La copia di Santo Oronzo, un’offesa alla storia ed un oltraggio all’estetica.
Una replica in resina della statua del Santo Patrono, non è concepibile in una piazza antica e unica come quella di Santo Oronzo. Sarebbe un falso storico e un falso estetico!
Soltanto una persona priva di fantasia e sensibilità può pensare che un’algida sosia creata attraverso l’uso di scanner e di stampanti specifiche in 3D, possa essere ancora la stessa cosa dell’originale realizzato a Venezia nel 1739, da sapienti maestranze. Non parliamo poi di ciò che avverrebbe nel momento di colorare questa copia per metterla in patina. Succederebbe che dal restauro si passerebbe alla pura scenografia, un lavoro da tecnici di Cinecittà o del teatro dell’Opera. Anche ammesso che si riesca a trovare una soluzione d’aspetto gradevole, la patinatura artificiale è assolutamente instabile nel tempo. In capo a pochi mesi o anni potremmo avere risultati incredibilmente pessimi. Invece il rame di cui è costituita l’opera originaria, è l’unico metallo ad essere colorato oltre all’oro, e si ossida in modo naturale, con effetti meravigliosi.
Perché non demandare la scelta ad un concorso di idee rivolto ad artisti di fama internazionale? Un po’ come avveniva nell’antichità, al tempo di Michelangelo, Raffaello, Giotto, Leonardo, etc. etc.
Che vinca, insomma, l’originalità e la competenza…
Nel 1926 Anatole France racconta sul Pierre Nozìere un aneddoto rivolgendo i suoi apprezzamenti ad un operaio sconosciuto che aveva realizzato un contrafforte nella cattedrale di Notre Dame; l’elemento strutturale, benché costruito postumo rispetto al progetto originale, risultava essere un capolavoro del Rinascimento francese perché l’ignoto scultore aveva concepito l’opera secondo il gusto del suo tempo. L’artista non aveva commesso un falso poiché non aveva imitato lo stile originale del XIV secolo che lo avrebbe indotto sicuramente in errore; ‘più istruito non avrebbe prodotto che una copia insignificante e dubbia, la sua felice ignoranza l’obbligò ad inventare’.
In effetti, in fatto di edifici antichi, sarebbe sempre meglio consolidare che riparare, meglio riparare che restaurare, meglio restaurare che sostituire, meglio sostituire che abbellire. Ma in nessun caso si facciano aggiunte o diminuzioni.
La copia di Sant’Oronzo, quindi, sarebbe un’offesa alla storia ed un oltraggio all’estetica, rendendo il tempo reversibile e riproducibile l’opera d’arte a volontà…

 

di LUCA FIOCCA* ( architetto )

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