Sono scesi in piazza ieri gli olivicoltori e vivaisti piegati dal dramma della Xylella. Due anni tragici che hanno fatto emergere tutte le debolezze di una politica inadeguata che ha dimenticato la necessità di rendersi utile, risolvendo i problemi.
Gli ulivi rappresentano da sempre un simbolo del Salento, che oggi rischia di cambiare immagine irreversibilmente. Nei tg e sui giornali, quelle immagini di ulivi secchi e bruciati suonano come una sconfitta e una piaga socio-economica, ma anche come una denuncia dell’inazione istituzionale.
Due anni in cui gli operatori del settore hanno patito un assordante silenzio da parte di Vendola e del Pd, così inspiegabile da sembrare strategico. Strategico per distruggere non solo il paesaggio, ma anche un settore di florida e significativa economia.
Ieri è stata una giornata di rivelazione anche della scarsa rappresentatività di alcune associazioni di categoria: il comitato spontaneo è nato per sostituirsi a sigle più interessate a non dare fastidio alla sinistra che a difendere i loro rappresentati.
Decine di migliaia di ettari bruciati, senza che nessuno –per ben due anni- facesse qualcosa per limitare i danni. Un’onta, una macchia indelebile che rischia di far saltare il banco e, nonostante ciò, la Regione chiede di più: non solo non ha sostenuto i produttori e vivaisti che hanno visto franare i loro redditi, ma ha imposto anche degli interventi a loro carico. Oltre al danno, anche la beffa. Fummo tra i primi a lanciare l’allarme sulla Xylella, ma dall’alto della loro incompetenza, Vendola e Stefano e Nardoni come spesso accade non vollero ascoltare. Oggi, invece, sono costretti a guardare il dolore dei nostri concittadini, abbandonati al loro destino mentre protestano per strada. Io sono con loro.
di Paolo Pagliaro
25/02/2015