Capitale europea della cultura 2019: il Dossier di Candidatura della città di Lecce e la delusione degli amministratori leccesi e brindisini. Analisi, commento e valutazione.

Indice
1- Premessa
2- Il Dossier di Candidatura della città di Lecce a Capitale Europea della Cultura 2019
 finalità, obiettivi, interventi e strumenti del Programma Culturale e del connesso Piano degli Investimenti: loro commento e valutazione
 dichiarazioni pubbliche ante e post assegnazione del titolo
 ruolo svolto dalla Regione Puglia
3- Il Dossier di Candidatura della città di Matera a Capitale Europea della Cultura 2019: -finalità, obiettivi e strumenti del Programma Culturale e del connesso Piano degli Investimenti: loro commento e valutazione
4- Considerazioni conclusive sintetiche

1- Premessa
Il 17 ottobre scorso si è conclusa la procedura di selezione della città italiana che avrà il titolo di “Capitale Europea della Cultura 2019”; la Commissione di valutazione ha nominato, fra le sei città preselezionate, quella di Matera. La procedura utilizzata dalla Commissione è definita nella Decisione della Commissione Europea n. 1622/2006: viene stabilito che il suo scopo è quello di assegnare il titolo di capitale europea della cultura a quel progetto culturale che “valorizza la ricchezza, la diversità e le caratteristiche comuni alle culture europee” e “contribuisce a migliorare la comprensione reciproca dei cittadini europei”. La Decisione della C.E. definisce anche i criteri cui si deve rispondere con la strutturazione del progetto che sono raggruppati in due categorie: la prima, la dimensione europea del progetto e cioè il rafforzamento della cooperazione tra operatori culturali di qualsiasi settore presenti negli Stati membri dell’U.E. valorizzando le diversità culturali oltre che gli aspetti culturali comuni; la seconda, città e cittadini e cioè la promozione della partecipazione alle attività del progetto degli abitanti della città e del suo circondario nonché la sostenibilità e capacità del progetto per la realizzazione dello sviluppo culturale e sociale a lungo termine della città. In sostanza, una città candidata deve sottolineare il ruolo da essa svolto nell’ambito della cultura europea, i suoi legami con tale cultura, la sua appartenenza all’Europa oltre che la sua attuale partecipazione alla vita artistica e culturale europea in tutte le forme e gli aspetti specifici che la contraddistinguono.

Per quanto riguarda le fasi della selezione, si precisa che essa è stata condotta dalla Commissione di valutazione prevista dalla Decisione della C.E. composta da 13 membri ha preselezionato sei candidature rispetto alle 21 presentate dalle città concorrenti nel mese di novembre 2013 sulla base dei Dossier da esse presentate alla data del settembre 2013. Alle sei candidate preselezionate è stato, quindi, richiesto di aggiornare i loro Dossier di candidatura (bid book) anche alla luce delle osservazioni fatte dalla Commissione di valutazione cui andavano riproposti per la selezione finale e la relativa assegnazione del titolo che doveva avvenire alla data del 17 ottobre 2014. La città di Lecce ha riproposto il suo Dossier datato settembre 2014.

Si è ritento opportuno dedicare qualche riga in più ai contenuti della Decisione europea poiché la proposta finale della città di Matera, per la Commissione di valutazione, è risultata, tramite anche ad una più efficace descrizione dei punti di forza e del grado di innovatività del progetto rispetto a quella più generica fatta nella parte conclusiva del progetto di Lecce, quella più rispondente agli scopi ed ai criteri fissati dalla norma comunitaria vigente. Il progetto di Matera riceverà, pertanto, dalla U.E. una specifica dotazione finanziaria che contribuirà alla realizzazione dello stesso. Alla città di Lecce, in base all’articolo 11 della Decisione n.

1622/2006, sarà riconosciuto come per le altre città selezionate per la scelta finale un premio in denaro assegnato in onore di Melina Mercouri (nel Dossier di Lecce, nella definizione delle risorse finanziarie previste a copertura delle spese, è stato indicato in ml 1,5).

Si precisa che la principale finalità di questo elaborato è quello di illustrare e commentare i contenuti del Dossier di Candidatura -bid book- presentato dal Comitato Promotore della candidatura della città di Lecce al titolo di Capitale Europea della Cultura 2019 e di confrontarli con quelli contenuti nel Dossier della città di Matera cui la Commissione di Valutazione ha assegnato il titolo allo scopo di trarre informazioni utili per valutare i termini che hanno condotto al risultato finale che, naturalmente, ha generato una profonda delusione negli amministratori locali leccesi e brindisini e nei componenti dello staff tecnico.

2- Il Dossier di Candidatura della città di Lecce a Capitale Europea della Cultura 2019

Va rilevato preliminarmente che come indicato qui di seguito si evidenzieranno quelle specificità degli obiettivi, delle finalità, degli strumenti ed interventi attuativi ed altri elementi utili a completare il quadro di riferimento relativo al progetto che, all’estensore della presente nota, appaiono caratterizzare significativamente i contenuti nel Dossier di Candidatura (bid book) della città di Lecce. (Si rinvia chi fosse interessato ad approfondirli alla consultazione del Dossier postato nello specifico sito internet).

Il Dossier di candidatura a Capitale Europea della Cultura della città di Lecce:
– finalità, obiettivi, strumenti ed interventi del Programma Culturale e del connesso Piano degli investimenti: loro commento e valutazione
– dichiarazioni pubbliche ante e post assegnazione del titolo
– ruolo svolto dalla Regione Puglia

Il Dossier di candidatura è intitolato “Reinventare l’EUtopia” che racchiude la finalità caratteristica del progetto consistente nella determinazione delle componenti strutturali su cui costruire percorsi individuali e collettivi che siano in grado di dare una dimensione europea al “Laboratorio del cambiamento” che deve diventare il Salento; il territorio deve essere posto in condizione di mettere in ciclo continuo e valorizzare, oltre al notevole patrimonio architettonico ed artistico, modelli di crescita innovativi che superino le barriere dell’isolamento mettendo in connessione sia le specificità culturali territoriali che le differenze culturali esistenti fra i territori europei. Lecce, ed insieme a lei Brindisi ed il Salento, si candida al titolo di capitale europea della cultura perchè forte della sua storia millenaria di ponte del Mediterraneo che ha collegato i Balcani, l’Oriente ed il sud del mondo e che deve diventare il nuovo baricentro e cuore pulsante dell’Unione Europea lavorando sulle potenzialità di un territorio dove si concentra una straordinaria ricchezza di saperi e di talenti capaci di alimentare il reale cambiamento con la costruzione di “nuove tipologie di ponti”.

Il Dossier è strutturato in modo da descrivere diffusamente le finalità e gli obiettivi e le modalità operative, compresa la struttura organizzativa, ed attuative per realizzarli, compendiati nel, che rappresenta in sostanza la base portante della candidatura, e la pianificazione finanziaria di detto programma ma anche il Programma di Investimenti che andranno realizzati per supportare l’attuazione degli obiettivi; infine, il documento contiene indicazioni circa le modalità da adottare per il monitoraggio delle attività e gli indicatori di risultato atteso.

