INTERVENTO POLI BORTONE FEDERALISMO E REGIONE SALENTO.
I presupposti non mancano e nell’ Italia federale che si va sempre più delineando la questione della regione Salento diventa attuale e quanto mai urgente. Regione Salento e federalismo, non sono due temi in antitesi tra di loro; l’uno non esclude l’altro, semmai ne agevola una migliore attuazione.
L’ applicabilità dell’ art. 119 della Costituzione non implica una dimensione necessariamente ampia degli enti regionali, ma si muove nella direzione di un completamento del decentramento funzionale a favore degli enti locali/ comunali e non delle Regioni. Per portare ad attuazione l’art. 119 Cost. – il quale prevede che le risorse tributarie proprie di regioni, province e comuni e le compartecipazioni alle risorse erariali versate sul territorio siano finalizzate al finanziamento delle funzioni pubbliche – è necessario dare vita non ad enti regionali, bensì ad enti di dimensione utili al coordinamento del corretto esercizio delle funzioni pubbliche. Nello specifico l’art. 119, strettamente correlato all’ art. 118 della Carta Costituzionale, il cd. principio di sussidiarietà in base al quale le funzioni pubbliche spettano in primo luogo all’ente più vicino al cittadino- trova una migliore attuazione se “cucito” in funzione di enti di dimensioni minori rispetto alle regioni. Già da qui si intuisce come il testo unico sulle autonomie locali ridefinirà le funzioni degli enti territoriali, ed è innegabile in questo contesto la centralità che, ai sensi dell’ art. 118, assumeranno i comuni. Per questo, parlare di macroregioni in tema di federalismo fiscale è un errore tecnico, davvero macroscopico.
Un simile discorso non concerne solo il federalismo fiscale, ma si estende al demanio idrico, culturale e marittimo e quindi al cd. federalismo demaniale. Conseguentemente, resta ferma la necessità che le Regioni agiscano in piena sintonia con i Comuni ai fini dell’uso e della valorizzazione di questi beni, il che implica ancora una volta enti regionali non di vaste estensioni, ma di dimensioni appropriate.
Oltretutto, nel momento in cui si prendono in considerazione materie di competenza regionale di estrema delicatezza ed importanza come istruzione, assistenza sociale e trasporti, diventa impensabile prevedere una gestione diretta da parte delle Regioni. Per questo sarà necessario il decentramento delle funzioni e il trasferimento delle stesse ad enti territorialmente più vicini ai cittadini. Analizzando la situazione pugliese, credo che in una regione così vasta e variegata come “le Puglie” non sia sufficiente la massima sinergia e cooperazione tra enti territoriali e Regioni , ma vada avviato un vero e proprio processo che porti alla creazione di enti di minori dimensioni più vicini ai cittadini (che non possono continuare ad essere le province).
Ecco perché credo che i tempi, anche in prospettiva del federalismo, siano maturi ed urgenti per incominciare a parlare della istituzione della Regione Salento che non solo non danneggerebbe il resto del territorio dell’attuale Regione, ma anzi consentirebbe una maggiore valorizzazione dell’attuale Nord della Puglia con la esaltazione delle sue differenze e delle diverse vocazioni. E comunque, a prescindere dalle idee politiche di ognuno e dall’essere contrari o meno alla nascita di una Regione Salento, che possa rappresentare e meglio accorpare identità storico culturali che accomunano le province di Lecce, Brindisi e Taranto, sono convinta, che non si possa negare la possibilità agli stessi salentini di esprimersi attraverso un referendum consultivo, principale e più importante strumento di democrazia rappresentativa e partecipata. E’ un momento particolare della storia d’ Italia quello che stiamo vivendo: le minacce secessioniste della Lega sono sempre in agguato, dopo quelle all’ Unità d’Italia, arrivano le provocazioni su Roma Capitale d’ Italia. Il Caroccio, che in altre occasioni ha dimostrato di essere attaccato (e come!) al potere romano, maldestramente attenta all’ Unità del nostro Paese.
Per quanto mi riguarda, ho sempre con veemenza risposto a simili attacchi all’ Unità d’ Italia , fermamente convinta che i valori unitari non debbano essere intaccati da nessun e in nessun modo. Semmai va solo ridata dignità al Meridione, che proprio in virtù della realizzazione dell’ Unità d’ Italia ha pagato un pesantissimo tributo taciuto nei testi storici. Per questo, ho affermato in più occasioni che la storia attuale ha il dovere di restituire verità storiche importanti e dignità ai cittadini meridionali, che in primo luogo sono italiani.
Il diritto sacrosanto di includere la volontà dei salentini, attraverso una scelta referendaria, nell’ eventuale nascita della regione Salento si inquadra in una scelta ampiamente democratica e in prospettiva di uno Stato unitario ad impianto federale.
Nuovo Quotidiamo di Puglia 23/09/2010
di Sen. Adriana Poli Bortone