Aderire al movimento teso all’istituzione della Regione Salento significa aderirvi per il bene della nostra Terra, per rilevanti ragioni storiche, socio-economiche e funzionali, proposte nel tempo da molteplici voci del popolo salentino, dal 1946 in poi, dall’Assemblea Costituente e dai cittadini di ieri e di oggi; e adesso rilanciate in modo più forte e diffuso, con impellenza, perché la pazienza civica è giunta al colmo.
Esse contengono una cogenza democratica che non può essere ignorata ulteriormente, meno che mai boicottata o addirittura contrastata. Esse, pertanto, “debbono” essere prese in considerazione attivando i meccanismi costituzionali previsti, per illustrare dettagliatamente il progetto in questione e per accertare la volontà generale del Corpo elettorale, tramite referendum (v. Costituzione Italiana, art. 132).
Sorprendente appare, perciò, la proposta (apparsa su Quotidiano dell’8 sett. u.s., ad opera di un Consigliere comunale della Sinistra di Lecce) di costituire nientemeno un comitato anti-referendum, con un obiettivo di contrasto antidemocratico, con l’aggiunta di una campagna di stampa mirante ad alterare ideologicamente la verità dei dati di riferimento e a banalizzare od offendere il progetto Regione Salento, facendolo passare per una squallida operazione di secessione o di frazionismo geopolitico egoistico, “fanatismo etnocentrico” è stato scritto da un altro avversario (v. Quotidiano, 2 sett. u.s.). Ad ulteriore sostegno di siffatta mobilitazione sono scesi in campo gli ideologi di vari partiti, per difendere la “casta politica” minacciata di perdere il controllo della situazione.
Stupisce soprattutto il comportamento della Sinistra, che per dottrina e tradizione dovrebbe difendere i diritti dei cittadini, le loro istanze, soprattutto quando qualcuno tenta di espropriarli della loro legittima sovranità. Dove sta la migliore Sinistra storica, e quella alternativa, la Sinistra delle primarie, contraria alle prassi delle varie oligarchie, la Sinistra sempre pronta a sostenere i movimenti che nascono dal basso, dove sta? Perché si “con-fonde” con i gruppi di potere che osteggiano il rinnovamento del Salento?
Il referendum non può essere negato. È un diritto del cittadino, un dovere delle istituzioni (Consigli Comunali e Provinciali, Parlamento), purché chiesto nei termini di legge. I Partiti politici (v. Costituzione Italiana, artt. 49 e 50) dovrebbero agevolare questa istanza e questo processo. Dovrebbero cooperare in quest’azione di coscientizzazione democratica.
Successivamente ognuno voterà come riterrà opportuno: contro o a favore del Salento.
Dopo, i promotori della Regione Salento si ritireranno, poiché essi non costituiscono un Partito, ma costituiscono un “progetto”, offerto, con civica educazione, allo sviluppo e al bene del nostro territorio.
Nuovo Quotidiano di Puglia 20/09/2010
di Giuseppe Schiavone
Ordinario di Storia delle dottrine politiche
Università del Salento