La sintesi del Programma Culturale può essere così rappresentata in termini di azioni da realizzare:nell’ambito di specifiche tematiche a ciascuna delle quali è stato dato un acronimo derivante dalla parola UTOPIA. In pratica, si tratta di un’ampia articolazione di modelli da

adottare per ogni tematica e degli interventi che vanno attivati al fine di raggiungere gli obiettivi posti. In particolare, le otto UTOPIE descritte sono così intitolabili:
DEMOCRAtopia- modello di partecipazione democratica, di amministrazione e di governance;
POLIStopia- modello per il benessere sociale, l’inclusione e l’accessibilità;
EDUtopia- modello per la conoscenza attraverso una rivoluzione del sistema dell’istruzione;
TALENtopia- modello per la valorizzazione del potenziale umano e dei giovani;
PROFItopia- modello per nuovi modi di fare economia, sviluppo dei posti di lavoro e cooperazione;
ECOtopia- modello per l’autosostenibilità, l’ambiente e l’umanizzazione della medicina;
ESPERIENtopia- modello per nuove forme di viaggio, turismo e interazione;
ARTopia- modello per la creazione artistica e ruolo degli artisti nell’innovazione sociale.

(NOTA: nel Programma degli investimenti inserito nel Dossier del settembre 2013, era evidenziata un’ulteriore tematica, la TRASPORtopia, quale progetto complessivo per la mobilità sostenibile per Lecce 2019).

Il VII paragrafo del Dossier evidenzia i punti di forza e di debolezza della candidatura che possono così riassumersi: per i punti di forza, nell’impegno della cittadinanza già coinvolta in “innumerevoli” associazioni che lavorano per il territorio, nella “forte” volontà politica di impegnarsi in tutto il processo, la capacità di improvvisazione creativa della popolazione che è abituata a situazioni estreme che richiedono “resilienza” e passione per la vita e creatività per superare grandi sfide, la “fame” di cambiamento esistente in tutti i livelli della società ed, infine, nella “grande” esperienza amministrativa di trattare grandi progetti europei. Per quanto riguarda i punti di debolezza, viene evidenziato il ritardo con cui si è iniziato il processo per la costruzione dei contenuti della candidatura, la mancanza permanente di fondi, l’eccesso di burocrazia che ha soffocato il cambiamento ed il progresso del territorio (elementi costituenti piuttosto negatività di “sistema” che, invece, legate al progetto così come veniva richiesto nel formulario di candidatura).

In altra parte del Dossier sono riportati i caratteri di innovatività che si ritiene essere caratterizzati nell’ambito dei contenuti del progetto. Fra questi, si evidenziano: “la partecipazione su larga scala della cittadinanza; il fare rete mediante lo scambio interdisciplinare e la collaborazione fra generi ed aree geografiche; un approccio olistico, quale nuova modalità di attuazione del processo di apprendimento, nei confronti di tutti gli elementi che compongono lo sviluppo urbano, culturale, sociale, economico; la creazione di un unico organismo territoriale in cui tutti i tre strumenti pianificatori -Lecce 2019, PUG, smart city di Lecce- rappresentano un sistema interdipendente e complementare capace di coordinare priorità ed interconnessioni nell’ambito dei tre pilastri dello sviluppo; determinazione di un nuovo ruolo per gli artisti e per l’arte”.

Nel Dossier viene posto in risalto, oltre che la coerenza del progetto con l’Agenda Urbana Nazionale, “l’abbinamento del Programma Culturale con la programmazione strategica di Lecce Smart City, con il nuovo Piano Urbanistico Generale ….quando sarà approvato, con il Piano d’azione per l’energia sostenibile e con il Piano Sociale di Zona nell’Ambito Territoriale Sociale Lecce” e, con riferimento alla gestione ed attuazione di detti strumenti programmatici, la capacità di coordinamento dell’amministrazione comunale che la rendono “centro attivo dal punto di vista dell’innovazione sociale, culturale, tecnologica e governativa”.

A questo proposito, può essere utile richiamare alcune dichiarazioni fatte da rappresentanti istituzionali del comune di Lecce prima dell’assegnazione del titolo. Fra esse, quelle del sindaco della città di Lecce: “ Lecce è una città in cammino, la grande partecipazione alla candidatura ha sovvertito la diffidenza iniziale di alcuni ed ha avviato un processo virtuoso”, “il titolo è una grande

opportunità per l’intero territorio salentino. Un titolo che ha il sapore del cambiamento sia dal punto di vista dello sviluppo della città e di tutta la Puglia, sia dei rapporti fra enti e cittadini che andranno avanti sulla scia della collaborazione e della condivisione”, “comunque vada, parte di ciò che racchiude il bid book dal punto di vista di programmazione, progettazione e infrastrutture viene comunque messo in cantiere per l’anno che verrà”. Quelle di altri amministratori: “abbiamo concepito un programma integrato territoriale che risulterà indispensabile per i temi della rigenerazione urbana”, “continueremo a investire sul fronte dell’innovazione tecnologica, delle smart cities e della valorizzazione dei giovani talenti con uno sguardo internazionale”; quelli ancora dal sindaco: “abbiamo fatto una bellissima presentazione ……rispondendo a domande che servivano a comprendere la fattibilità di quello che abbiamo scritto sul bid book”, “l’esame è andato. Oggi abbiamo sentito la spinta del Salento e della Puglia”, “abbiamo la consapevolezza di aver presentato un progetto nato da una grande partecipazione”.

In relazione a ciò, allo scopo di rendere noti a chi, cittadino residente (come il sottoscritto che in questo ultimo anno non si è accorto di nulla di tutto ciò che accadeva in città forse per sua distrazione), i risultati delle richiamate “innumerevoli” iniziative poste in essere dal Comitato dallo staff organizzativo e tecnico con cui “è stata coinvolta tutta la cittadinanza” che (parrebbe) ha contribuito “significativamente” con le sue proposte a “costruire” il pacchetto di interventi ed azioni ricondotte nel Dossier, si suggerisce di esporli sul sito internet dell’iniziativa rendendo cosa utile ai cittadini che si erano “distratti” rispetto al fervore che sembra abbia pervaso la cittadinanza negli ultimi 18-24 mesi. Così come utile per il cittadino sarebbe poter disporre sempre sulla stesso sito dei bilanci consuntivi e preventivi atteso che le risorse finanziarie impegnate ed utilizzate per sostenere le spese derivanti dalle attività del gruppo di lavoro, per le relative iniziative/azioni di supporto attivate e per le spese generali sono per la massima parte risorse pubbliche derivanti da pubblica fiscalità e, in misura più modesta da contributi privati.

Da precisare che il Comitato promotore della città di Lecce è stato costituito il 15/3/2013 dopo che già un anno e mezzo prima la giunta del Comune di Lecce aveva assunto una delibera (n. 693 del 28/9/2011) per avviare il percorso che doveva approdare a formulare la candidatura della città di Lecce. (dato entusiasticamente quasi per certo fino al Invero, la città, unitamente agli altri soci promotori dell’iniziativa (Provincia di Lecce, città di Brindisi, Regione Puglia, CCIAA di Lecce oltre all’Università ed enti minori), ha riposto nell’accoglimento della sua candidatura primo pomeriggio del 17 ottobre) tutte le speranze di realizzare nel territorio cittadino e salentino “notevoli positivi ritorni economici per decine di milioni di euro”. Infatti, nell’appendice finanziaria del Dossier finale “Bid book”- sono riportate, quale diretta conseguenza dell’attuazione della spesa prevista per la realizzazione del progetto quantificata in ml 301,3 di cui 38,8 relativi al “Programma culturale”, previsioni di (strabilianti) ricadute economiche ed occupazionali quali: l’incremento del PIL territoriale e regionale per ml 225 di cui circa 131 derivante dal Programma culturale; l’incremento del livello della spesa e dei consumi turistici connessa allo sviluppo dei flussi turistici da consuntivare nell’anno 2019 e nei due anni seguenti per circa ml 384. In termini occupazionali, il dato evidenziato nel Dossier quantifica un incremento dei posti di lavoro per un totale di 5.110 unità di cui 3.385 a tempo indeterminato (non risulta precisato se gli occupati sono da considerare stabilmente acquisiti o sono invece connessi con la durata del programma).

