Quello che la Politica sta offrendo in questi giorni è uno spettacolo indegno, da Milano a Reggio Calabria, passando per Roma, per finire con le dichiarazioni che provengono da una famiglia disperata della profonda periferia leccese, è un vero e proprio segnale della decadenza di un Paese e della sua classe politica.
Assistiamo impotenti agli abusi dei potenti, come se fossimo anestetizzati difronte a notizie che ormai non ci scompongono più, e che ci fanno dire: “..dov’è la novità?, sono cose che sanno tutti”. Già è vero, lo sanno tutti che succedono queste cose: lo sanno i segretari e dirigenti di partito, lo sanno i cittadini, che a volte, a causa delle difficoltà economiche, sono costretti a vendere il proprio voto al politico di turno che, probabilmente, non sarebbe mai eletto se non dopasse il confronto elettorale con tanti soldini. Ed anche a Lecce sta emergendo quello che “tutti sanno” ma che “nessuno dice”, ovvero che durante la campagna elettorale tanti simpatici gentiluomini, giravano le vie popolari della città vestiti da babbo natale offrendo i loro doni ai più bisognosi. Che grande esempio di bontà umana. In cambio questi signori non chiedevano nulla, solo la scritta del loro nome sulla scheda elettorale, come si usava fare un tempo con i facoltosi che offrivano il loro denaro per la costruzione di chiese e cattedrali, ricevendo, come segno di riconoscenza, la scritta del loro nome sulle porte o sui muri del tempio. I tempi passano ma le abitudini, quelle buone, restano.

Appare davvero difficile parlare di politica in un luogo dove regna l’egoismo e l’interesse particolare, dove il bene comune viene deriso e considerato un inutile spreco di tempo. Ed è in questo contesto che io ed altri bravi aspiranti amministratori, ci siamo confrontati per le ultime elezioni amministrative leccesi, che hanno visto il trionfo del dio denaro e l’appassimento di ogni idealismo. Come si poteva parlare di idee e progetti a persone alle quali era stato promesso il lavoro o denaro? Quali orecchie poteva stare attente ad ascoltare i progetti innovativi che portavamo avanti nell’interesse generale, quando intorno c’era un rumore assordante fatto di promesse di ogni genere? Interesse generale: chi è costui? “A mie ce me tocca avvocato?” Questo il ritornello di una campagna elettorale vissuta, per la prima volta, sulla mia pelle.

Nessuno qui intende fare il moralista, ma sicuramente nelle ultime elezioni comunali abbiamo toccato davvero il fondo. Occorre uno slancio vero, la politica deve ritornare ad essere una cosa seria, una cosa nobile, una cosa pura, fatta nel supremo interesse della gente.
Indietro non si torna, il futuro è fatto di scelte: essere complice di questo sistema fatto di clientelismo e interessi personali o combatterlo con tutte le forze; vie di mezzo non ce ne sono. Ed io la mia scelta l’ho fatta da tempo, quando ho deciso di sposare un progetto nuovo, fatto di passione e amore per il territorio, perché il mio “interesse personale” e quello del mio movimento, è la crescita del nostro Salento.

13/10/2012
di Cristian Sturdà
Vice Presidente
Movimento Regione Salento

Leave a comment