L’intervista del Presidente Paolo Pagliaro sul Quotidiano di Puglia del 13 maggio 2022:
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Consigliere, lei si batte da tempo per il cambio di localizzazione del parco offshore di Odra. Recentemente ha anche ottenuto che l’assessore Maraschio confermasse anche in assemblea la sua contrarietà. È soddisfatto?
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.• “Sono soddisfatto perché finalmente c’è un parere ufficiale del Governo regionale, perché l’assessora Maraschio in modo chiaro ha detto no al progetto in questione anche perché sorgerebbe a soli 12 chilometri da una costa ritenuta tra le più belle in assoluto. Un impianto eolico di quelle dimensioni avrebbe un impatto visivo troppo forte e diventerebbe uno sfregio insanabile. Ovviamente questo è solo il primo importante passo ma era necessario partire proprio da qui per dare seguito ai tanti no del territorio”.
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In che modo il no del governo pugliese potrebbe valere qualcosa nell’iter autorizzativo che di fatto ha fa tempo estromesso le Regioni? I territori si sentono imponenti?
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• “Ribadisco che non è vero che la Regione e i territori non hanno voce in capitolo, perché è esattamente il contrario. Esistono gli strumenti e devono essere usati per esercitare il pieno diritto di difendere il nostro patrimonio di bellezza. La Regione Puglia, con delibera di Giunta approvata l’8 marzo scorso, ha recepito le linee guida della bozza del Piano di gestione nazionale, rinviando la definizione delle unità di pianificazione, cuore delle scelte che la Regione dovrà compiere. E nulla dice sulla piattaforma continentale oltre le 12 miglia in direzione Grecia-Albania. È necessaria l’adozione di una seconda delibera, con cui la Regione deve decidere il suo punto di vista con riferimento alla piattaforma continentale. Delibera che dev’essere poi inviata al Comitato Tecnico Scientifico che sta formando il Piano nazionale. È una delibera non vincolante ma non irrilevante, che avrà un peso decisorio di notevole spessore. A tal proposito ho presentato una nuova mozione, con la quale chiedo al Governo regionale di esercitare il diritto di riserva non ancora utilizzato nell’ambito della formazione del Piano di gestione dello spazio marittimo, che dovrà essere approvato entro fine anno per evitare la procedura d’infrazione Ue, come prevede la direttiva europea 2014/89. Per questo motivo i territori non devono sentirsi impotenti. È giunto il momento di fissare paletti ben precisi per arginare lo sfregio del mare lungo le nostre coste, d’altronde non chiediamo altro che di applicare il principio fondamentale della tutela ambientale e paesaggistica sancito dalla modifica all’articolo 9 della Costituzione italiana approvato l’8 febbraio scorso”
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L’interlocuzione con i territori che il Consiglio impegna la Giunta a pretendere, da cosa dovrebbe partire? (Anche ma non solo nel caso otrantino)
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• “Deve partire dall’ascolto di tutti i territori interessati, dei sindaci che hanno votato contro lo scempio lungo le coste da Otranto a Leuca, dei 72 Consigli comunali che hanno deliberato contro il progetto, così come del no di associazioni e liberi cittadini che hanno espresso, manifestando il proprio parere. Bisogna prendere atto della voce di chi vive quella realtà, di chi vive di pesca e turismo, di chi conosce ogni centimetro di quella costa. Non si può passare sopra come un bulldozer sulla volontà dei territori. Ripeto, siamo tutti a favore delle energie rinnovabili, ma a patto che non impongano un sacrificio inaccettabile. Non potrebbe mai esistere ristoro per una cicatrice in mare permanente”.
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Oggi Amati accusa l’assessore di aver espresso una posizione contraria all’indirizzo del Consiglio. Cosa ne pensa?
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• “Non è proprio così: il collega Amati, campione di dialettica, non perde occasione per punzecchiare l’assessora Maraschio. Ma lei ha precisato il no ad impianti in determinate aree di particolare pregio paesaggistico e ambientale. Il Governo regionale, pur consapevole di dover continuare a contribuire alla transizione energetica e pur essendo a favore dell’eolico offshore, non è disposto a sacrificare i valori di tutela del paesaggio e dell’ambiente. D’altronde è quello che abbiamo sempre detto noi: sì alle energie rinnovabili, sì all’eolico offshore, abbiamo proposto anche valide alternative condivise dallo stesso Amati, ma senza devastare il nostro patrimonio di bellezza”.