La profonda delusione provata dagli amministratori leccesi e brindisini (quelli regionali, sulla base dei contenuti degli atti amministrativi assunti commentati di seguito, parrebbe aver “fatto finta” di rammaricarsi) per l’esito della selezione finale è traibile da alcune dichiarazioni “a caldo” fatte dal sindaco: “ci abbiamo creduto fino in fondo. E sono molto amareggiato perchè immagino la delusione dei miei concittadini”, “abbiamo ottenuto un grandissimo risultato:partivamo per ultimi e senza appoggi di carattere politico” (dimenticando le critiche ricevute a novembre 2013 per

l’ammissione di Lecce città in cui risiede l’allora ministro Bray che aveva nominato i sei componenti nazionali della Commissione di valutazione), “abbiamo il dovere di salvaguardare il patrimonio accumulato fino ad oggi, tutto quello che abbiamo costruito. Io ne sarò garante”, “abbiamo scritto insieme un esaltante capitolo della storia cittadina, il futuro è nelle nostre mani” (in una sua precedente dichiarazione arrivò anche ad affermare che suo obiettivo era quello di “fare di Lecce la Silicon Valley della cultura”).

A questo proposito, si ritiene che i cittadini, le imprese e le associazioni che, come ripetutamente affermato in molte dichiarazioni pubbliche, sono stati “innumerevoli”, avrebbero partecipato a determinare i contenuti delle finalità, obiettivi e tipologia di interventi, dovrebbero sentirsi impegnati a verificare tempi e modalità con cui l’amministrazione manterrà gli impegni con loro (anche verbalmente) assunti atteso che è stato affermato che sussistono 44 impegni sottoscritti da associazioni di categoria e da imprese salentine per un valore di circa 2,5 ml cui vanno aggiunti quelli riferibili all’Associazione Futura. Intanto, va rilevato che sussiste la elevata probabilità che il gruppo-base di lavoro coinvolto nel progetto venga ridimensionato con la perdita delle competenze più qualificate e che sussiste il rischio, per evidente caduta delle motivazioni e dell’entusiasmo a livello degli amministratori degli enti promotori oltre che per ragioni più banalmente di natura finanziaria e di risorse disponibili, che non si sia in condizione di realizzare gran parte del progetto.

A fronte delle attese andate in frantumi (nonostante la folkloristica accoglienza riservata alla Commissione di Valutazione nella sua visita a Lecce) dopo la scelta di Matera, gli amministratori leccesi e brindisini hanno affermato che tramite la Fondazione creata non sarà disperso il lavoro fatto poiché essa lavorerà per valorizzare il Salento e migliorare il suo brand, lavorando ad un processo di integrazione territoriale.

In relazione a ciò, si fa notare che, nei giorni successivi all’avvenuta assegnazione del titolo, si sono susseguite dichiarazioni dei sindaci di Lecce e Matera, che si sono anche incontrati, da cui emerge l’intenzione di avviare un percorso comune per le due città per realizzare nell’ambito del Programma Culturale Matera 2019 iniziative congiunte sul piano culturale, urbanistico (?) e turistico.
I due sindaci, infatti, hanno espresso la volontà, per ora pura dichiarazione di intenti, per Lecce, di “collaborare sul piano organizzativo e progettuale e sulle possibili modalità di lavoro tra i due staff”, per la città di Matera, che afferma che il lavoro svolto da Lecce “è una grande opportunità non solo per Matera ma anche per un vasto territorio pugliese a cominciare proprio da Lecce che ha presentato un bel progetto. Ho proposto al sindaco Perrone di provare a fondere i due progetti e magari anche i due team per avviare un percorso comune. La rigenerazione urbana, ad esempio, ……tema straordinariamente importante per il futuro sul quale Lecce ha puntato con decisione….. da questo progetto intendiamo trarre spunti molto interessanti per l’intero Mezzogiorno” (sta riferendosi alla rivitalizzazione delle marine, delle cave Marco Vito, della Casa del Parco di cui sfugge la significatività a livello della città di Matera e del Mezzogiorno)
Il sindaco di Matera ha dichiarato anche che “non esclude che insieme al rapporto da attivare con Lecce non si possano inserire anche il comune di Bari che per Matera rappresenta un hub naturale e la città jonica di Taranto”.

A fronte di queste dichiarazioni, si fa presente che l’articolato normativo della Decisione 1622/2006 non prevede né regolamenta forme di fusione e/o accorpamento di territori diversi da quello cui è stato assegnato il titolo così come non prevede fusioni di progetti sia culturali che, ancora di più, di investimento. Pertanto, i due sindaci dovranno inventarsi modalità di collaborazione idonee a raggiungere tutti i proponimenti dichiarati.

Ciò detto, atteso il pressocchè inesistente livello di conoscenza dei contenuti del progetto di candidatura da parte della maggioranza dei cittadini leccesi e brindisini, che, al contrario, come già prima ripetutamente rilevato, si racconta essere stato massiccio e fortemente propositivo, può essere utile fornire loro ulteriori informazioni “di contesto” statistici e finanziari riguardanti il progetto.

In particolare, a fronte del Budget della spesa del Programma Culturale Lecce 2019 di ml 38,8 riferita al periodo 2014-2021, riportato nel dossier finale -bid book- di settembre 2014 (tenuto “segreto” fino al 17 ottobre, chi sa perchè?, e scritto tutto in inglese e, quindi, ….naturalmente inaccessibile a quasi tutta la popolazione leccese e brindisina e non solo), programma da realizzare tramite la “Fondazione Lecce 2019” (da notizie di stampa, dovrebbe essere stata costituita il 10 ottobre), risulta che il Comune di Lecce ha impegnato risorse per ml 5, la Provincia di Lecce euro 261.000, la CCIAA di Lecce ml 1,250, l’Università del Salento euro 84.000, il comune di Brindisi per ml 2,2, altri enti circa euro 530.000 per un totale di ml 9,325 (pari solo al 24% della spesa totale). Le rimanenti coperture del fabbisogno finanziario relativo al programma culturale, pari a ml 29,475 (76% della spesa totale), si prevede di acquisirle per 1 milione dalla Regione Puglia, ml 5 dal programma governativo “Italia 2019”, per ml 16,625 mediante il potenziale utilizzo dei fondi strutturali (di cui ml 2,125 per progetti finanziati con fondi 2007-2013) e per ml 6,850 da contributi di associazioni, privati e sponsor, La prevista copertura del fabbisogno finanziario verrebbe pertanto a determinarsi per ml 31,950 con fondi pubblici e per ml 6,850 con fondi privati (da rilevare che nell’ambito dei promotori privati è presente l’Associazione Futura cui aderiscono imprese, imprenditori, professionisti ed associazioni che, si afferma nel Dossier, hanno assunto impegni certi per ml 3,219 a fronte di azioni specifiche da realizzare nel medio-lungo termine).
La spesa programmata di ml 38,8, di cui ml 3 da sostenere nel periodo 2020-2021, è così ripartita per tipologia di spesa: realizzazione del programma ml 28,3; spese di marketing/promozionali ml 5,4 e spese generali (compreso il personale da utilizzare) ml 5,1.

