Ogni volta che parliamo del Salento non possiamo purtroppo fare a meno di parlare di qualcosa di incompiuto che ne ha frenato e ne frena tuttora lo sviluppo. Senza comunicazione e senza trasporti non può esserci crescita. Premesso che abbiamo trattato ogni aspetto negativo dei trasporti regionali, dall’aeroporto alle ferrovie, alle strade, con gli annosi problemi della SS.275, la Maglie – Otranto, oppure la “strada dei due mari, Otranto-Gallipoli, ma vogliamo concentrare l’attenzione su un’opera che ha bloccato ogni velleità di sviluppo tra due città così vicine in termini di chilometri e lontanissime come collegamenti, parliamo di Lecce e Taranto. Lecce e Taranto sono due città che sono state tenute sempre distanti come vie di comunicazione, anche in treno è un disastro arrivare a Taranto, ma il problema vero è che non è mai stata realizzata una strada a quattro corsie Lecce – Taranto diretta, e non parliamo soltanto della Bradanico-Salentina che di per sé è una delle più grandi opere incompiute che giace chissà dove in attesa di qualche miracolo, e che avrebbe permesso il collegamento dei tre capoluoghi del Grande Salento tra loro e con la Basilicata, ma di una strada a “quattro corsie” diretta Lecce – Taranto in modo da connettere in maniera moderna, veloce ed efficiente, due città che possono crescere insieme sfuggendo alla morsa di un baricentrismo soffocante. Invece ci ritroviamo con due realtà che tra di loro si sentono lontane proprio per questo deficit. E mi duole costatare un fatto che poi è un sentimento scaturito, forse, proprio da questa lontananza, i tarantini non si sentono salentini, sbagliando, perché tutti insieme dobbiamo lottare la nostra battaglia. Taranto è fulcro del Salento. È un vero peccato, c’è da mordersi le mani per tutte le possibilità di crescita irrealizzate; non possiamo fare a meno di rimarcare il problema dei problemi per il Salento, quello di dipendere da una regione troppo lunga che si ferma a Bari per tutte le opere importanti, penalizzandolo. La necessità di avere la Regione Salento, con una cabina di regia vicina alle esigenze del territorio, rappresenta l’unica ancora di salvezza.Quante cose si sarebbero potute sviluppare se ci fosse stata la strada a quattro corsie che non sono mai stati in grado di progettare? La Lecce-Taranto avrebbe permesso lo sviluppo dell’idea dell’Università del Salento, dove Lecce seguendo una sua naturale vocazione si sarebbe potuta imporre come centro universitario e culturale; il progetto prevedeva anche la realizzazione di facoltà e sedi distaccate a Taranto, i ragazzi tarantini preferiscono raggiungere Bari perché è più comodo farlo, perché è collegato meglio, ed è questa la logica baricentrica; è una vera e propria strategia di fare sempre più grande e centrale Bari a discapito del Salento.Le difficoltà create da questa mancanza hanno frenato anche gli scambi commerciali; a Taranto c’è l’importante porto logistico dello scambio delle merci. Taranto era lo sbocco naturale ma a Bari si è realizzato il distripark e si è sviluppata meglio sempre per lo stesso motivo, nonostante i nostri amministratori andassero con cappello in mano, i finanziamenti venivano elargiti sempre per Bari e dintorni. La strada di cui parliamo, la “quattro corsie” in grado di collegare in maniera diretta Lecce e Taranto, sarebbe di basilare importanza per il trasporto su gomma delle merci leccesi verso il porto. Collegare le due comunità potrebbe determinare anche un enorme sviluppo turistico, è una di quelle opere essenziali ed è incredibile che ancora non sia stata ancora realizzata.Per raggiungere Taranto da Lecce (e viceversa) bisogna percorrere la Strada Statale 7ter (una via di collegamento costruita nel 1937 che non risponde più alle esigenze attuali) e attraversare diversi centri abitanti fino a San Pancrazio dove finalmente si vede l’accenno di una “quattro corsie” (realizzata negli anni 90), ma è un miraggio che dura soltanto pochi chilometri perché arrivati a Manduria tutto ritorna alla normalità e si sprofonda nella difficoltà. E la cosa più antipatica è il silenzio della politica regionale di fronte a questa realtà che ci fa capire quanto sia diventata incolmabile la distanza tra le esigenze del Salento e la politica regionale. Questa è l’ennesima la prova provata di come funzionino male le cose nella Regione Puglia che predilige i territori di Bari e dimentica le esigenze e le legittime attese del Salento, che rimane sempre più lontano e più periferico, e deve fare i conti con un futuro che avanza e con la mancanza di progettualità da parte di una politica con i paraocchi che non vede oltre Bari, creando continuamente disparità e ingiustizie. Il Salento non può più fare parte della Puglia, il Salento storicamente non ha mai fatto parte della Puglia. Questo è un concetto basilare per cui dobbiamo lottare attraverso la madre di tutte le battaglie.È giunto il momento di ridisegnare anche tutte le cartine geografiche e arricchirle con le opere nuove e determinanti per lo sviluppo del nostro territorio.

Dalla Gazzetta di oggi 27 luglio 2017

di Paolo Pagliaro
Presidente Movimento Regione Salento

27.7.17

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