La soprintendenza ai Beni Culturali deve svolgere il suo lavoro da vicino e non a distanza di chilometri perdendo il contatto con il territorio.
Ecco perché lo spostamento a Bari del Centro Operativo della Soprintendenza ai Beni culturali e al paesaggio rappresenta un ulteriore beffa per il Salento che, come se non bastasse, va ad accrescere il numero delle “scelte Baricentriche” ai danni delle province salentine.
Ma il problema più serio che si viene a creare coinvolge direttamente il patrimonio culturale del nostro territorio che si vedrà espropriato di un coordinamento locale utile e funzionale. La solita strategia sbagliata quella che mira ad accentrare le funzioni di controllo su questioni e temi di grande interesse storico, artistico e paesaggistico, fondamentali per la terra salentina e le sue vocazioni di crescita turistica.
Possibile che ancora non si comprende che più distanza si crea tra i centri decisionali e le aree di intervento tanto più precari ed estemporanei saranno gli interventi previsti?
Organismi decontestualizzati dal territorio che non conoscono le realtà locali sono destinati al fallimento e soprattutto all’impossibilità di coordinare efficacemente le politiche di tutela e valorizzazione dei nostri beni culturali.
Il Salento con le sue risorse storico artistiche e archeologiche e i corsi di laurea universitari in Archeologia e Beni culturali richiede la presenza in loco di un ufficio di Soprintendenza a tutti gli effetti. Pensare poi di fare di Lecce la periferia dell’impero è un fatto vergognoso e inaccettabile, al quale il nostro Movimento si opporrà duramente e senza sconti.
18/06/2011
di Ufficio Stampa
Movimento Regione Salento