Relativamente alla Fondazione, si pone in evidenza che l’articolo 3 dello Statuto stabilisce che ”si prefigge di realizzare tutte le attività necessarie e conseguenti alla candidatura, ….. ogni azione utile all’implementazione,attuazione,monitoraggio e valutazione del programma Reinventing Eutopia di cui fa propri gli obiettivi, ……intende perseguire i seguenti obiettivi: a) migliorare l’ampiezza, la diversità e la dimensione europea dell’offerta culturale della città di Lecce e del territorio; b) ampliare l’accesso e la partecipazione alla cultura, alla vita sociale ed economica della città di Lecce e del territorio; c) rafforzare la capacità dei settori culturali e creativi della città di Lecce e del territorio e i loro collegamenti con altre realtà economiche e sociali della città e del territorio (??); d) aumentare la visibilità della città di Lecce e del territorio a livello internazionale mediante la cultura”.

A questo proposito, è utile fornire i dati inseriti nel Dossier riferiti alle spese per la funzione amministrativa “cultura” riportate nei bilanci dell’ultimo quinquennio degli enti promotori (comuni di Lecce e Brindisi, Provincia di Lecce). Inoltre, ad integrazione delle informazioni acquisite dal Dossier, si ritiene opportuno evidenziare i dati relativi al valore aggiunto provinciale creato da sistema produttivo culturale risultanti dal Rapporto sull’economia del giugno 2014 di Unioncamere e l’indice calcolato per quantificarne l’importo pro-capite e i dati relativi al finanziamento degli investimenti con fondi comunitari erogati in base alla programmazione 2007-2013 ad operatori pubblici e privati residenti nella Regione Puglia, nella Provincia di Lecce e nei comuni di Lecce e Brindisi tratti dal sito Open Coesione del MISE così come monitorati al 30/6/2014 e riferiti alle spese per le infrastrutture e dei trasporti (compresi nelle prime) e per la cultura e turismo.

Per quanto riguarda l’incidenza percentuale delle spese per la cultura sul totale delle spese dei bilanci annuali degli enti, la situazione è così sintetizzabile:

Bilanci dell’ente incidenza % spese cultura sul totale spese dell’anno
2009 2010 2011 2012 2013
Comune di Lecce 3.26 3.08 2.97 2.71 2.44
Provincia di Lecce 10.25 9.36 9.32 8.56 9.81 periodo genn/ago
Comune di Brindisi 3.06 2.75 2.01 1.63 1.48

Con riferimento al valore aggiunto prodotto dal sistema produttivo culturale composto dalla somma di quello relativo all’industria creativa ed alla vera e propria industria culturale, agli eventi dell’arte e dell’intrattenimento, al patrimonio storico-artistico, la situazione riferita all’anno 2012 risulta essere:
Area territoriale V.A. totale % sul V.A.totale valore aggiunto
sistema (ml) economia pro-capite
Provincia di Lecce 542,3 4.8 676,87
Provincia di Brindisi 177,2 2.9 443,18
Regione Puglia 2.410,8 3.9 595,14

Relativamente ai finanziamenti degli investimenti con fondi comunitari, la situazione al 30/6/2014 in termini di percentuale dei finanziamenti erogati per destinazione economica e settoriale calcolata sul totale dei finanziamenti erogati ed il parametro unitario pro-capite determinato considerando il totale della spesa settoriale ed il numero dei residenti nel territorio interessato, risulta essere:

Area territoriale settore economico
infrastrutture di cui trasporti cultura e turismo
% sul totale finanziam. % sul totale finanziam. % sul totale finanziam.
finanziam. pro-capite finanziam. pro-capite finanzim. pro-capite
Comune Lecce 50.07 2.959 23.14 1.365 4.69 277
Provincia Lecce 66.18 1.570 19.81 470 6.15 146
Comune Brindisi 49.10 2.368 25.26 1.218 0.70 34
Regione Puglia 55.60 2.114 25.10 954 4.53 172

NOTA: nella narrativa della delibera di giunta regionale si fa riferimento “ai molteplici interventi a valere sulla programmazione unitaria” realizzati dal comune di Lecce e relativi al Fondo Sviluppo Coesione per ml 201,350 nonché riferibili al PO FESR PUGLIA per ml 80,056 a fronte di investimenti in infrastrutture e servizi.

Relativamente al Programma di Investimenti in conto capitale da realizzare o in corso di realizzazione, aggiuntivo a quello precedentemente descritto, così come riportato nel Dossier (bid bok) di settembre 2014, è stato ampiamente ridimensionato rispetto alla prima stesura del settembre 2013. Infatti, nel primo Dossier, l’ammontare complessivo degli interventi “fisici” da realizzare risultavano pari a ml 74,346 con riferimento ad investimenti connessi con le finalità del programma culturale (fra cui un’assurda torre da collocare sulla costa, masserie urbane ed il villaggio culturale da attivare presso l’ex-Galateo) ed ulteriori ml 374,302 riferiti ad interventi in conto capitale inseriti nel sistema aereoportuale e della mobilità sostenibile, nelle infrastrutture culturali, nella rigenerazione urbana e riqualificazione delle marine leccesi, nelle strutture scolastiche ed universitarie. In sostanza, si era in presenza di un usuale Programma triennale di opere pubbliche “arricchito” da interventi scaturiti dalla fervida fantasia dei progettisti e cioè, fra gli altri, l’intervento denominato “Trasportopia” per ml 18,150 e “Esperientopia” per ml 10 la cui

radice lessicale è chiaramente collegata con le otto UTOPIE che costituiscono il tema dominate del Programma culturale. . Tenuto conto di tutto ciò, il totale degli investimenti previsti nel settembre 2013 era pari a ml 488,648 di cui solo ml 223 risultavano già finanziati.

La versione definitiva del Dossier (bid book) di settembre scorso riporta, invece, un ammontare complessivo delle spese per gli interventi previsti pari a ml 301,267 di cui 38,8 riferiti al Programma culturale vero e proprio da realizzare nel periodo 2014-2021 e ml 262,467 riferiti agli interventi in conto capitale da realizzare prima del 2019. Fra questi ultimi, quelli relativi alla realizzazione di infrastrutture culturali per ml 49,960, agli interventi per la rigenerazione urbana ml 52,507 e per le infrastrutture viarie, ferroviarie ed aereoportuali per ml 160. La ripartizione degli investimenti in conto capitale che i soci fondatori pubblici intendono realizzare a supporto dell’iniziativa risulta essere la seguente: comune di Lecce ml 53,510, Provincia di Lecce ml 42,802, quelli proposti dal Comune di Brindisi sono pari a ml 136,398 di cui 123 per la mobilità sostenibile (sempre gli stessi storici investimenti già finanziati per l’aereoporto di Brindisi) mentre ml 6 sono riferibili alla Sopraintendenza di Lecce e ml 23,750 dovrebbero essere realizzati da privati. Invero, è opportuno evidenziare che il Dossier indica ulteriori investimenti che i comuni di Lecce e Brindisi e la Provincia di Lecce intenderebbero affiancare a quelli del programma. In particolare, la città candidata prevede un Piano di investimenti integrativi per ml 151,650, il comune di Brindisi per ml 61,5 e la Provincia di Lecce per ml 36,830 a fronte della cui ragguardevole consistenza delle spese previste non è dato di conoscere le modalità finanziarie della loro copertura.

