da soli non appena si passa Bari.
L’autostrada termina a Bari, e poi il Frecciarossa e l’alta velocità che ci scansano, e quindi parliamo di trasporti: il resto diventa un viaggio della speranza tra strade dissestate e pericolose, treni preistorici, con 40 gradi che non facilitano la percorrenza, collegamenti da serie C in una terra dal potenziale di serie A, per non parlare dell’Aeroporto del Salento che non ha un collegamento diretto con Lecce e con Taranto e con nessun centro importante, da Ostuni, a Martina Franca a Campomarino, Gallipoli, Santa Maria di Leuca, Otranto, nessuna navetta che agevoli i turisti; e quindi una volta sbarcati bisogna fare i conti con una vera e propria Odissea per raggiungere i posti più rinomati del Salento.
Eppure si è sempre parlato di Metropolitana di superficie ma sono rimaste solo parole mentre a Bari realizzano il collegamento in treno dall’aeroporto alla stazione.
E si quella stazione che sarà la stazione di testa dell’alta velocità che fermandosi a Bari condannerà il Salento ad una ulteriore discriminazione.
A fare da cornice al viaggio della speranza, oltre alla qualità delle strade, ci sono caterve di rifiuti abbandonati che farebbero venire il voltastomaco a chiunque; e nonostante l’ottima campagna di sensibilizzazione voluta dal Nuovo Quotidiano di Puglia in cooperazione con Legambiente, “Sporchiamoci le mani”, accade ancora che i rifiuti vengano abbandonati in malo modo.
Continuando a parlare di strade non possiamo non sottolineare la mancanza di una adeguata segnaletica e sono sempre più pericolose, basta guardare gli incidenti mortali all’ordine del giorno.
Accade tutto questo perché le Province, svuotate di risorse, non possono permettersi interventi.
Ecco perché continuiamo a parlare della necessità oramai ineludibile di Autonomia del Salento e di un sano federalismo che aiuti i territori periferici e di fiscalità territoriale, in modo che le aziende paghino le tasse laddove producono il reddito, e anche danni possiamo dire, e non dove hanno la sede legale così come succede per tutte le grandi aziende, le banche, i supermercati.
L’Autonomia per il Salento rappresenterebbe un importantissimo valore che ci permetterebbe di crescere e di mettere in ordine le cose, eliminando ingiustizie, disparità, sporcizia, e valorizzando bellezze, cultura, e il futuro di questa terra.
Dobbiamo essere critici con noi stessi e ammettere che siamo schiacciati dal baricentrismo e da un sistema che ci penalizza da sempre.
Noi non abbiamo nulla contro nessuno, chiediamo soltanto giustizia per noi, chiediamo soltanto di avere la possibilità di poterci giocare la nostra partita alla pari, per cercare la vittoria, che rappresenterebbe il futuro dei nostri figli.
Dobbiamo inoltre essere onesti: quali servizi offriamo ai turisti?
Abbiamo personale qualificato?
In questa direzione dovrebbero muoversi le associazioni di categoria con l’obiettivo di formare persone in grado di rispondere alla domanda e in grado di formulare una limpida offerta che non nasconda sorprese di basso livello.
Chi confonde l’autonomia con il secessionismo non ha capito nulla e non vuole comprendere la materia.
Ovviamente non siamo d’accordo con l’autonomia differenziata e non siamo d’accordo che il tema sia proposto dalle tre regioni più ricche, chiaramente questa cosa crea una giusta diffidenza, ma siamo per una autonomia reale per tutti che parta da basi uguali con gli stessi servizi e diritti.
Per fare questo bisogna mettere in ordine tutti i territori e anche qui abbiamo un progetto di legge pronto, già presentato.
È giunta l’ora che i salentini ragionino “per il Salento”, perché con lo slogan “Lu sule, lu mare e lu ientu” la nostra terra rimarrà soltanto una cartolina ingannevole, senza futuro.
Noi ragioniamo “Per il Salento”; al Nord hanno avuto la Lega, noi dobbiamo ragionare con quella mentalità, perché loro hanno fatto di tutto per valorizzarsi e ci sono riusciti, noi non abbiamo fatto nulla perché siamo troppo occupati a non voler guardare in faccia la realtà e perdiamo tutto il tempo a compiacerci per la bellezza d’una cartolina.
Paolo Pagliaro
Presidente Movimento Regione Salento
Intervento pubblicato sul Quotidiano di Puglia del 4 luglio 2019
