Non solo staccare Lecce, Brindisi e Taranto dalla Puglia per farle confluire in una nuova Regione Salento, ma cancellare tutte le 110 province italiane e creare 30 mini regioni. Paolo Pagliaro, leccese, presidente del movimento per la costituzione della Regione Salento (che unirebbe Lecce, Brindisi e Taranto staccandole da Bari, Bat e Foggia) è convinto, cifre alla mano, che la sua proposta possa tagliare molti più costi della politica rispetto a quelli che taglierebbe la nuova manovra, nonostante i piani di sciogliere gli enti locali esistenti.
1) Maggioranza e opposizione politica, ma anche larga parte dell’opinione pubblica nazionale, sembrano concordi nell’urgenza di incidere sui costi della politica riducendo gli enti locali. Sono stati tagliati finora 1970 comuni (con meno di 1.000 abitanti) e 26 province. Che aria tira nello staff di chi invece conduce una battaglia per crearne uno nuovo di ente, vale a dire la Regione Salento?
– Non siamo soddisfatti, non perché non siano dei provvedimenti validi, ma perché sono insufficienti. Noi siamo per l’abolizione di tutte le Province, perché come ho avuto modo di dire anche ai nostri Gabellone, Ferrarese e Florido, nonostante i loro sforzi non hanno poteri e non hanno risorse. Con un’Italia delle 30 regioni,di dimensioni ottimali,omogenee,prossime ai cittadini,che sfruttino al meglio il federalismo fiscale e senza Province e tanti altri enti inutili la musica cambierebbe. La prego di pubblicare lo schema dell’Italia delle 30 Regioni senza Province affiancato all’attuale modello amministrativo. E’ un’immagine che vale più di mille parole. Giovanni Falcone disse “che le cose siano così, non vuol dire che debbano andare così, solo che quando si tratta di rimboccarsi le maniche ed incominciare a cambiare, vi è un prezzo da pagare, ed è, allora, che la stragrande maggioranza preferisce lamentarsi piuttosto che fare.” Ecco, mi permetto di ricordare questa frase perché possa essere un monito, uno stimolo per quei politici che sono realmente animati di buone intenzioni.
2) Le Regioni, come il parlamento, sono un concentrato di benefici, fatti di indennità, diarie, rimborsi e scandalosi vitalizi maturati addirittura dopo appena 30 mesi di legislatura. Ora voi proponete di crearne una nuova: ovvio che si tradurrà in nuovi costi.
– Più che benefici li definirei veri e propri scandali.
Si respira nell’aria l’indignazione della gente comune, quella stessa gente che rappresenta l’elettorato che legittima la casta. I politici in carica devonoe essere equiparati ai dipendenti, con stipendi normali, senza né diarie né rimborsi né pensioni. Uno stipendio per un consigliere di 3000euro al mese mi sembra più che sufficiente. La pensione? La maturino come tutto il resto del mondo, con la continuità contributiva e decenni di lavoro. Questa non è demagogia, questa è giustizia sociale.
E nessuno ci venga a dire che il problema sono i costi della Regione Salento. Primo perché non sarebbe vero, secondo perché non ci faremo fregare ancora, è intollerabile chiedere l’elemosina come una periferia abbandonata dallo sguardo dei sovrani mentre le regioni a statuto speciale e le province autonome sguazzano da 50 anni nel benessere. Noi Salentini non possiamo pensare solo al risparmio, noi abbiamo ancora il dovere di pensare allo sviluppo del nostro territorio,annetterci all’Italia e sfruttare il nostro straordinario potenziale. Non possiamo giocare in difesa, dobbiamo attaccare e vincere la sfida del futuro.
3) Proviamo allora a quantificare concretamente. Lei sostiene che la creazione della Regione Salento farà in realtà risparmiare. Ci spieghi in che modo.
– Innanzitutto perché nascerebbe in un momento storico caratterizzato da una nuova ottica, come ho appena spiegato. E poi perché si abolirebbero le Province, riassorbendone solo il 30% del personale. L’altro 70% dovrà essere impiegato nei Comuni, che sono enti utili e che sono tutti in carenza di organico derivante dai pensionamenti mai integrati, a causa del blocco dovuto alle Finanziarie di quasi tutta la cosiddetta Seconda Repubblica. Ad esempio gli addetti alle Polizie Provinciali dovranno passare alle Polizie Municipali, perché la gente vorrebbe più vigili urbani. Tutto questo a costo zero, prevedendo una mobilità intercompartimentale tra dipendenti del pubblico impiego. Sarebbero così eliminati per sempre, nella sola Regione Salento, 98 consiglieri provinciali, 32 assessori,3 presidenti,segretari vari, staff, 3 difensori civici, portavoce, addetti stampa, auto, società miste e quant’altro. Si abbatterebbe anche un costo sociale altissimo dovuto ai quotidiani spostamenti di migliaia di persone verso Bari. La nuova Regione dovrà essere pensata con uno staff qualificato e con un giusto numero di addetti, senza sprechi, sacche di inefficienza e lassismo. Gente che spenga la luce ed i pc quando esce dall’ufficio, per intenderci. Gente che faccia la spesa fuori dall’orario di lavoro. Gente che vada al bar per un caffè solo durante la pausa. Gente che non usi i telefoni pubblici per chiamare mogli e fidanzate. Se ci sono troppi dipendenti, scarse entrate e sprechi, un’azienda fallisce. Ormai bisogna ragionare allo stesso modo. E’ un fatto di civiltà.