Con riferimento alla disponibilità manifestata dalla Regione Puglia a partecipare concretamente alla realizzazione del Programma culturale, perno basilare per la valutazione della Commissione europea, è opportuno, attraverso una sintetica cronologia degli atti regionali amministrativi assunti e dei fatti più recentemente susseguitisi, fornire alcune utili informazioni e fare alcune precisazioni in modo da evidenziare qual’è stato il reale sostegno fornito dalla Regione e gli impegni assunti dalla stessa per il buon fine dell’iniziativa. Preliminarmente, si rammenta che fino alla conclusione della preselezione delle 21 città che avevano presentato la propria candidatura, comprendenti sia Lecce che Taranto, avvenuta alla metà novembre dell’anno 2013 con la scelta di sei città, la Regione ha “traccheggiato” ed “ondeggiato” evitando di appoggiare entrambe le candidature o una fra esse ed attendendo che la Commissione di valutazione le “indicasse” con la sua decisione da che parte stare. Infatti, non appena la Commissione ha preselezionato Lecce, la Regione e gli assessori competenti si sono “animati” producendo (dopo oltre due mesi) i seguenti atti:

* DGR n. 19 del 31/1/2014: presa d’atto della atto costitutivo del Comitato Lecce 2019 (costituitosi dieci mesi prima), adesione all’Assemblea dei sostenitori ed istituzione della cabina di regia; la DGR fa riferimento al POIN Attrattori culturali, naturali e turismo. Da rilevare che l’atto costitutivo allegato alla DGR determina che il Fondo di Dotazione del Comitato era pari ad euro 120.000 ed era così ripartito: Comune di Lecce 80.000; CCIAA di Lecce 30.000; Università Salento 10.000;

* DGR n. 166 del 19/2/2014: POIN Attrattori culturali….-Approvazione schede intervento “servizi di valorizzazione integrata”, a titolarità regionale per una spesa distribuita su 11 iniziative pari a ml 0,810 ed a titolarità del comune di Lecce per una spesa di ml 1,211 ripartita su 9 iniziative; il totale delle risorse assegnate è stato pari a ml 2,021. Si rinvia agli allegati alla delibera per la conoscenza della “qualità” e “consistenza” delle iniziative regionali e comunali. La delibera ne valuta il loro impatto in termini di valorizzazione e crescita culturale del territorio e prevede che, con le prime, da realizzare entro il 15/3/2015 l’obiettivo è quello di incrementare il numero delle presenze turistiche del 2% e, con le seconde, da realizzare entro il 31/12/2014, l’obiettivo è quello di incrementare il numero dei visitatori dei siti culturali e naturali del 14%.

NOTA: si vuole anche evidenziare che è molto probabile che parte delle risorse assegnate dalla Regione potrebbero essere state utilizzate per erogare i compensi relativi ai componenti dello staff tecnico esterno (consulenti) ed interno; conferma di ciò può aversi solo dai rendiconti delle spese sostenute e liquidate in itinere, se sussistono, e da quelli finali da predisporre al termine di ciascun intervento.

A questo proposito, si evidenzia che il comune di Lecce, al tempo dell’assunzione della delibera regionale, dichiarava che con le iniziative programmate intendeva costruire “un nuovo senso di identità, vantaggioso e sostenibile sul piano culturale, sociale, economico ed ambientale sia per il futuro del singolo così come per la futura cultura dell’intera comunità; una comunità in cui ogni individuo è creatore di cultura.”; affermazioni in politichese difficilmente comprensibili ai più che, comunque, andrebbero verificate con l’analisi dei risultati già raggiunti dopo otto mesi dall’avvio delle iniziative e quelli da raggiungere (come detto altrove, il sito internet non contiene alcuna informazione sui bilanci consuntivi e preventivi del Comitato).

* DGR n. 167 del 19/2/2014: vengono rettificate le modalità dell’adesione della Regione al Comitati e precisa che la stessa ha una durata annuale espressamente rinnovabile e che la quota regionale di partecipazione al Fondo di Dotazione deve essere determinata ogni anno con apposita DGR;

* DGR n. 1151 del 6/6/2014: approvazione dello Statuto del Comitato e della durata della vita del Comitato che viene fissata al 31/12/2014 al termine del quale lo stesso può trasformarsi in altro soggetto giuridico a cui però non si può vincolare la partecipazione della Regione all’attuale Comitato; inoltre, la DGR fissa il contributo regionale al Fondo di Dotazione per l’anno 2014 in E. 100.000;

* DGR n. 1726 dell’1/8/2014; presa d’atto del Dossier di Candidatura “Reinventare eutopia” con allegato il Programma di investimenti per una spesa totale di ml 488,648 e l’Appendice finanziaria; entrambi i documenti sono datati settembre 2013 ampiamente superati dalla versione finale del settembre 2014;

* DGR n. 1909 del 23/9/2014: adesione alla trasformazione del Comitato promotore in Fondazione di Partecipazione, che deve dare continuità alle attività del Comitato promotore, approvandone la bozza di Statuto; il testo della delibera contiene la esplicita condizione che l’approvazione della trasformazione è sospensivamente legata all’approvazione della nomina della città di Lecce a Capitale europea della cultura e che lo stanziamento di E. 200.000 (attivato utilizzando le disponibilità del “Fondo di riserva per le spese impreviste”), quale conferimento al Fondo di dotazione della Fondazione, sia erogato solo “all’avveramento della condizione sospensiva dell’efficacia della costituzione della Fondazione”;

* DGR n. 1950 del 6/10/2014: viene rettificato, eliminandolo dalla bozza di Statuto, il dispositivo della DGR n. 1909/14 poiché la condizione sospensiva dell’efficacia della trasformazione potrebbe rappresentare giuridicamente un ostacolo al riconoscimento della Fondazione. La giunta approva anche un “Accordo per la trasformazione” sottoscritto da tutti i soggetti promotori contenente gli impegni che tutti loro assumono che, fra l’altro, consistono: al punto 4, nella costituzione della Fondazione prima della fase conclusiva della selezione (condizione ritenuta a livello comunitario pressocchè necessaria) “pur se le attività della stessa restano subordinate all’aggiudicazione da parte della città di Lecce del titolo di Capitale Europea della Cultura per il 2019”; al punto 6, nella presentazione della domanda di riconoscimento ed iscrizione al Registro tenuto dalla Prefettura solo dopo l’aggiudicazione del titolo; al punto 7, in caso di mancata aggiudicazione, le parti delibereranno in una nuova Assemblea la revoca della delibera di trasformazione (allo stato, non si dispone di informazioni a tale proposito);
DGR n. 1951 del 6/10/2014: approvazione dello Statuto della Fondazione.

NOTA a latere: da notizie di stampa la costituzione della Fondazione dovrebbe essere stata formalizzata il 10 di ottobre.

Si deve osservare che una effettiva e concreta disponibilità della Regione a supportare convintamente la candidatura della città di Lecce non appare per niente evidente esaminando il contenuto delle diverse delibere assunte dalla Regione dopo che la città era stata inserita fra le sei candidate ad una delle quali assegnare il titolo.

Intanto, il modesto impegno finanziario assunto e l’utilizzo di fondi rivenienti dal POIN Attrattori Culturali che in origine finanziavano progetti puntuali; poi, tutte le condizioni sospensive e disimpegnanti imposte per evitare il successivo coinvolgimento nelle attività operative nel caso di mancata assegnazione del titolo alla città di Lecce puntualizzate nel succitato “Accordo per la trasformazione” da Comitato a Fondazione.

