Nei giorni scorsi la segreteria tecnica del Ministero dell’Economia COPAFF ha pubblicato i risultati di bilancio 2010 delle Regioni ai sensi dell’articolo 19 bis del D.L.135/2009.
L’analisi degli stessi, relativamente alla quantificazione delle spese correnti(Titolo I) e di quelle in conto capitale(Titolo II) impegnate riferite alla Regione Puglia, consente di effettuare alcune valutazioni circa la consistenza e la tipologia delle stesse oltre che di evidenziare la loro evoluzione rispetto alla situazione consuntivata da COPAFF per l’anno 2008 e di confrontare i dati regionali con quelli del sistema Regioni a Statuto Ordinario( da ora in sigla R.S.O.).
In particolare, si evidenzia che il totale delle spese impegnate é stato pari a E/ml 9.849,205 importo inferiore del 2.15% rispetto all’anno 2008 contro una riduzione del 3.18% registrato dalle R.S.O.
Le spese correnti, però, sono aumentate del 5.73% (per le R.S.O.,al contrario, si è registrata una contrazione dell’ 1.09%) mentre quelle in conto capitale, normalmente finalizzate allo sviluppo socio-economico del territorio, sono diminuite del 45.53% ( per le R.S.O. la riduzione è stata del 17.51%).
Va rilevato, a questo proposito,il consistente incremento dell’incidenza delle spese correnti sul totale delle spese regionali passata dall’83.66% del 2008 al 90.86% del 2010, oltre sette punti contro circa due punti delle R.S.O.
Detti risultati evidenziano la minore capacità della Regione Puglia di attivare interventi efficaci per realizzare economie di spesa corrente connessa alle attività ordinarie riducendo, in tal modo, l’ammontare di risorse da destinare allo sviluppo ed alla realizzazione di interventi infrastrutturali che nel 2010 hanno subito un vero e proprio tracollo.
Nell’ambito della tipologia delle spese, quelle relative alla sanità rappresentano il 75.44% del totale(R.S.O. registrano il 71.48%) e rispetto al 2008 mostrano un ulteriore incremento di circa sei punti percentuali( 2 punti è l’incremento delle R.S.O.): in termini di incidenza pro-capite, mentre nel 2008 essa risultava pari ad E. 1.721,92 nel 2010 è stata pari ad E.1.819,19 ( + 5.65%).
Ciò, nonostante l’obbligo imposto dal Governo di rientrare nell’ambito dei previsti parametri di costo che ha significato la riduzione entro il 2012 di 2.221 posti letto e la chiusura di numerosi ospedali (solo nel Salento 7) ed un importo di economie da realizzare per circa 500 milioni di euro.
Le risorse destinate alla sanità sono riportate nel prospetto delle spese fra i cosidetti trasferimenti; complessivamente l’importo di questi nel 2010 è stato pari ad E/ml 9.099,421( nel 2008 E/ml 9.391,476) di cui destinati alla sanità per E/ml 7.429,648(nel 2008 E/ml 7.007,980) e la differenza, pari ad E/ml 1.669,773 ( nel 2008 E/ml 2.383,496, con una contrazione del 30%), ai trasferimenti agli Enti Locali ed altri soggetti pubblici e privati fra cui le imprese.
A queste ultime, nel 2010 sono state trasferite risorse per E/ml 467,212 contro E/ml 971,020 del 2008 (circa – 52%). Occorre rilevare, a tale proposito, l’entusiasmo che ha generato nei vertici regionali che, però, ne sono risultati sorpresi, il dato reso noto dall’ISTAT circa l’incremento degli occupati per circa 49.000 unità. Tale dato, che la affollata task-force sull’occupazione che la Regione ha attivato non aveva ancora segnalato ai vertici regionali, andrebbe analizzato approfonditamene poiché, in attesa che si realizzi l’occupazione prevista dai contratti di programma, dai PIA, dal titolo II, e dal Piano straordinario per il lavoro( finora le assunzioni previste con la dote occupazionale sono appena 1.790), l’aumento occupazionale rilevato dall’ISTAT potrebbe essere costituito da contratti di lavoro (precario e flessibile) a tempo determinato, stagionale, di apprendistato, tipologie che certamente non assicurano la stabilità dei posti di lavoro. Peraltro, la perdita di occupati nel periodo 2008-2010 è stata pari a 63.700 unità e le persone in cerca di lavoro sono passate da 178.975 unità del 2009 a 193.000 unità nel 2010. Dopo questa necessaria digressione, si vuole anche evidenziare l’incidenza unitaria per cittadino residente in Puglia del costo di funzionamento della struttura organizzativa regionale parametrandola sulla base delle spese correnti: nel 2008 tale parametro era pari ad E./pro-capite 2075 mentre nel 2010 esso risulta pari ad E/pro-capite 2.191,18 con un incremento del 5.60%.
Conclusivamente, i dati di bilancio della Regione Puglia mostrano la tendenza incrementativa delle spese necessarie al suo funzionamento rese peraltro strutturalmente rigide dalla consistenza abnorme delle(crescenti) spese per la sanità fenomeno che produce una contrazione delle risorse spendibili per incrementare il “capitale sociale” dei cittadini pugliesi e per il miglioramento dell’assetto socio-economico del territorio regionale oltre che per contribuire all’incremento del Prodotto Interno Lordo regionale che, in termini di valore pro-capite, nel periodo 2008-2010 ha registrato un decremento del 2.83%; le previsioni formulate a livello di PIL nazionale per il 2011 indicano un incremento dello 0.70% e, per il 2012, dello 0.20% con conseguente impatto sullo sviluppo dell’economia regionale che risulterà sostanzialmente stazionaria se non addirittura, data la debolezza e la frammentarietà della struttura produttiva e delle imprese, interessata ad un andamento recessivo.
Lecce, 7 ottobre 2011 Umberto Fanuzzi consulente economico.
18/10/2011
di Umberto Fanuzzi
Area Economica
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