Il Grande Salento di cui tanto si parla, quando deve dimostrare la sua forza e la sua consistenza svanisce.
Alla borsa internazionale del turismo di Milano, dove si programmano le sorti e i destini dell’immagine dei territori, l’immagine delle province salentine viene mortificata.
Ci è sembrato il festival dell’ipocrisia da parte della Regione Puglia e da parte dei tre presidenti di Lecce, Brindisi e Taranto. Quattro istituzioni che giocano a nascondino pur di non palesare la reale volontà di ciascuno: quella di un Presidente della Regione che apre la sua conferenza stampa con uno spot in cui dominano i riferimenti al Salento nel linguaggio video ma molto meno nel testo e soprattutto nel suo intervento. Vendola parla di Taranto, del cielo e dei suoi colori. Ma di quale città parla il Presidente? Se il colore dominante è il grigio dei fumi dell’industria pesante.
Parla di integrità dell’ambiente l’assessore Nicastro, dimenticando l’oltraggio del fotovoltaico alle nostre campagne.
Parla di una cultura omogenea l’assessore Godelli, ma di omogeneo c’è ben poco in questa Puglia che promuove solo una parte del territorio con una proiezione a sfondo cinematografico in Piazza Duomo a Milano che ha come attori protagonisti le province di Bari, Foggia e Bat.
Del Salento, del Salento vero, non c’è traccia in tutto questo.
Lo sanno bene i presidenti delle province di Brindisi, Lecce e Taranto che, a dispetto dei proclami in tempi recenti agguerriti e decisi, sfumano il piglio e l’orgoglio delle loro rivendicazioni nel festival ipocrita di shake hands, baci, abbracci e conferenze stampa, mentre alle terre del Salento prestano lo spazio irrisorio di un triangolino in cui si perdono messaggi e significati.
Basterebbe un solo ente, con risparmi immensi, la Regione Salento, per promuovere integralmente e in modo soddisfacente la vera faccia della terra del Salento.
18/02/2011
di Paolo Pagliaro
Presidente
Movimento Regione Salento