Tutto ciò contrasta con altre parti della narrativa contenuta nelle delibere di giunta e con le dichiarazioni pubblicamente rese.
Infatti, nelle prime, ripetutamente si afferma che “ la Regione in virtù del rilievo culturale e sociale che la città aggiudicataria…. assumerà, della sua valenza internazionale e del riverbero sull’intero territorio degli effetti economici e turistici…. ritiene opportuno continuare a sostenere (?? fino a novembre 13 non è stato così) la città di Lecce nel percorso di candidatura”. Inoltre, che “la città di Lecce con la candidatura….. assume un ruolo strategico di ponte nel Mediterraneo tra i due mari. Il percorso avviato la rende centro propulsore di processi di sviluppo territoriali e di pianificazione condivisa con le smart community, incentivando il dialogo interculturale e valorizzando il ruolo della Regione Puglia e del Salento nella dimensione europea, nel dialogo interculturale e nell’ambito delle politiche di cooperazione internazionale nell’area del Mediterraneo”.
Nelle dichiarazioni pubbliche, si è evidenziato (assessore Godelli) che “siamo in grado di affermare che la Regione ha creato tutte le condizioni istituzionali, finanziarie ed operative utili a mettere Lecce in posizione di vantaggio nella competizione per la candidatura e ad assicurare al Salento ed alla Puglia uno straordinario ritorno di immagine e di riconoscimento internazionale”. Ne vanno citate anche altre fra cui, ante assegnazione del titolo : assessore regionale Capone (sett. 14), “tutti gli sforzi sono congiunti perchè Lecce possa diventare Capitale”, “è evidente la sfida contenuta nel traguardo atteso: una città bella, inclusiva, sostenibile, una smart city capace di diventare internazionale”, “stiamo puntando uniti verso questo obiettivo offrendo sostegno finanziario ma anche collaborazione per una promozione integrata con quella regionale connessa con le risorse di Horizon 2020”; presidente Vendola (16/10), “comunque vada Lecce ha vinto”, “amare la città non solo per la sua seducente fisicità, ma per la sua capacità di essere riconosciuta capitale di una micro-regione, il Salento, che è immaginifico e concretissimo luogo di fusione e di equilibrio fra cultura e natura, tra terra e mare, tra splendore del barocco e ritmi ossessivi dei suoi tamburelli”, “cuore pulsante di una idea innovativa e creativa di Puglia, è icona vitale di un Sud reattivo e non lamentoso”. Fra quelle post assegnazione del titolo, si riportano quelle del presidente Vendola ad immediato ridosso della stessa, il 17/10: “la Puglia è orgogliosa di Lecce, del Salento e del lavoro fatto e che non disperderemo”, “tutta la Puglia dovrebbe studiare le carte, i progetti e l’esperienza che è stata costruita nella città del barocco……Una esperienza in cui si è mescolata la tradizione con l’evoluzione più evoluta e in cui si è capito come l’investimento in cultura possa implementare la qualità della vita e la coscienza della bellezza, la coscienza storica ed estetica”

Successivamente alle ultime dichiarazioni e fino alla data di questa nota, relativamente all’operatività futura della Fondazione, non sono rilevabili altri interventi da parte di rappresentanti regionali come non è noto se atti amministrativi siano stati adottati dalla Regione. Si ritiene opportuno far notare che le dichiarazioni del presidente Vendola contengono l’impegno di dare continuità al supporto dato (??) dalla Regione; atteso che fra qualche mese egli non sarà più presidente della Regione,risulta difficile capire le modalità con cui darà seguito all’impegno assunto.

In riferimento a ciò, si richiama il contenuto di un articolo di stampa del 19 ottobre che riportava dichiarazioni del sindaco di Lecce che riguardavano il ruolo che deve svolgere la Fondazione per “coltivare” progetti ora che arriveranno i fondi promessi dal Ministro dei beni e attività culturali (per ora, è stato assegnato solo 1 milione da dividere fra le altre 5 città selezionate (!!!), che il sindaco considera, nonostante la loro esiguità, fondi finalizzati a portare a compimento la progettualità acquisita durante il percorso di candidatura (??), poi, si attendono decisioni circa il riconoscimento delle 5 città quali Capitale Italiana della Cultura 2015 ed eventuali auspicate susseguenti assegnazione di fondi pubblici). . Egli affermava anche: “la Regione deve decidere” ed insieme ad altri amministratori sosteneva la necessità di “spingere perchè la Regione Puglia garantisca la sua presenza anche ora senza titolo”. Sarebbe oltremodo utile che, ove vi fossero atti pubblici riguardanti tutto quanto evidenziato, se ne fornisse conoscenza ai ripetutamente richiamati “innumerevoli cittadini che hanno partecipato all’iniziativa”.

3- Il Dossier di Candidatura (bid book) a Capitale Europea della Cultura della Città di Matera: finalità, obiettivi, strumenti ed interventi del Programma Culturale e del connesso Piano degli Investimenti; loro commento e valutazione

Occorre ulteriormente precisare che in questo paragrafo dell’elaborato si è inteso fornire sinteticamente le informazioni ed i dati più significativi del programma presentato dalla città di Matera, approvato dalla Commissione Europea di valutazione, ai fini degli obiettivi che ci si è posti con la predisposizione dello stesso.

Per quanto concerne la cronologia degli eventi, dei fatti e degli atti amministrativi che hanno condotto alla presentazione della candidatura da parte della città di Matera. Nello specifico, si rileva che:
° in data 29 luglio 2011 venne istituito il Comitato Promotore della candidatura composto dal comune di Matera e da quello di Potenza, dalle Province di Matera e Potenza, dalla Regione Basilicata, dall’Università della Basilicata e dalla CCIAA di Matera ;
° DGR n. 731/2011: adozione del “Piano di azione per la Città di Matera” finanziato con risorse rivenienti dall’asse V del PO FESR 2007-2013 contenente 29 interventi infrastrutturali puntuali da realizzare nel contesto urbanistico/culturale e viario cittadino e per la sostenibilità ambientale per un importo di ml 24,785. In aggiunta a ciò, la delibera indicava l’utilizzo di altre risorse FESR per ml 8,485 per erogare direttamente, fra l’altro, aiuti alle imprese operanti nella filiera turistica, nel campo culturale e per l’innovazione nelle micro e PMI operanti nei settori dell’industria creativa urbana;
° nel luglio 2013 la Regione ha stipulato il II° atto integrativo all’APQ Assistenza tecnica e studi di fattibilità assegnando ml 1,5 al progetto “Matera capitale europea”;
° DGR n. 1096/2013: approvazione del Dossier di Candidatura “Matera capitale europea della cultura 2019” da presentare entro il 30/9/2013 di cui se ne rileva l’alto valore programmatico;
° L.R. n./2014: quale socio fondatore, la Regione istituisce la “Fondazione di partecipazione Matera-Basilicata 2019”, cui aderiscono il comune di Matera, la Provincia di Matera, la CCIAA di Matera dotandola di un valore del patrimonio di E. 65.000. Le finalità della Fondazione, costituita il 3 settembre 2014, sono così descritte nella narrativa della delibera: “attuazione della

strategia culturale pluriennale che fa leva sulla creatività per attrarre nuovi talenti ed investimenti per realizzare n nuovo modello di cittadinanza europea fondato sulla coproduzione e condivisione di pratiche artistiche nonché per rafforzare il posizionamento istituzionale della Basilicata nel settore dell’innovazione tecnologica e sociale, nel settore turistico, nella filiera creativa”;
° DGR n. 1040/2014: approvazione dell’Accordo di Programma avente scadenza al 31/12/2022 per l’attuazione del Programma Culturale Matera 2019 al cui articolo 3 la Regione garantisce il cofinanziamento del Programma per ml 25 (confermando l’importo già evidenziato nella precedente delibera n. 1096/2013 con cui si era approvato il Dossier di candidatura) mentre all’articolo 4 sussiste l’impegno del comune di Matera al cofinanziamento del Programma per ml 5,2. La delibera contiene un allegato che riporta l’importo previsto delle spese del Programma pari a m 51,780 di cui ml 43,871 a fronte dei 18 specifici interventi.