C’è bisogno di un riformismo innanzitutto del pensiero, che si traduce in entusiasmo e tanto olio di gomito. Anche su questi aspetti è al lavoro il Cantiere Salento, l’incontro di menti brillanti del Salento che vedrà presto la sua sintesi in un libro, che sarà la base per un laboratorio di idee, proposte e progetti.
4) Ma quali saranno invece i costi della Regione Salento?
– Le sedi ci sono già, e molte possono anche essere vendute e riqualificate dai privati. Gli stipendi sarebbero ridotti ed il cosiddetto “personale politico” sarebbe numericamente congruo. Nessuna elemosina per i tanti microeventi che non portano nulla al territorio. Nessun parassitismo di enti di sottogoverno, carrozzoni e associazioni, le varie Ato, Agenzie e Fondazioni di tutti i tipi.
Aboliti gli sprechi e riportata alla normalità la gestione ordinaria, i costi diventano “investimenti”, soprattutto infrastrutturali. Ma anche misure serie per le aziende che mantengono costanti i livelli occupazionali.
5) Immaginiamo che oggi esista la Regione Salento: quanti consiglieri e assessori avrebbe? E come sarebbe composta la retribuzione di un consigliere regionale salentino, incluse indennità, diarie, rimborsi e vitalizi?
– 21 consiglieri regionali (per oggi i Salentini in Via Capruzzi sono ben 31), rappresentativi dei territori ed eletti nei collegi. 6 assessori con un’indennità di 3600 euro al mese (+20% rispetto ai consiglieri), e di 5000 euro per il Presidente. Zero rimborsi, benzina compresa. Se un leccese lavora a Taranto gli rimborsano il carburante? Nessun vitalizio, nessuna pensione. Non ho mai visto un medico che ha prescritto a qualcuno di fare politica. Questo modello sarebbe un modello virtuoso da esportare nel resto d’Italia. Sarebbe un vantaggio anche per la Puglia che inizierebbe a nord di Fasano per finire con la Provincia di Foggia.
6) E come la mettete con le spese della Sanità?
– Nessun taglio, se non agli sprechi e alle note schifezze. Adegueremo l’investimento pro-capite in salute per ogni cittadino-paziente alla media italiana. OggiAggiungi un appuntamento per oggi esiste un Bari-centrismo della spesa pubblica persino in questo. Programmazione negli acquisti di attrezzature e materiali. Lo sapete che la stessa siringa può costare cifre diverse e se acquistata “last minute” costa di più che acquistata nell’ambito di una fornitura programmata? Incentivi per infermieri e medici che dimostrino professionalità e impegno. Introduzione di un questionario a cura del malato sulla qualità del servizio ospedaliero.
7) Quante consulenze avrebbe la Regione Salento?
– Zero, grazie ad assessori giusti al posto giusto e personale qualificato e motivato. Se si dovesse
chiedere una consulenza dovrebbe fruttare il doppio di quanto costa, come in azienda. Altrimenti sono prebende e clientelismi, non consulenze.
8) Questo sembra il libro delle buone intenzioni. Poi magari dopo la prima legislatura il consiglio si riunisce e a maggioranza inizia a deliberare i primi privilegi e benefit.
– Inseriamo nello Statuto la norma che prevede che gli stipendi e i benefit (compresi telefonini pagati con soldi pubblici, Ipad e simili altri gadget) passino solo a maggioranza qualificata e debbano essere confermati da referendum popolare. E poi c’è la stampa, il cui ruolo in tal senso sarà il miglior sistema d’allarme possibile. Se la gente oggiAggiungi un appuntamento per oggi vuole finalmente efficienza e sobrietà, è soprattutto grazie ai bravi giornalisti.
9) Adesso, costi e vantaggi a parte. A che punto è la vostra battaglia?
– Oggi sentiamo la vicinanza delle persone, certificata dai sondaggi,compreso il vostro,ed avvertiamo allo stesso tempo la freddezza della politica. Il nostro percorso verso il sogno referendario continua. Intanto ci stiamo preparando alle campagne elettorali amministrative, per entrare nelle Istituzioni da protagonisti e dimostrare di avere il consenso. Continueremo il nostro lavoro dall’interno, bruciando così molte tappe.
10) Ma crede davvero che possa raggiungersi una maggioranza tale da modificare la Costituzione per create una nuova Regione per meno di due milioni di abitanti?
– Sarebbe l’undicesima Regione d’Italia per numero di abitanti, non è affatto poco, anzi. Se si arrivasse al referendum popolare e la casta con la pancia sempre piena non dovesse ratificare la scelta degli elettori sarebbe un paradosso violento che manderebbe su tutte le furie l’intera popolazione italiana, da Predoi a Lampedusa, da Bardonecchia ad Otranto. Governare oggiAggiungi un appuntamento per oggi deve significare innanzitutto recepire istanze del popolo sovrano.
22/08/2011
di Carlo Bollino
La Gazzetta del Mezzogiorno