Si rileva che l’articolo 2 dello Statuto della Fondazione di partecipazione Matera-Basilicata 2019 determina quali sono gli scopi della sua attività che qui si richiamano: “ha la finalità di attuare le linee di intervento delineate nel dossier di candidatura al fine di consolidare il posizionamento acquisito da Matera e dalla Basilicata a livello europeo nel settore della creatività e di diventare una piattaforma culturale per il Mezzogiorno d’Europa” …….. “la Fondazione persegue gli obiettivi definiti nel dossier….. – attrarre e valorizzare la creatività attraverso nuovi talenti ed investimenti; – attuare un nuovo modello di cittadinanza culturale di dimensione europea fondato sulla co-creazione, coproduzione e condivisione di pratiche artistiche; …..- favorire l’inclusione sociale attraverso l’arte e la cultura; ….- promuovere l’innovazione sociale, tecnologica e culturale…”

Relativamente al Dossier di Candidatura, si evidenzia che è caratterizzato dallo slogan “Open Future” assunto per riassumere tutti i componenti del progetto che comprendono, fra l’altro, il programma culturale, la sua organizzazione, pubblicizzazione e finanziamento degli interventi, la programmazione delle infrastrutture cittadine. La scelta dello slogan è avvenuta perchè “il programma culturale sarà (per la città) un’opportunità per creare una cultura aperta, in tutte le sue molteplici declinazioni: aperta perchè accessibile a tutti, aperta perchè non oscurantista nei confronti dei pensieri e delle sensibilità, aperta perchè disponibile al dialogo”.

Il Programma Culturale Matera 2019, descritto di seguito in modo estremamente sintetico, intende, secondo il Comitato promotore ed il gruppo di lavoro che l’ha predisposto, raggiungere alcuni specifici obiettivi fra i quali assume rilievo quello di utilizzare la cultura come principale veicolo per pensare ad un futuro che assegna priorità al rafforzamento ed allargamento del livello culturale della cittadinanza. Il Programma Culturale si articola in cinque direttrici tematiche -futuro remoto, continuità e rotture, utopie e distopie, radici e percorsi, riflessioni e connessioni- ciascuna delle quali viene sviluppata da gruppi progettuali attraverso la realizzazione di 65 iniziative (per ciascuna delle quali sono vengono indicati i soggetti pubblici e privati coinvolti) sostenute con il supporto strutturale di due progetti “pilastro”: uno, l’I-DEA, Istituto Demoetnantropologico con cui vengono messi in rete i numerosi archivi della Basilicata unificando un sapere vasto e profondo assicurando “una qualificata materia prima per il lavoro creativo di insegnanti, studenti, artisti, accademici, imprenditori e rappresenterà un modello organizzativo ed operativo per altre città dei Paesi europei”. L’altro, l’OPEN DESIGN SCHOOL, con cui si realizzerà “un laboratorio progettuale e produttivo europeo costruito intorno ai principi di una cultura aperta” mediante il quale sarà colta l’opportunità di rilancio della città di Matera, un tempo non molto lontano considerata la “vergogna nazionale”, quale “macchina creativa” di tutta l’Europa. Il laboratorio potrà consentire al cittadino europeo di “riconsiderare il valore di ciò che è andato perduto e i ciò che si è guadagnato”. L’intento per cui si sono individuati i due pilastri “è quello di attingere alla storia millenaria della città e della sua unicità per riproporre le istituzioni cultuali secondo nuovi modelli di pensiero, proporre nuove idee riguardo la cittadinanza

culturale e avviare un necessario dibattito con istituzioni, network e città d’Europa, sul futuro della cultura sul nostro continente”.

Il Dossier di candidatura contiene, come richiesto al formulario da predisporre per candidarsi, la descrizione dei punti forti e di quelli deboli che presenta la candidatura della città. Fra i punti forti, che si ritiene hanno significativamente influenzato la Commissione, sono indicati fra gli altri:
“la consapevolezza che puntare sulla cultura è prioritario per la collettività che ha voglia e capacità di lavorare insieme; l’impegno corale delle istituzioni per lo sviluppo di strategie territoriali; lo stimolo dell’intelligenza collettiva per l’utilizzo della cultura come software; il coraggio di puntare su un tema innovativo dedicato ai giovani ed al futuro; essere diventati città leader del Mezzogiorno ul tema degli open data”. Relativamente ai punti deboli, vengono evidenziati fra gli altri: “incapacità d trattenere i talenti; bassa propensione al consumo culturale; università molto giovane e con relazioni internazionali non ancora consolidate”.

Il Dossier contiene, altresì, la descrizione dei caratteri di innovatività che si ritiene che emergano dai contenuti del progetto alcuni de quali vengono così descritti: “impostazione incentrata sul concetto di cittadinanza culturale di un modello innovativo di vita urbana attiva ed orientata alla cultura; nel porre la scienza e la tecnologia al centro del programma per renderle accessibili e fruibili per tutti; nell’integrazione strategica delle tecnologie informatiche attuali e del prossimo futuro; nella scelta di mettere in rilievo, rispetto ad una eredità fatta di sole infrastrutture, una fatta di relazioni fra persone,capacità e piattaforme per lo sviluppo delle competenze”.
(Per chiunque fosse interessato ad approfondire i contenuti del Dossier, si rinvia al sito internet Matera 2019. Esso, apprezzabilmente ai fini della trasparenza amministrativa, contiene anche il Bilancio consuntivo riferito alle attività del Comitato Matera 2019).

Il Budget delle spese relative al Programma Culturale Matera 2019 riporta un ammontare complessivo per il periodo 2014-2022 pari a ml 51,980 di cui ml 23,802 per il periodo 2014-2019 e, pertanto, il 54% delle spese sarà sostenute oltre l’anno per il quale è stato assegnato il titolo a dimostrazione che all’insieme delle attività che compongono il programma candidato è stata data continuità ben oltre il termine temporale fissato per l’iniziativa europea. Il totale delle spese è così ripartito per tipologia di spesa: spese per il progetto ml 36,246; marketing/promozione ml 9,325; spese generali, compreso personale, ml 6,409. Le fonti finanziarie di copertura delle spese risultano così composte: per la parte pubblica, dai soci promotori: Regione Basilicata ml 25; comune di Matera ml 5,2; altri enti pubblici ml 2 per un totale di ml 32,2; a queste, vanno aggiunte le risorse che si prevede di acquisire dal Governo per ml 11 e dalla U.E. per ml 1,5 per un totale di fondi pubblici pari a ml 44,7 (corrispondenti all’86% delle spese). I fondi derivanti dai privati sia quale contributi che per sponsorizzazioni e merchandising risultano pari a ml 7,230.

Di seguito si riportano i dati relativi all’incidenza percentuale delle spese per la cultura sul totale delle spese annuali di bilancio del comune di Matera e, a integrazione delle informazioni utili a fornire un quadro di riferimento della tematica anche a livello provinciale e regionale, i dati riguardanti il sistema produttivo culturale e quelli riferiti ai finanziamenti comunitari erogati a soggetti pubblici e privati.

Per quanto riguarda i dati di bilancio, la situazione risulta essere la seguente:
Bilancio dell’Ente incidenza % spese per cultura sul totale spese di bilancio
2010 2011 2012 2013 2014 (bil. prev.)
Comune di Matera. 1.7 1.7 2.2 2.8 3

Relativamente all’ammontare del Valore Aggiunto prodotto dal sistema produttivo culturale composto come già illustrato riferendolo ai dati di Lecce e Regione Puglia, la situazione è quella che segue:
Area territoriale V.A. totale % sul V.A. totale V.A.
sistema (ml) economia pro-capite
Provincia di Matera 158,5 5.4 792,45
Regione Basilicata 424,8 4.5 737,25

Infine, per quanto attiene alla situazione dei finanziamenti erogati con fondi europei a soggetti pubblici e privati, si rileva quanto segue:
Area territoriale settore economico
infrastrutture di cui trasporti cultura e turismo
% sul totale finanziam. % sul totale finanz. %sul totale finanz.
finanziam. pro-capite finanziamenti pro-capite finanziam. pro-capite
Comune di Matera 48.86 2.255 10.25 388 5.54 256
Provincia Matera 79.94 4.741 18.25 865 4.07 193
Regione Basilicata 79.54 3.589 33.86 1.528 3.96 179

Il Dossier di Candidatura contiene il Piano degli Investimenti in conto capitale relativo ad interventi infrastrutturali nel settore dei beni culturali e dell’istruzione, per la rigenerazione urbana e per la mobilità viaria e ferroviaria per un ammontare complessivo della spesa pari a ml 649,850. Va necessariamente precisato che nell’ambito degli interventi indicati nel Piano sono stati inseriti, per completare il quadro generale di riferimento degli investimenti strategici sovraordinati rispetto ai livelli amministrativi locali, quelli ricadenti non solo sul territorio di Matera ma anche su gran parte del territorio regionale ed interregionale. Si tratta degli interventi: collegamento autostrada Gioa-Pollino inserito nella L. Obiettivo per ml 240, rete viaria Bradanica per ml 90,750, efficientamento della Ferrovia Appulo Lucana tratto Matera-Bari per ml 50, per il bypass viario Taranto-Matera per ml 40; il totale di questi interventi raggiunge l’importo di ml 420,750. Pertanto, al Piano degli Investimenti in conto capitale più direttamente connessi con la realizzazione del Programma Culturale che risulta pari a ml 229,100 vanno sommate le spese relative a detto Programma Culturale previste nel Dossier per ml 51,980 quantificando così gli investimenti complessivi da realizzare in un importo pari a ml 281,080. Relativamente ai settori destinatari degli investimenti in conto capitale ora determinati, la loro ripartizione è così rappresentabile: interventi per centri di produzione e formazione della funzione culturale, creativa e turistica per ml 82,4; rigenerazione urbana per ml 31; rete viaria e mobilità sostenibile per ml 115,7.

4- Considerazioni conclusive sintetiche

L’analisi condotta finora consente di disporre di informazioni utili per individuare i motivi che presumibilmente hanno indotto la Commissione di Valutazione a scegliere il progetto della città di Matera assegnandole il titolo di Capitale Europea della Cultura 2019 che la città ha assunto insieme con la città bulgara di Plovdiv.

Si ritiene che alla base della decisione della Commissione possono essere considerati altamente influenti i seguenti elementi “caratteri” che emergono dai contenuti delle candidature e dal ruolo svolto dalle amministrazioni pubbliche coinvolte.

Innanzi tutto, ai fini della concreta realizzazione del programma delle città candidate, per quella di Matera, si evidenzia che la Regione Basilicata con propria Legge n.8/2014 ha istituito la “Fondazione di Partecipazione Matera-Basilicata 2019” e con successiva delibera ha assunto con un Accordo di Programma un impegno di ml 25 a fronte della spesa prevista per il Programma Culturale mentre, per Lecce, la Regione Puglia ha impegnato solo E. 200.000 quale quota di partecipazione al Comitato Promotore ed ha destinato, per le attività dello stesso e per le iniziative da esso stesso promosse, fondi POIN per ml 2,021 assegnatigli dal Ministero dei beni culturali per il finanziamento di progetti puntualmente elencati nell’atto governativo. Inoltre, con delibera di giunta di inizio ottobre ha approvato solo il testo dello Statuto della costituenda “Fondazione Lecce 2019” lasciando in bianco gli importi dei Fondi di dotazione e di gestione da riempire dopo “l’avvenuta assegnazione del titolo di capitale europea”. Tale condizione sospensiva, certamente colta e valutata dai Commissari, ha caratterizzato, nonostante le dichiarazioni “barocche” del presidente della Regione, la strategia regionale circa la non piena e convinta partecipazione della Regione alle finalità ed obiettivi del Programma Culturale di Lecce ben attestata dal contenuto dell’Accordo di trasformazione del Comitato in Fondazione (delibera giuntale 1950/14). Si rammenta anche che la delibera regionale di approvazione del Dossier di Candidatura fa riferimento a quello predisposto nel settembre 13 invece che a quello finale consegnato alla Commissione un anno dopo (!?!?).

Tutto ciò, a differenza di quanto la Regione Basilicata ha ritenuto di fare per il progetto di Matera cui ha contribuito a dare ampia visibilità, anche nella denominazione della Fondazione, e sostegno tecnico impegnandosi su un programma pluriennale che va ben oltre il 2019 e prosegue fino al 2022. Infatti, il Piano finanziario di Matera-Basilicata 2019 si riferisce al periodo 2014-2022 (quello di Lecce si riferisce al 2014-2021) ed evidenzia fonti di copertura assicurate dagli enti pubblici locali, fra cui naturalmente la città di Matera, corrispondenti al 62 del totale delle spese previste per la realizzazione del Programma Culturale (per il Programma della città di Lecce, la percentuale è appena del 24%).

Relativamente al Piano degli investimenti in infrastrutture, da realizzare o in corso di realizzazione con la finalità di supportare e di integrare le strutture fisiche più direttamente connesse con il Programma Culturale, inserito nel Dossier di Candidatura, va evidenziato che, per Lecce, secondo l’ultima versione del dossier di candidatura di settembre scorso, il loro totale è pari a ml 301,3 di cui ml 38,8 a fronte del programma culturale e ml 50 riferibili alle infrastrutture culturali a supporto del programma la cui somma corrisponde al 29.5% del totale; mentre, per Matera, senza considerare gli interventi strategici nazionali, il totale è pari a ml 318 di cui ml 49 riferibili al programma culturale e ml 78,4 riferibili alle infrastrutture culturali di supporto per un’incidenza pari al 40% del totale. Pertanto, si ritiene che la Commissione di Valutazione ha ritenuto di considerare più influente sui risultati da raggiungere l’inerenza e la qualità degli interventi infrastrutturali inseriti nel progetto di Matera.

Relativamente alla coerenza delle finalità ed obiettivi del Programma Culturale presentato dalla città candidate al titolo di capitale Europea della Cultura con gli scopi ed i criteri definiti nella Decisione della Commissione Europea n. 1622/2006, si fa notare, rinviando ai punti di questo elaborato che diffusamente trattano gli argomenti che seguono, che la genericità della descrizione dei punti di forza e del grado di innovatività evidenziate nel Dossier di Lecce, a fronte, invece, della loro più puntuale descrizione fatta da Matera, ha rappresentato un ulteriore “minus” per la candidatura di Lecce; così come l’esplicitazione dei contenuti racchiusi nello slogan prescelto da Lecce, “Reinventare l’EUtopia”, ne ha evidenziato l’impostazione quasi scolastica, “modelli” da adottare per le realizzare le otto utopie, mentre lo slogan prescelto da Matera “Open Future” è stato srotolato costruendo le forme e le modalità partecipative con cui “determinare” le condizioni favorevoli per attuare i principi della cittadinanza culturale attiva a rilevanza europea.

Per ultimo, si ritiene che una certa supponenza e spocchiosità mostrate dagli amministratori locali che davano, con dichiarazioni enfatiche, quasi per scontato il successo della città di Lecce (secondo il sindaco, la Silicon Valley della cultura) insieme con le manifestazioni folkloristiche con cui si è accolta la Commissione di Valutazione sono state particolarmente controproducenti.

Elaborato predisposto da Umberto Fanuzzi
analista economico-finanziario

Ufficio Stampa
Movimento Regione Salento

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